Firenze - La storia della civilta' dei giardini antichi, dall'epoca di Babilonia fino al tardo impero romano.
Nella grande Limonaia settecentesca del Giardino di Boboli, a Firenze, fervono i lavori per l'allestimento della mostra "Il giardino antico da Babilonia a Roma. Scienza, arte e natura", che aprira' al pubblico il prossimo 8 maggio, fino al 28 ottobre 2007. La mostra - promossa dal Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali, dalle Soprintendenza Archeologica di Pompei e dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale di Firenze con Firenze Musei, oltre che dall'Istituto e il Museo di Storia della Scienza di Firenze e dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze - offrira' al visitatore l'occasione di tornare indietro nel tempo alle origini mitiche del "giardino", singolare connubio di arte e natura e corredo di residenze signorili e patrizie fino dall'Antichita', con i suoi giochi d'acqua e le sue piante aromatiche. L'esposizione si spingera' anche in altri spazi di Boboli, e i visitatori stranieri o fiorentini che in questi giorni passino nei prati dinanzi alla Limonaia non potranno non essere incuriositi e/o insospettiti dalla presenza di due cantieri dove si lavora all'imponente ricostruzione in scala 1:1 di due giardini pompeiani: quello dei Vettii e dei Pittori al Lavoro. Tali ricostruzioni che non devono essere intese alla stregua di banali scenografie, poiche' sono state eseguite con grande rigore scientifico, nel rispetto delle tecniche di assemblaggio e di lavorazioni dei materiali, evidenzieranno anche i diversi percorsi dell'acqua, elemento indispensabile per gli spazi verdi di ieri e di oggi.
Realisticamente alimentate dall'acqua, le fontane e le vasche restituiranno effetti scenici e sonori che costituiscono un elemento di ulteriore evocazione del concreto contesto materiale della loro perduta operativita'. Attraverso la diretta partecipazione e la risposta emotiva che ne deriva, il visitatore e' posto nelle condizioni migliori per cogliere il significato di dispositivi che, nei reperti originali, restano celati e muti.
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