Quella che sembrava solo un´ipotesi, affascinante sì, ma senza troppe possibilità di avvicinarsi al vero, diventa invece sempre più plausibile. E nuovi ritrovamenti, nuovi reperti venuti alla luce nelle vicinanze dell´Anfiteatro romano, all´interno della Passeggiata, lo testimoniano. Sono un tassello di un mosaico che si va componendo in maniera sempre più chiara. Stanno a significare che Terni in età arcaica, prima della conquista da parte di Roma, doveva già essere una città importante, con un piano urbanistico ben studiato, ed estesa per almeno trenta ettari, e più antica di quanto fino ad ora si pensasse.
Vicino all´anfiteatro sono stati trovati due importantissimi siti archeologici di epoche diverse. Il più antico di essi mette in luce i basamenti di alcuni insediamenti abitativi, capanne. «Le antiche mura di Terni, sono state sempre datate terzo secolo avanti Cristo. Ora però questa datazione va rivista e spostata a cento anni prima perché sono state con tutta probabilità costruite prima delle abitazioni adesso venute alla luce le quali sono databili intorno al quarto secolo», spiega Laura Bonomi funzionario della Soprintendenza Archeologica.
In questo quadro si inseriscono anche gli altri ritrovamenti di questi ultimi tempi: il sito abitativo scopertto a Maratta, la basilica a piazza San Giovanni Decollato.
La città arcaica, su cui poi si è strutturata quella preromana, dovrebbe corrispondere all´attuale centro storico cittadino. I reperti dell´anfiteatro si trovano due metri sotto all´attuale livello stradale e 50 centimetri al di sotto del piano della città romana.
Sempre nell´area vicino all´anfiteatro è stata trovata anche una fossa votiva, un luogo in cui si depositavano quelli che oggi chiamiamo ex voto. Sono venute alla luce due teste di ottima fattura in terracotta colorata ed una statuetta intera che raffigura una donna, con la tunica ed il mantello, che tiene in mano una corona.«E´ la prima volta che in Umbria si trovano reperti di questa bellezza, il loro ritrovamneto avvicina Terni alle città estrusche importanti, a Roma», spiegano i tecnici della Soprintendenza Archeologica.
Sempre nella fossa votiva è stata rinvenuta anche un´altra statua in terracotta colorata. Sembra divisa in due parti e dalla terra affiora quella inferiore. Vicino c´è un altro reperto forse in bronzo. Potrebbe essere una sorta di cinta o un vaso. Solo scavando si potrà sapere di cosa si tratta. Tutto questo, i due siti, sono venuti alla luce durante i lavori per la costruzione di un blocco di servizi per l´anfitetaro.
«Sapendo che ci troviamo in una zona a rischio lo scavo è andato avanti con mille precauzioni che hanno fatto tirare fuori intatte la statuetta e le due teste», dice Massimo Romani architetto del Comune.
E stavolta i reperti non prenderanno la via dei musei perugini ma verranno esposti, dopo un´attenta pulitura ed un consolidamento, nel muovo museo archeologico dell´ex Siri. «E´ chiaro che tutto questo apre una stagione nuova anche per la nostra città attuale, dimostra che sulla storia remota di Terni c´è ancora molto da indagare e da scoprire e che il sistema museologico ternano può essere incrementato e qualificato», ha detto il sindaco durante la visita allo scavo.
Nelle vicinanze della fossa votiva normalmente c´è il luogo sacro, il santuario. Questo quindi dovrebbe trovarsi nelle vicinanze della fossa. Ora bisogna continuare gli scavi. Trovare un finanziamento che faccia andare avanti i lavori.
Intanto va avanti anche il cantiere dell´anfiteatro. Vicino ai due ingressi è venuta alla luce la pavimentazione, conservata in maniera stupefacente, e realizzata in lastre di calcare. Anche qui si tratta di opere di fattura molto elevata. L´arte, nella Terni antica, sembra fosse davvero di casa.
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