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26 Maggio 2005 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
Il tesoro di Creso rischia la corrosione
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Il "Tesoro di Creso", sottratto per anni alla Turchia, restituito a seguito di una lunga contesa, ed ora in esposizione presso il Museo Archeologico di Usak, mostra evidenti segni di corrosione.

I pezzi di valore inestimabile non hanno mai ricevuto adeguati trattamenti di preservazione, e subiscono un processo di corrosione chimica e fisica da quando sono tornati alla luce. A conferma del fatto che il "Tesoro di Creso" rischia danni irreversibili, il principale responsabile per la Cultura ed il Turismo di Usak ha richiesto l´intervento del Ministero della Cultura e del Turismo per la cura ed il restauro dei reperti.

Il Tesoro di Creso, composto da centinaia di monete d´oro per lo più risalenti al VII secolo a.C., apparteneva alla popolazione della Lidia, che, guidata dal celebre re Creso, accumulò un´enorme ricchezza e diede nuova forma alla storia umana.

Ancora oggi, nel linguaggio comune, si usa l´espressione "ricco come Creso".

Il tesoro, rimosso da tre scavi illegali nel 1966-67 fu venduto all´America da contrabbandieri da Izmir e Istanbul.

La Turchia ritrovò i reperti rubati nel 1985, quando circa 55 pezzi della collezione furono esposti al Metropolitan Museum, offrendo un chiaro indizio del luogo in cui era nascosto il resto del Tesoro.

La Turchia aprì una contesa internazionale contro il Museo per ottenere la restituzione dei pezzi nascosti nelle sale dello stesso museo. Realizzando che avrebbe quasi certamente perso la contesa, il museo restituì il "Tesoro di Creso" alla Turchia nel 1987.

La condizione dei pezzi esposti al Museo archeologico di Usak non è affatto buona. La sicurezza è insufficiente e molti dei pezzi sono stati corrosi perché conservati incautamente gli uni sopra gli altri nelle sale del museo, che non offre spazi sufficienti per la conservazione.

In totale 35, 573 pezzi appartenenti al "Tesoro di Creso" si trovano nel museo, ma solo il 10% di essi può essere esposto a causa della mancanza di spazio.