L´unico termine di paragone possibile è il Louvre. E basta questo per dire che genere di progetto il sindaco Veltroni, silenziosamente, a luci spente, sta coltivando. Qualcosa che lascerà un segno duraturo e impermeabile negli anni. In principio era un´idea, un sogno da cui diffidare per non creare illusioni, per non ricadere nel solito tranello della politica-annuncio. Ora però quel progetto è in avanzata fase di realizzazione. L´assessore al Patrimonio Claudio Minelli ha già stilato il cronoprogramma e fissato la data in cui i vari uffici dovranno trasferirsi all´Ostiense, nei due immobili della ex Manifattura Tabacchi, per lasciare liberi i 20 mila quadrati del Palazzo di Via dei Cerchi e di via della Greca. Ha incassato il parere positivo delle Sovrintendenze comunali, concordato con Eur spa, uno dei principali protagonisti della rivoluzione copernicana che sta per mettersi in moto, l´affitto di alcuni spazi. C´è il via libera della politica e il nulla-osta di chi tutela le antichità: il Museo della Civiltà romana tornerà in Campidoglio, verrà collocato in quello che fu l´ex pastificio Pantanella, alla Bocca della Verità. Si tratta di 59 collezioni distribuite su una superficie di 12 mila metri quadrati, calchi, ricostruzioni di complessi architettonici, armi, villaggi dell´Impero, strumenti di vario genere. Il primo nucleo di questa grande collezione fu visibile al pubblico nelle sale delle Terme di Diocleziano nel 1911 grazie al grande lavoro di Rodolfo Lanciani. Nel 1927 furono spostate, sia pure in via provvisoria, nell´ex pastificio Pantanella. Ed è lì, appunto, che torneranno. A coordinare i vari passaggi sarà una commissione mista, verranno coinvolti anche partner come la Camera di commercio di Roma, l´Eur spa e il Teatro dell´Opera.
Nel palazzo dei Musei verrà dissepolto e finalmente esposto, come da anni chiede l´ex sovrintendente Adriano La Regina, l´Antiquarium comunale, un tesoro sparso in centinaia di casse custodite da anni nei magazzini. Pezzi pregiati e originali che tutti il mondo ci invidia. Riordinati ed esposti secondo nuovi criteri museali consentiranno la ricostruzione dei vari aspetti della vita quotidiana degli antichi romani. L´ultima volta che busti, sculture, calchi, marmi e quant´altro è raccolto nell´Antiquarium, furono esposti risale alla Mostra Augustea della romanità allestita nel 1937 per il bimillenario della nascita di Augusto.
Nei nuovi spazi troverà posto un altro pezzo raro, anzi unico: il plastico della Forma Urbis Romae, la riproduzione archeologica della grande pianta voluta da Settimio Severo all´inizio del III secolo, nella copia voluta da Lanciani e realizzata da Gismondi.
Va da sè che tutto questo verrà allestito ad un passo dal Circo Massimo, in uno scenario in cui sarà persino difficile distinguere gli spazio museali dalla realtà, il Palatino, il Foro di Traiano, il Campidoglio e il Colosseo. Spiega, centellinando le parole, Minelli: «A sbloccare la situazione è stata la proposta di utilizzare il complesso dell´Eur - che il Comune avrà in comodato d´uso fino al 2046 - per ospitare il museo dei costumi del Teatro dell´Opera che oggi è in via dei Cerchi, e il Museo della Medaglia, più la scuola della Medaglia per farne un nuovo grande punto di attrattiva. E di questo che stiamo parlando in questi giorni». C´è poi un ultimo capitolo, forse il più delicato: la conclusione della trattativa per portare in un´ala del Museo di via dei Cerchi, circa 6 mila metri quadri, anche la Collezione Torlonia, 620 sculture, la collezione privata più grande del mondo che sta per essere acquistata dalla Fondazione della Cassa di Risparmio. La trattativa non è conclusa. Il Campidoglio però è ottimista: «Potremo realizzare questo straordinario Museo grazie all´Agenzia del Demanio che ci consente di trasferire il personale nei nuovi uffici».
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