
New Haven, Connecticut – Tracce fossili dei fori praticati su gusci di molluschi bivalve prima e dopo un´estinzione di massa due milioni di anni or sono, mostrano percorsi di comportamento predatore-preda, ad indicare che malgrado la diversità sia stata recuperata rapidamente, non altrettanto è accaduto al livello di competizione, secondo un articolo sulla rivista Science.
Lo studio enfatizza un nuovo modo di guardare alle conseguenze dell´estinzione e del recupero, osservando da vicino il modo in cui le specie individuali interagiscono reciprocamente.
"Il nostro lavoro mostra che gli scienziati hanno sempre guardato solo una metà della storia, quando parlano di conseguenze dell´estinzione" ha dichiarato Gregory P.Dietl, ricercatore di post-dottorato in geologia e geofisica alla Yale, coautore dello studio. "Seppure la misurazione della biodiversità – o del divario delle specie esistenti – è importante, non ci dice necessariamente in che modo funzionasse l´ecosistema."
Le lumache marine si nutrivano sui molluschi praticando un foro attraverso il guscio per raggiungere il corpo morbido interno. Praticare il foro sul guscio del mollusco, mediante una lingua ruvida ed un cocktail di agenti chimici, poteva richiedere diversi giorni, così poteva accadere che sotto la spinta della competizione, le lumache si attaccassero al bordo del guscio per un accesso più rapido sebbene più rischioso.
Il mutamento nelle modalità di nutrimento è stato dimostrato in laboratorio, e dimostrato nei resti fossili che segnano l´estinzione ed il recupero di specie marine nell´Atlantico occidentale al termine dell´Era del Pliocene. In laboratorio, in condizioni competitive, il 37.5% delle conchiglie mostra fori sul bordo, mentre solo il 2.6% procede in condizioni normali. I fossili del pliocene hanno fori sul bordo del guscio in 15 su 23 località (65.2%). In contrasto stridente, nessuno dei gusci di conchiglia del primo, medio e recente Pleistocene, mostra alcun segno di fori sul bordo.
Questi risultati dimostrano come l´estinzione possa alterare i comportamenti competitivi delle specie sopravvissute, influenzandone successivamente il recupero e l´evoluzione.
Secondo Dietle, questo approccio ha implicazioni pratiche per i biologi della conservazione, interessati a valutare gli effetti dell´estinzione naturale o indotta dall´uomo. E´ questa una prospettiva che può guidare i responsabili della politica nell´affrontare le sfide delle nostre interazioni con la biosfera e le conseguenze dalla perdita delle specie.






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