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3 Maggio 2005 ARCHEOLOGIA
CulturalWeb.it
Un tassello di storia antica nei mosaici maltesi della domus romana di Rabat
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Sarà per la sua posizione centrale nelle rotte tra Occidente e Oriente, sarà per il clima ideale ogni giorno dell´anno o lo splendido contesto ambientale, sarà per tutti questi fattori, ma resta un dato: la storia di Malta si presenta in fitti strati di civiltà e culture che, passaggio dopo passaggio, hanno lasciato indelebili tracce in monumenti megalitici, dolmen risalenti all´Età del Bronzo, in tombe puniche ben conservate e nelle catacombe latine. E proprio al periodo dell´annessione alla Repubblica Romana risale la villa patrizia di Rabat, appena fuori le mura di cinta di Mdina, l´antica capitale di Malta.

Un unico biglietto cumulativo, del costo di 12, 50 € circa, consente l´accesso sia alle Catacombe di St. Paul a Rabat, sia al Museo Nazionale di Storia Naturale a Mdina sia alla Domus Romana. I tre siti sono raggiungibili a piedi l´uno dall´altro.

La Domus, immersa dalla marea dei secoli, è tornata alla luce poco alla volta a partire dal 1881, anno in cui furono scoperti alcuni magnifici mosaici pavimentali, i più antichi e meglio conservati di tutta la zona del Mediterraneo Occidentale, paragonabili a quelli siciliani e pompeiani. Sono opere d´arte e di pazienza, realizzate in due diverse tecniche: piccoli cubi di marmo e pietra sono stati collocati uno accanto all´altro secondo uno schema a reticolo, mentre tessere più piccole seguono una disposizione meno razionale secondo il gusto dell´esecutore, allo scopo di dare all´immagine un realistico effetto pittorico. Il duplice procedimento si spiega considerando che una parte del lavoro veniva compiuta a Pergamo in Asia Minore, ad Antiochia in Siria e ad Alessandria d´Egitto, mentre le rifiniture si realizzavano in loco, grazie alle mani esperte di artigiani itineranti.

I mosaici sono interessanti anche dal punto di vista iconografico, perché rispettano l´immaginario tipico della creatività latina, riprendendo temi come quello delle colombe in coppia o della figura umana simbolica dell´autunno, con un grappolo d´uva in una mano e un melograno nell´altra. Elementi, questi, che ritornano anche nei mosaici pompeiani. A custodire questi tesori è il museo, costruito tra il 1920 e il 1924, sul perimetro della villa romana, postumo come il portico che caratterizza la facciata dell´edificio.

Le sale interne ospitano una collezione varia e preziosa, composta da utensili usati per la produzione di olio d´oliva, colonne di marmo, busti e statue, bicchieri, ornamenti di terracotta, lampade ad olio risalenti al periodo punico e bizantino, una lapide di una tomba ellenica; particolarmente degno di nota è un piedistallo che reca un´iscrizione latina, una testimonianza che Melita ha goduto dello status di città municipale, vale a dire di territorio libero.

Ulteriori informazioni sulla Domus Romana sono disponibili on-line al sito di Heritage Malta, www.heritage.org.

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