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26 Luglio 2005 ARCHEOLOGIA
Il Messaggero
Lavori per il casello, spuntano nuovi reperti
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Ci hanno provato per anni, senza esito, i residenti e i proprietari espropriati, a fermare la costruzione del nuovo casello autostradale di Ceprano. Adesso potrebbero riuscirci gli antichi Romani.

Presso il cantiere dove sorgerà il futuro svincolo, durante lavori di sbancamento di un terreno agricolo adiacente alla sede viaria, sono venuti alla luce nei giorni scorsi alcuni materiali di datazione sicuramente molto antica. Si tratta di frammenti ceramici e di laterizio, sparsi su un´area di sbancamento superficiale piuttosto vasta, e di una porzione di struttura muraria con pietre sovrapposte a secco. In prossimità della medesima area, compresa tra l´asse autostradale e la via Caragno in località Sterpara, durante lavori accessori per la ricollocazione di linee telefoniche è emerso un allineamento regolare di blocchi che farebbe pensare a una sede stradale. Tra i materiali raccolti tra gli scavi per il casello, anche una punta di freccia in corno di cervo, identificata dal paleontologo Italo Biddittu. La Sovrintendenza archeologica del Lazio ha provveduto ad emettere un´ordinanza di sospensione dei lavori, che potranno riprendere tra qualche giorno, non appena la ditta appaltatrice avrà provveduto a nominare un professionista responsabile della vigilanza, come previsto in caso di lavori pubblici. Un adempimento al quale, del resto, l´impresa avrebbe già dovuto assolvere al momento della consegna dei lavori. Nessun allarme di possibili gravi ritardi nell´avanzamento delle opere, almeno per il momento, anche perché, come sottolinea il responsabile di zona della Sovrintendenza Alessandro Betori, «le condizioni e l´entità del ritrovamento non sono tali da fornire in questo momento elementi di valutazione definitivi. In occasione di sbancamenti di questa entità, del resto, è quasi all´ordine del giorno che si verifichino affioramenti di matieriali antichi». Certo è che l´area è già stata segnalata in passato come località sensibile e descritta nella carta archeologica locale: in un raggio di alcune centinaia di metri in linea d´aria si trovano sia il letto di argille da cui è emerso il cranio dell´Uomo di Ceprano sia, ancora più distante, importanti resti di una villa risalente all´epoca imperiale romana. Per quanto riguarda l´epoca di produzione dei materiali, a parte il manufatto osseo sicuramente preistorico, il resto sarebbe da riferire all´antichità romana e addirittura, relativamente ad alcuni frammenti ceramici, al periodo preromano. Sarà quindi proprio la prossima ripresa dei lavori, sotto la supervisione di personale qualificato, a consentire di precisare il contesto archeologico in cui collocare i ritrovamenti attuali.