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29 Luglio 2005 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
Uno tsunami per Atlantide
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E´ un promontorio ora sommerso dalle acque dell'oceano, immediatamente al di là dello Stretto di Gibilterra, l'ultimo candidato all'identificazione con Atlantide, l'antica civiltà che sarebbe stata travolta dalle onde circa 12.000 anni fa. «Ci fu un terribile terremoto e poi subito un'alluvione e l'isola di Atlantide finì inghiottita dal mare», ci ricorda Platone nel suo celebre Timeo . La costanza del mito, ricordato in varie forme in molte culture mediterranee, il mistero finora irrisolto della sua collocazione, le prove geologiche di antichi sconvolgimenti, tutto contribuisce a mantenere quella che alcuni archeologi liquidano come leggenda e che per altri è invece oggetto di ricerca. Le ipotesi sulla collocazione e il destino di Atlantide si susseguono nel tempo. Famosa e convincente quella che identifica Atlantide con Santorini, l'isola dell'Egeo semidistrutta dall'esplosione di un vulcano che ne ha letteralmente polverizzato più di metà intorno al 1500 prima di Cristo. Ma in assenza di prove risolutive, neanche un'identificazione così affascinante basta a scoraggiare nuove ipotesi.

Così nel 2001 alcuni geologi hanno suggerito che la possibile ubicazione della misteriosa isola di Atlantide potesse essere il promontorio Spartel, che si trova proprio dove Platone l'aveva collocata: subito al di là delle colonne d'Ercole. Le informazioni disponibili all'epoca, però, indicavano che il promontorio e buona parte della costa circostante sono stati sommersi da un lento movimento di acqua. Il contrario di quanto descrive Platone che parla di uno sconvolgimento violento, veloce e improvviso. Ora, le nuove ricerche del geologo Marc-André Gutscher dell'Università della Western Brittany di Plouzané (Francia) sembrano riaprire la discussione. «Platone - ricorda Gutscher - non dice che Atlantide venne sommersa lentamente, ma parla di un evento catastrofico che durò solo un giorno. In una parola, di uno tsunami». Gutscher ha trovato nei sedimenti marini della zona le tracce di violenti terremoti e di alluvioni che colpiscono l'intera area con una ciclicità di circa 2.000 anni. Inoltre Platone parla di coste fangose intorno alla città di Atlantide che impedivano l'attracco delle navi. Ebbene, nel corso delle sue prospezioni geologiche Gutscher ha trovato dei depositi sedimentari con uno spessore che varia tra i 50 e i 120 centimetri che si sarebbero formati circa 12.000 anni fa.

Floyd McCoy un geologo della University of Hawaii che ha studiato la distruzione della civiltà minoica a causa del maremoto che ha seguito l'esplosione di Santorini, approva l'approccio scientifico del geologo francese. «Il suo lavoro - spiega - ci porta a introdurre la mitologia all'interno di una questione scientifica. I miti sono il mezzo attraverso il quale l'umanità conserva nei secoli il ricordo di eventi catastrofici».