Padova - Il passante di Mestre? Robetta, ce l'avevano già gli antichi romani. Si chiamava Tito Annio Rufo, faceva il pretore nel 131 avanti Cristo dalle nostre parti. Fu lui a decidere che fra Aquileia e Adria sarebbe passata una strada, lunga 200 chilometri, che avrebbe toccato Iulia Concordia, Altinum, e Patavium. E da lui prese il nome: Via Annia. Una legione poteva attraversare in una decina di giorni ma non servì soltanto ai soldati. Lungo il suo percorso da Latisana a San Donà di Piave e poi a Dolo e ancora a Padova, Cavarzere ed Adria, quella strada fu anche un anello di collegamento per la cultura e l'economia legata ad una "politica alto-adriatica" che permise poi di sbarcare nel Nord e nell'Est Europa. Che tempi, verrebbe da dire.
Oggi è un pezzo di storia che non vogliamo perdere a cominciare dal deputato padovano della Margherita Andrea Colasio, primo firmatario di una proposta di legge che sarà presentata oggi in un convegno in Comune a cui parteciperanno non solo archeologi e sovrintendenti ma anche deputati, sindaci e presidenti di Provincia. Perchè l'idea non è solo di fare uno scavo (il tracciato è stato individuato solo nel secolo scorso) ma sfruttare questa strada per fare turismo di nicchia. «Vorremmo mettere in collegamento tutti i musei che ospitano reperti archeologici per fare un percorso dal mondo etrusco a quello romano» ha detto ieri Colasio. «Credo possano bastare 5 milioni di euro». Quali sono i capisaldi del disegno di legge? Essenzialmente tre. L'istituzione del Parco archeologico della Via Annia, la costituzione di una Fondazione che oltre ai ministeri per le Attività culturali e dell'Ambiente veda Regioni, Province e Comuni che scavino e conservino testimonianze e l'istituzione di un fondo speciale di 30 milioni di euro per il triennio 2004-2006.
Ieri alla presentazione del seminario c'erano i due assessori alla Cultura di Padova, Monica Balbinot per il Comune e Massimo Giorgetti per la Provincia che hanno dato il loro entusiastico assenso al progetto. Con loro anche Mariangela Ruta della Soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto e Francesca Ghedini docente di Archeologia classica all'Università di Padova e presidente del primo corso di laurea di progettazione del turismo culturale. «Un successo - commenta - 300 iscritti». «Oggi di questa strada possiamo vedere pochi tratti ma seguendola per esempio abbiamo individuato vicino a Tessera i resti di un ponte che potrebbe essere del decimo secolo avanti Cristo». Come a dire: la terra è un grande archivio e va conosciuto.
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