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6 Gennaio 2004 ARCHEOLOGIA
Avvenire
Ecco la più antica pieve rurale
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Scoperta, sulla montagna friulana, ad Illegio, la più antica testimonianza di una pieve rurale. E non solo del Friuli, ma di tutto il Nord d'Italia. Dice di non avere dubbi, al riguardo, Aurora Cagnana, archeologa, funzionaria del ministeri per i beni ambientali e le attività culturali, che vi sta indagando da due anni. «La chiesa di San Paolo d'Illegio, la più antica delle campagne e della montagna del Friuli, offre testimonianza certa, attraverso la vasca battesimale (o reliquiario) che vi abbiamo individuato, della precocità dell'evangelizzazione e dell'organizzazione ecclesiastica rurale di ambito aquileiese». Il culto risale, infatti, alla fine del IV secolo. Molto probabilmente intorno al 380, come testimoniano alcuni frammenti di carbone fatti analizzare in un laboratorio tedesco al carbonio 14.

«In tutta l'Italia settentrionale sono rarissime le testimonianze archeologiche di un culto cristiano nelle campagne risalente ad epoca così antica. Lo scrittore latino San Girolamo ricorda che Fortunaziano, vescovo aquileiese dal 342, scrisse in sermo rusticus un commento ai Vangeli con evidente intento catechetico. Tuttavia le prove materiali di una così precoce cristianizzazione del territorio erano, fino ad oggi, rarissime. La chiesa di San Paolo d'Illegio è il primo impianto immobile che dà testimonianza di quanto fosse stata precoce quell'evangelizzazione».

Illegio è un piccolo borgo adagiato pianoro agricolo tra le montagne sopra Tolmezzo, il capoluogo della Carnia friulana. Numerosi gli scavi archeologici di questi anni, voluti con insistenza soprattutto dalle comunità parrocchiali. I risultati più sorprendenti, sono arrivati da una minuscola chiesa, quella di San Paolo, abbandonata nel XVIII secolo per un edificio di culto - l'attuale - più centrale rispetto al paese. Ma "in San Pauli", raccontavano gli anziani, ci doveva essere una cappella ancora più antica, ormai sepolta nel sottosuolo; proprio da qui, infatti, partivano le rogazioni e da qui transitava, la notte del I° novembre, il corteo dei morti. Sollecitata da monsignor Angelo Zanello, pievano di San Floriano di Illegio, e da don Alessio Geretti, il suo collaboratore, l'équipe di archeologi (Stefano Roascio, il coordinatore) ha indagato. «Lo scavo ha posto in luce, dal principio, tutto l'edificio di culto costruito nel 1476 e abbandonato nel 1732. Come le fonti trecentesche ricordavano - sottolineano Cagnana e Roascio - subito sotto questo edificio si è ritrovato il perimetro della precedente chiesa filiale della Pieve. Scendendo con lo scavo abbiamo ritrovato una chiesetta di dimensioni modeste (di circa 40 mq) caratterizzata da una pianta rettangolare ad abside rettilinea, con partizione centrale che individua due distinti ambienti quadrangolari. Addossata all'angolo sud-ovest si è posta in luce una vasca quadrangolare di poco meno di un metro per lato e intonacata all'interno, che mostra analogie stringenti con simili strutture paleocristiane rinvenute in altre località del Friuli dove sono state interpretate come fonti battesimali». A questo punto è scattata la curiosità per la datazione. Dal fondo della vasca sono stati prelevati alcuni frammenti di carbone e inviati per l'analisi al carbonio 14 in Germania, presso un laboratorio universitario. Il manufatto è risultato databile fra 337 e 441 d.C., con maggiore probabilità verso il 380. «È importante ricordare che la festa della chiesa di San Paolo d'Illegio si celebra ab immemorabili - evidenzia Cagnana - nella prima domenica di agosto, ovvero il giorno in cui il calendario liturgico pregregoriano (anteriore al Mille) ricorda la dedicazione della basilica romana dei Santi Pietro e Paolo. Ciò induce a ritenere che la chiesa di Illegio sia sorta in una precisa congiuntura storica. Proprio nel 381 si svolse, infatti, ad Aquileia il famoso Concilio, voluto fortemente da Sant'Ambrogio per debellare l'eresia ariana. In seguito a tale evento nel nord Italia vennero intitolate molte chiese agli apostoli Pietro e Paolo, come segno di ortodossia. Di conseguenza appare suggestiva e piuttosto fondata l'ipotesi che anche la chiesa di Illegio fosse tra quelle dedicate, già nel IV secolo, a San Paolo, o forse ai Santi Pietro e Paolo, titolo poi modificato».