I faraoni usavano le loro piramidi come trampolino di lancio per l'aldilà? E' l'ipotesi (non nuova) ventilata da scienziati inglesi che vedono nelle piramidi egizie simboliche scalinate verso le stelle. Ma per gli stessi studiosi - ed è questa la novità - l'ispirazione di questi colossali monumenti potrebbe essere venuta addirittura dallo spazio, più precisamente dalla forma di una meteorite. Toby Wilkinson, egittologo dell'Università di Cambridge, è convinto che dalla forma e orientazione delle piramidi (che puntano a nord), nonché dall'indicazione dei beni utilizzati per finanziare i culti funerari, i faraoni considerassero le loro costruzioni dei veri trampolini di lancio per il loro viaggio tra le stelle dopo la vita terrena. E' un dato di fatto che tutte le piramidi puntano verso le stelle circumpolari. Il loro corridoio d'entrata veniva costruito ad un angolo di 26-27 gradi rispetto al Nord e portava direttamente al sarcofago del faraone in modo da rendergli più agevole l'ascesa alle stelle immortali, che lo avrebbero protetto, incorporato nel loro ciclo eterno, impedendone la dissoluzione nel mondo terreno. Queste stelle sono una metafora ricorrente per chi guarda all'aldilà. Ruotando attorno al polo, sono «immortali» (gli Egizi le definirono "le Indistruttibili"), e sono la destinazione ideale per l'anima del faraone. Ci sono molte testimonianze al riguardo. Una piramide veniva chiamata in modo esplicito "la scintillante" e un'altra "la Piramide che è una stella". Dalla prima dinastia in poi (cioè molto prima che le piramidi venissero costruite), i faraoni impegnavano interi patrimoni per le loro tombe. Uno dei faraoni veniva chiamato «Horus (cioè il re) che sorge come una stella». Per via della precessione degli equinozi, quando il faraone Chufu (più noto come Cheope) fece costruire la sua piramide, questa non era orientata verso la stella Polare ma verso la stella Alfa Draconis (Thuban), un'altra stella circumpolare. Le piramidi della quarta dinastia - la Grande Piramide e quelle dell'altopiano di Giza - sono le più imponenti e sono tutte orientate a nord con grande precisione. Potevano essere state modellate su qualche forma astrale? E in caso affermativo, che cosa può assomigliare a una stella in tre dimensioni? Una meteorite: potrebbe essere la risposta. Del resto abbiamo notizia che una pietra caduta dal cielo e andata persa nel tempo è stata a lungo venerata nel tempio di Eliopoli sotto la quarta dinastia. Era conosciuta come la Pietra di Benben e veniva rappresentata nelle iscrizioni a forma conica o piramidale. Non è un caso che il termine usato dagli egizi per indicare la pietra di testa di una piramide fosse "benbenet" o "piccolo benben" e che l'alto sacerdote a Eliopoli veniva citato come "il sommo osservatore", un titolo di chiara assonanza astronomica. La Pietra di Benben era quindi una meteorite? Bauval, Gilbert e Hancock la pensano così. In molti testi leggiamo che spesso le meteoriti raccolte al suolo hanno un orientamento più o meno pronunciato che richiama la forma della piramide o del cono (per questo vengono definite meteoriti "orientate").
La loro parte terminale è resa acuminata dall'attraversamento dell'atmosfera: per l'attrito aerodinamico, la punta conica che perfora più facilmente l'atmosfera. Anche il ferro di origine extraterrestre fu il primo conosciuto e venerato dall'uomo. Nella «Guida sulle meteoriti metalliche» di Vagn Buchwald, è riportato un elenco di 26 meteoriti ferrose venerate dai popoli primitivi. Il ferro meteorico ricorre spesso nelle testimonianze di alcuni popoli indoeuropei dove la parola ferro è equivalente a cielo. Nell'antichità, il ferro è "metallo dal cielo" presso gli Egizi, "sideros" (oggetto celeste) presso i Greci, "sidus" (stella) presso i Romani, a riprova della grande considerazione dei popoli antichi per questi corpi cosmici. Ancor oggi la meteorite ferrosa si chiama in linguaggio tecnico "siderite". In alcuni geroglifici dell'antico Egitto, si parla di un "ferro celeste" e altre testimonianze riferiscono di meteoriti rinvenute in tombe egizie e precolombiane, avvolte in bende, come se fossero imbalsamate.
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