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6 Aprile 2006 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
Il dentista del neolitico
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Gli uomini hanno imparato a curare le carie dei denti già 9.000 anni fa. E sapevano anche farlo con successo. In un villaggio neolitico pakistano, alcuni ricercatori italiani e francesi hanno infatti portato alla luce dei denti sui quali sono ben visibili i segni lasciati dalla punta di selce usata dai primi "dentisti" per curare le carie. Ad annunciarlo sono stati gli stessi autori della scoperta, i ricercatori dell´Università La Sapienza, del Museo Etnografico Pigorini e dell´Istituto Centrale per il restauro (Icr), nel corso di una conferenza stampa in cui sono stati presentati i risultati del loro lavoro, pubblicati anche dalla rivista Nature .

«E´ una scoperta davvero eccezionale alla quale siamo arrivati grazie ad un complesso lavoro di ricerca che ha coinvolto diversi studiosi in tutto il mondo», ha spiegato uno dei principali autori delle ricerche, Alfredo Coppa del Dipartimento di Biologia animale e dell´uomo della Sapienza.

I reperti sono stati portati alla luce alcuni anni fa nel corso degli scavi intorno al sito neolitico di Mehrgarh, in Pakistan. Analizzando nel dettaglio undici degli oltre 4.000 denti recuperati dalle salme sepolte nella necropoli locale, l´attenzione dei ricercatori si è concentrata su alcuni forellini molto particolari. Un´analisi più attenta dei forellini e la scoperta contestuale di una sepoltura in cui sono state rinvenute diverse punte di trapano in selce hanno spinto i ricercatori a valutare l´ipotesi che quei fori fossero il risultato di vere e proprie trapanazioni a scopo terapeutico. Le prime in assoluto della storia dell´umanità. I fori sono stati sottoposti ad ulteriori e più dettagliate analisi, inclusa la microscopia ottica a luce riflessa e la microtomografia, che hanno permesso di evidenziare le tracce delle punte di selce sulla struttura del dente.

Il lavoro dei ricercatori non si è però fermato a questo livello. Infatti si è cercato anche di capire in quale modo, al tempo in cui l´uomo stava iniziando appena a fare i primi passi verso la civiltà con rudimentali forme di agricoltura, questi dentisti riuscivano a praticare dei fori tanto precisi da poter essere assimilati a quelli che vengono effettuati ai giorni nostri negli studi odontoiatrici. «Molto probabilmente - ha spiegato Luca Bondioli - i dentisti di Mehrgarh usavano i trapani impiegati nella perforazione delle perline (strumenti ancora in uso in India) azionati da un arco che fa girare una punta di selce montata su un supporto di legno». Gli esperti dell´Istituto Centrale del restauro (Icr) hanno ricostruito questi strumenti e hanno provato ad effettuare su modelli alcuni di questi fori con successo. «L´intera operazione - ha spiegato Massimo Vidale, archeologo esperto di artigianato preistorico dell´Icr - durava al massimo un minuto ed era sufficiente a curare il dente del malato». E si trattava anche di interventi particolarmente efficaci. «Dalle immagini che abbiamo a disposizione - ha detto Giovanni Dolci, presidente del corso di Laurea specialistica in odontoiatria e protesi dentaria - è evidente che questi nostri antenati sapevano quello che facevano. I loro interventi sembrano essere del tutto simili a quelli praticati oggi con gli strumenti più moderni».