
Sono stati ritrovati i basoli della antica via Anziate in una discarica adiacente a via Nettunense nella frazione di Pavona di Castel Gandolfo. I reperti di origine romana che forse costituivano l'unico tratto ancora esistente della strada che congiungeva i Castelli Romani con il litorale laziale, giacciono in totale stato di abbandono, ricoperti di erbacce e di terra senza alcuna protezione in una discarica libera, attraversata ogni giorno da centinaia di persone.
Due anni fa ci furono denunce di privati ed interventi della Soprintendenza ai Beni archeologici che accusarono Bruno Camerini, consigliere comunale di Castel Gandolfo di aver rimosso, nel corso dei lavori di sistemazione della sua villa, un tratto di quattrocento metri della via Anziate e di averne occultato i basoli. Camerini ha sempre negato ogni addebito, dichiarando che l'antica strada romana è stata ricoperta totalmente negli anni Sessanta, quando c'è stato l'ampliamento della via Nettunense con la costruzione dei marciapiedi.
La Soprintendenza in ogni caso si è attivata per ritrovare i basoli e per rimettere ogni cosa al suo posto. E caso strano l'8 marzo del 2004, in una corrispondenza riservata tra Comune e Soprintendenza, si evince che «il signor Camerini si è dichiarato disponibile a ripristinare il basolato, dopo il recupero del materiale finito in discarica, a delimitare il tratto di strada romana da una staccionata lignea e a realizzare il passo carrabile di accesso alla sua proprietà in stabilizzato e non in cemento ed asfalto».
Quindi il consigliere comunale ed ex assessore di Castel Gandolfo che non ha mai confermato che i basoli ritrovati nella discarica siano effettivamente quelli rimossi dalla sua proprietà, ha accettato questa soluzione per allontanare ogni ulteriore polemica. E a parte le procedure un poco anomale la soluzione trovata sembrava accontentare tutti perché riportava al suo posto un reperto archeologico di discreto valore storico e documentale. Sono passati, però, otto mesi ed i basoli della strada romana ancora giacciono in discarica alla mercè di tutti. Dalla Soprintendenza fanno sapere che l'area dove sono stati localizzati i lastroni romani è sottoposta a sequestro giudiziario e quindi risulta impossibile la rimozione e la rimessa in pristino del tratto di strada.
I funzionari della Soprintendenza si lamentano anche per l'eccessiva lentezza della burocrazia che rende difficile il lavoro di tutela dei beni archeologici in aree densamente popolate. Le autorità comunali, dal canto loro, dichiarano di non aver mai saputo ufficialmente del ritrovamento dei basoli in discarica e manifestano la volontà di impegnarsi a risolvere al più presto la vicenda. Nessuno, però, è disposto a rilasciare dichiarazioni.






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