Nell´antico borgo di Teglio, che diede nome alla Valtellina, Palazzo Besta conserva nella sala della creazione un affresco geografico unico al mondo. Il dipinto in seguito alle ricerche di Claudio Piani e Diego Baratono rivela dietro mappe e mondi nuovi il manto della Madonna oltre ad ulteriori dettagli sulla scoperta dell´America che sembravano persi nei meandri della storia.
La dimora rinascimentale fu costruita su fortificazioni medioevali alla fine del Quattrocento da Azzo I Besta e in seguito ristrutturata e in parte affrescata dal nobile Azzo II. L´edificio ha un cortile interno con loggiato e pareti decorate, e ospita il Museo archeologico con importanti ritrovamenti di arte preistorica valtellinese.
Al primo piano ci sono una saletta con originale volta a ombrello, il salone d´onore con gli affreschi cinquecenteschi delle storie dell´Orlando Furioso e la sala della creazione, con numerose scene tratte dalla Bibbia e l´enigmatico mappamondo. Non sappiamo chi fu l´autore di una tale meraviglia di straordinario valore artistico e geografico probabilmente realizzata fra il 1545 e il 1576. L´affresco non è un semplice elemento decorativo, ma un dipinto geografico unico e sconosciuto agli studiosi di cartografia antica fino a soli cinque anni fa. Dobbiamo agli studi del valtellinese Claudio Piani, esperto di geografia, e dell´archeologo Diego Baratono la riscoperta di questo importante tassello nella storia della cartografia rinascimentale. Il mappamondo sulla volta di Palazzo Besta è riconducibile per matrice alla edizione postuma del 1570 della carta geografica del matematico tedesco Caspar Vopel del 1545, che dopo quella di Martin Waldseemueller del 1507 era una delle opere più imitate tra quelle che celebravano le navigazioni di Amerigo Vespucci.
L´affresco rappresenta la creazione della terra e s´inserisce all´interno di un ciclo biblico che subisce gli influssi della Riforma. La raffigurazione delle altre scene riguarda la genesi della luce, la separazione delle acque, la creazione degli animali terrestri, dei pesci, degli uccelli, delle stelle e dei protogenitori richiamandosi al modello delle Logge di Raffaello.
Nelle lunette si riconoscono Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre e il Diluvio universale. La rappresentazione dell´Eden rientra perfettamente nella visione umanistica rinascimentale dell´America sin dalla sua scoperta. Amerigo Vespucci infatti nella lettera a Pier Francesco de Medici nel 1500 paragonava i lidi da lui scoperti al Paradiso terrestre.
La scritta «Terra Australis recenter inventa anno 1499 sed nondum plene cognita » che era alla base dell´affresco di Palazzo Besta e della carta di Caspar Vopel probabilmente si riferiva alla prima navigazione del fiorentino verso il Venezuela.
Tra l´altro la celebre Utopia di Tommaso Moro, che vedeva il barese Raffaele Itlodeo nelle terre australi del Sud America scoperte da Vespucci, era giunta a palazzo grazie alla traduzione di Ortensio Lando, assiduo frequentatore della piccola corte valtellinese.
E non è difficile pensare che i Besta desiderassero una carta geografica che riportasse le gesta del navigatore fiorentino.
Secondo osservazioni ulteriori emerge che l´affresco è un esempio rarissimo di "cosmografia" ascrivibile inequivocabilmente alla scuola cartografica lorenese. La proiezione geografica è la stessa usata nel 1507 dagli eruditi di Saint-Diè in Alsazia Lorena sotto l´egida di Renato II. L´unico esemplare sopravvissuto della carta lorenese «Universalisque Cosmographiae Secundum Ptolomei traditionem et Americi Vesputii aliorumque lustrationes» che battezza il Nuovo Mondo con il toponimo di America è stato acquistato negli Stati Uniti per circa 40 milioni di dollari.
Il matematico tedesco Martin Waldseemueller fu l´autore dello straordinario mappamondo che decora l´impianto cartografico con una fascia.
Questa secondo lo studio di Diego Baratono si sovrappone quasi perfettamente al panneggio del mantello della Madonna della Misericordia dipinta per la famiglia Vespucci dal Ghirlandaio a Firenze nel 1472. Tali contorni inusuali saranno ripresi da tutti i più importanti cosmografi incluso Caspar Vopel. È importante ricordare che gli affreschi biblici che decorano il locale furono probabilmente commissionati da Carlo I Besta che nel 1576 sposò la calvinista Anna Travers. Il loro contenuto simbolico protestante aveva spesso generato discussioni per la provenienza da ambienti culturali in odore di eresia.
Probabilmente la carta di Palazzo Besta con la cornice che ripercorre la forma del Manto della Madonna cela un forte messaggio mariano quasi a contrastare lo spirito della dottrina riformata.
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