Uno scavo dell'Israel Antiquities Authority ha portato alla luce i frammenti del primo lenzuolo funebre conosciuto a Gerusalemme al tempo della crocifissione di Cristo, precisamente fra l'1 e il 50 d.C. E dicono che metta seriamente in dubbio l'autenticità della sindone di Torino.
Il "nuovo" sudario è stato recuperato in una grotta della valle di Hinnom, conosciuta anche come Akeldama (o "Campo di sangue"), dove si pensa che Giuda Iscariota si sia suicidato.
Si trovava intorno ai resti di un uomo sepolto in una camera sigillata (scoperta dall'archeologo Shimon Gibson). Le analisi del DNA hanno rivelato che l'individuo, forse un alto sacerdote ebraico o un aristocratico, soffriva di tubercolosi e lebbra.
Questi frammenti sono i primi del loro genere ad essere trovati a Gerusalemme e sono datati al periodo della morte di Cristo. Tuttavia, mentre la sindone di Torino è un pezzo singolo caratterizzato da un intricato tessuto a saia (che secondo Gibson, in Palestina, sarà solo una pratica medievale), la nuova stoffa ha una trama più semplice ed è in due pezzi – uno per la testa e uno per il corpo.
Gibson aggiunge: "C'era una copertura separata per la testa stessa [...] molto importante perchè, quando portavano qualcuno da seppellire, mettevano separatamente l'involucro della testa sul viso nel caso in cui la persona non fosse effettivamente morta e si risvegliasse ancora, [cosicché] sarebbe stata in grado di rimuovere l'involucro dal viso e gridare aiuto. L'idea era che, se si avvolgeva qualcuno, si aveva una serie separata di involucri per il corpo e [un'altra] per la testa".
A quei tempo la famiglia era infatti solita visitare la tomba tre giorni dopo la morte del parente. E nel Vangelo i discepoli di Gesù andarono alla tomba tre giorni dopo la crocifissione trovandola vuota.
Insomma, se i resti nella tomba di Gerusalemme rappresentassero i tipici sudari usati comunemente ai tempi di Gesù, ciò metterebbe seriamente in dubbio che la sindone di Torino appartenga a quell'epoca – come peraltro dimostrano le analisi al radiocarbonio, secondo cui la Sindone risale al Medievo, tra il 1260 e il 1390.
Le scorso mese, la ricercatrice Barbara Frale aveva scoperto delle lettere appena visibili sulla sindone annunciando che si trattasse di un certificato funebre di un uomo chiamato "Yeshua Nazarani".
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