Nella Roma del primo secolo dopo Cristo chi possedeva terreni, schiavi ma soprattutto sesterzi si faceva costruire una villa a Pompei, per trascorrervi le ferie estive. Chi di terreni, schiavi e sesterzi ne possedeva in numero ancora maggiore, puntava magari su una località più appartata, suggestiva e ovviamente costosa come la vicina Stabiae, con tanto di «vista mare» mozzafiato. Le meraviglie di questa antica cittadina, distrutta anch'essa dall'eruzione vesuviana del 79 d.C., dopo aver conquistato l'Ermitage di San Pietroburgo e il Museum of Art di Hong Kong e prima di proseguire il loro tour tra Stati Uniti e Australia, potranno essere ammirate al complesso di San Nicolò di Ravenna dove, dal 14 marzo al 4 ottobre, la mostra itinerante «Otium Ludens – Stabiae, cuore dell'impero romano» conoscerà la prima tappa italiana.
L'esposizione raccoglie 170 straordinari reperti tra affreschi, stucchi e oggetti, tutti provenienti da otto ville marittime dell'antica località di villeggiatura, molti dei quali restaurati e proposti per la prima volta al pubblico nazionale. Di grande bellezza e suggestione sono, in particolar modo, un centinaio di affreschi, alcuni stucchi e oggetti in bronzo recuperati lungo la collina di Varano, interamente sommersa dalle ceneri del Vesuvio. Degne di nota anche le spettacolari decorazioni interne a dimore sontuose come Villa San Marco, Villa Arianna, Villa Cariano e Villa Petraro, solo per citare le più famose. Tra le cittadine dell'area archeologica vesuviana, Stabiae è per ovvi motivi la meno nota. I primi scavi furono promossi dal re di Napoli Carlo di Borbone, dal 1749 al 1782, nello stesso periodo in cui si cominciò a portare alla luce Pompei ed Ercolano. Dopo aver disegnato piante dettagliate delle strutture esplorate, Stabiae fu di nuovo sepolta e dimenticata fino al 1950, allorquando Libero D'Orsi, preside di una scuola media di Castellammare di Stabia, riscoprì il sito archeologico e riaprì gli scavi. Ma solo una piccola parte delle scoperte documentate nel Diciottesimo secolo sono state riportate alla luce ed aperte al pubblico.
Nasce da qui l'esigenza di questa mostra, conforme ai moderni canoni di «archeologia spettacolo»: il pubblico è accolto dal video «Stabiae, the last night», ricostruzione virtuale di Villa San Marco al momento dell'eruzione, e accompagnato nel corso della visita dalla musica dei Synaulia, artisti di fama internazionale che svolgono ricerche su suoni e strumenti antichi. Elementi innovativi che hanno portato il «Times» di Londra a considerare l'evento una tra le migliori dieci proposte culturali del 2008.
Otium Ludens – Stabiae, cuore dell'impero romano
Ravenna, Complesso di San Nicolò, dal 14 marzo al 4 ottobre 2009
A cura di Pietro Guzzo, Giovanna Bonifacio, Annamaria Sodo
Orari: tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.30
Biglietti: intero euro 4 euro, ridotto euro 3
Catalogo: Nicola Longobardi editore
Per informazioni: www.otiumludens.com
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