ROMA - I due famosi Bronzi di Riace erano forse tre. E' questa l'ipotesi che si fa strada a 35 anni dal ritrovamento dei due guerrieri greci, avvenuto il 16 agosto 1972 nel mare di Riace, a un centinaio di chilometri da Reggio Calabria. L'ipotesi di una terza statua è legata alle scoperte di un ricercatore di Vibo, Giuseppe Braghò, secondo il quale mancano vari reperti che erano con i bronzi. Ma soprattutto una foto inedita mostrerebbe la presenza di una statua diversa da quelle che conosciamo. Sulla vicenda indaga la magistratura e Braghò ha indicato ai carabinieri il nome di una persona che all'epoca casualmente avrebbe assistito alla trafugazione di uno scudo e una lancia e che è pronta a testimoniare. Ma non è tutto, perché Braghò é venuto in possesso anche delle bobine registrate con la voce di un uomo che nel 1981 sosteneva di essere stato il mediatore tra emissari del Getty Museum americano, interessati a reperti archeologici venuti in possesso di alcuni pescatori.
Il fatto, se fosse vero, sosterrebbe la tesi, peraltro sempre rigettata dal Getty Museum, che alcuni reperti archeologici legati ai Bronzi di Riace abbiano preso la via dell'America. Ogni cosa andrà dimostrata, naturalmente. Ma della storia dei Bronzi di Riace molte domande sono ancora senza risposta. Ad esempio, non è chiaro da dove provenissero. Forse un porto greco, ma quale? E dove erano diretti? A Roma? E quando sono finiti in fondo al mare? Perfino il ritrovamento delle due statue, il 16 agosto '72, da parte del turista romano Stefano Mariottini, sub dilettante che trascorreva le vacanze a Riace, fu messo in discussione da quattro ragazzi del posto che dicevano di averle avvistate per primi. La storia fini' in tribunale e vinse Mariottini. Erano statue di straordinaria bellezza, forse del V secolo a.C. Alte 2 metri e 1, 98, raffigurano due guerrieri nudi. Uno barbuto, atletico, di colore nero. Il secondo più robusto, con il corpo verdastro e più lucido, privo di un occhio. Le statue trasmettono una sensazione di potenza e armonia. Con scarsa fantasia, per distinguerle vennero denominate statua A e statua B. Da allora questi sono i loro nomi. Restaurate prima a Reggio e poi a Firenze, nel 1980 il Presidente Pertini le volle al Quirinale, dove accorsero migliaia di visitatori. Un milione di persone le videro a Reggio fra il 1981 e il 1982. Uno dei bronzi raffigura Tideo, eroe dell'Etolia, figlio di Ares. L'altro sarebbe Anfiarao, guerriero che profetizzò la propria morte a Tebe.
Secondo gli esperti, le due statue forse facevano parte di un gruppo di bronzi collocato nella piazza principale di Argo, un monumento agli eroi che fallirono nella conquista di Tebe, e ai loro figli che riuscirono poi nell'impresa. Il gruppo di Argo comprendeva dunque i bronzi di Riace e altre statue, una quindicina in tutto. Ma che ci facevano i Bronzi nel mare di Calabria? E' probabile che le due statue fossero in viaggio verso Roma, ma un naufragio ha rovinato tutto. E le altre 13 statue erano tutte insieme ai Bronzi? Ed erano altrettanto belle? Qualche dubbio potrebbe toglierlo un'indagine approfondita sulla presenza di materiali metallici rilevata nel 2004 da una nave americana nella zona del ritrovamento. Il ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli ha appena dato il via libera a una spedizione scientifica per verificare che cosa c'é sotto i fondali di Riace. Torniamo al terzo bronzo. Secondo la ricostruzione di Braghò, Mariottini, in una relazione del 17 agosto 1972, parlava di "un gruppo di statue" e affermava che "le due emergenti rappresentano due figure maschili nude... sono di colore bruno scuro (...) e si conservano perfettamente, il modellato è privo di incrostazioni evidenti".
"A parte lo scudo che non c'é più - sottolinea Braghò - c'é una foto inedita che mostra un bronzo totalmente irriconoscibile per le incrostazioni, mentre le due statue sono definite dallo stesso Mariottini senza incrostazioni, anzi con modellato pulito. La foto mostra come il bronzo A non fosse affatto riconoscibile nei tratti. Allora qual è la seconda statua pulita cui fa riferimento Mariottini? Del resto, dell'esistenza del terzo bronzo si è sempre parlato senza però poterne dimostrare l'esistenza".
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