KABUL, Afghanistan - Livelli Persiani ed Ellenistici scoperti a Bagram (antica Kapissa) sono stati rasi al suolo da un bulldozer e poi distrutti.
I Grandi Buddha delle Valli di Bamiyan sono stati fatti esplodere con la dinamite. Ovunque i talebani hanno distrutto ogni cosa che raccontasse la storia del patrimonio culturale e storico dell´Afghanistan, precedendo la loro particolare visione settaria della "storia".
Ora l´Afghanistan si sta lentamente riprendendo da anni di guerra e lotta civile. Settant´anni di duro lavoro e ricerche sono andati perduti attraverso il caos e l´anarchia della guerra. Il governo centrale è così debole da non riuscire a proteggere la proprietà, sia pubblica o privata. All´inizio degli anni 90, oltre 60, 000 cittadini di Kabul sono morti in combattimento, e circa il 70% degli oggetti del Museo Nazionale sono stati saccheggiati.
Ora, nel 2004, si scoprono nuove costruzioni ovunque, perché gli investimenti stranieri ed il ritorno dei rifugiati permettono di ricostruire e rimodellare un nuovo paese, e di creare una nuova legislazione.
Nello stesso tempo, l´Esercito Nazionale Afgano e le forze di una coalizione di oltre 25 nazioni rimaste sul campo, combattono quel che resta dei Talebani ed Al-Qaeda. Le truppe stanno lavorando sodo per costruire un ambiente sicuro e stabile nel quale le infrastrutture ed il commercio possano riprendere e prosperare.
Nella sua matrice dinamica, il popolo Afgano sta imparando cosa significa essere "afgano" e non solo Pashtun, Tajik, Turkomeno, Hazzarata, o Dari, o Uzbeko.
Il mondo ha reagito lentamente alle terribili notizie della distruzione dei Grandi Buddha di Bamiyan, quando le forze Talebane le fecero saltare con la dinamite. Questa era, di fatto, parte della strategia talebana. Gli scavi che hanno dissotterrato livelli persiani ed ellenistici a Bagram sono stati demoliti. Il Museo di Kabul è in completa rovina.
Fortunatamente, molti dei tesori del museo si trovano apparentemente ancora nel paese, e l´edificio è stato restaurato. Presto la Società del National Geographic ed il governo Francese assisteranno il Ministero della Cultura e Informazione Afgano nella redazione di un inventario degli oggetti del museo, per procedere nella riabilitazione.
In una recente intervista a Kabul, il vice Ministro della Cultura e dell´Informazione, G.R. Yusufzai, ha parlato dello stato corrente della ricerca archeologica. "Il nostro ricco patrimonio culturale è ancora per la maggior parte sepolto" ha dichiarato Yusufzai. "Le opportunità per lo scavo e la ricerca sono senza limiti."
Sterratori dal Giappone stanno lavorando per mappare l´importante complesso di un tempio buddista nella valle di Bamiyan. Un team della repubblica di Corea sta individuando i siti da preparare per lo scavo dentro e attorno alla città di Kabul. Archeologi australiani ed italiani stanno considerando i siti per nuovi scavi altrove nella nazione.
Ma le operazioni procedono a rilento, per la mancanza di infrastrutture come energia elettrica e acqua pulita, ed il dissesto delle autostrade nazionali rende gli spostamenti virtualmente impossibili, eccezion fatta via elicottero. Vi sono, naturalmente, le preoccupazioni per le condizioni di sicurezza. I gruppi di ricostruzione provinciale degli Stati Uniti e delle altre nazioni di NATO e Comunità Europea stanno ricostruendo le scuole, le moschee e le autostrade in tutte le province.
L´attuale prospettiva per la riapertura degli scavi dentro e attorno a Bagram è complicata da uno dei più grandi campi minati del mondo. Molte più aree sono state ripulite da mine ed esplosivi, ma riprendere gli scavi nell´area rimane una speranza per il futuro. La sicurezza dei siti e per il personale impegnato negli scavi rimangono questioni serie.
Ma il futuro è comunque più luminoso ed intimamente legato al passato. L´Afghanistan è stato crocevia di alcune delle principali potenze del mondo antico e moderno. Ciro il Grande di Persia fondò Bagram. Alessandro il Grande fondò una città in suo stesso onore, presso il confine del deserto del Registan, ora chiamata Kandahar. Alessandro visse a Bagram (Kapissa ai tempi di Ciro) per due anni, e vi sposò Roxanne, una giovane donna dell´area ad ovest della moderna Mazar-I Sharif. Genghis Khan avrebbe in seguito saccheggiato il paese, allo scopo di distruggere le elaborate opere idriche che affiancavano il Fiume Helmand. Queste opere idriche non furono ricostruite prima di un millennio più tardi, ma i loro resti sono ancora visibili.
L´Afghanistan vanta un patrimonio storico e culturale incredibilmente ricco. Con l´aiuto dell´UNESCO e di un consorzio di università degli Stati Uniti e dalla Comunità Economica Europea, i progressi e le ricerche procedono.
A.W. Ferozi, Direttore Generale dell´Istituto Nazionale di Archeologia Afgana, riferisce che vi sono oltre 2, 800 siti archeologici conosciuti.
Il problema maggiore per il governo repubblicano islamico di transizione, è il saccheggio e la distruzione di questi siti. Vi è bisogno urgente di nuovi scavi, di tecniche per la preservazione culturale e storica dei siti scavati, e dell´assistenza finanziaria per questi sforzi. Per esempio, il Ministero dell´Interno vorrebbe assegnare 500 guardie alla sorveglianza dei siti antichi, ma non ha fondi per ingaggiare e addestrare il personale richiesto.
Il Ministro per la Cultura e l´Informazione sta negoziando accordi con diverse nazioni. Usando i protocolli dell´UNESCO come modello, l´Afghanistan cerca aiuto da altri governi, inclusi gli Stati Uniti, perché molto del passato della nazione rimane sepolto sotto le sabbie e la polvere dell´Asia Centrale.
Il passato dell´Afghanistan è parte del patrimonio culturale del mondo. Questa terra è stata il confine dell´impero ellenistico di Alessandro. Queste montagne e valli sono il luogo in cui Londra e Mosca giocarono il "grande gioco" per il controllo dell´Asia centrale e meridionale. Qui Babur costruì giardini, splendidi templi, e magnifiche scuole e moschee islamiche, alcune delle quali ancora splendono con le prime luci dell´alba.
Le opportunità per la ricerca aumenteranno quando pace e stabilità saranno gradualmente ripristinate e rafforzate in tutte le province e le nazioni.
Fino ad allora, si chiede alle istituzioni ed ai governi stranieri di contribuire al mantenimento del patrimonio culturale Afgano.
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