ROMA - Le «pietre blu» del cerchio interno di Stonehenge, l´enigmatico monumento megalitico sul quale si sono interrogate generazioni di archeologi, arrivarono nella piana inglese di Salisbury dalle rocce vulcaniche di colore bluastro sui monti del Galles, trascinate da genti le cui sepolture sono state rinvenute nelle vicinanze della stessa Stonhenge.
La scoperta è annunciata sull´ultimo numero della rivista «Archeologia Viva» da Andrew Fitzpatrick, del Dipartimento Archeologico del Wessex: «Per la prima volta - spiega lo studioso inglese - abbiamo trovato resti mortali di una delle famiglie coinvolte nella monumentale impresa. Le analisi chimiche sullo smalto dei denti rivelano che questa gente visse nel Galles occidentale, vicino alle montagne dalle quali provengono le blue stones, i monoliti di colore bluastro da quattro tonnellate, sistemati in cerchio circa quattromila anni fa, durante l´età del bronzo».
Quell´antichissima tomba di famiglia contiene sette individui (tre uomini, tre bambini ed un adolescente), sette anfore per cibo o acqua per il viaggio ultraterreno, e cinque punte di freccia: quest´ultimo dettaglio dà il nome alla sepoltura, detta «la Tomba degli Arcieri».
Nessuno ha ancora capito cosa ci potesse essere di così sacrale o magico nella piana di Salisbury, da indurre quegli umani preistorici a trascinarsi dietro quelle enormi e pesantissime «pietre blu» per duecentocinquanta chilometri.
La fondazione del complesso megalitico di Stonhenge avvenne, secondo gli archeologi britannici, attorno al 3200 a.C., per mano di una comunità di pastori seminomadi dediti anche all´agricoltura. L´ipotesi oggi più accreditata è quella di motivazioni religiose che indussero a realizzare un argine circolare con fossato, ed a disporre le pietre in modo da allinearle con l´alba del solstizio d´estate ed il tramonto del solstizio d´inverno.
La posizione delle pietre blu, aggiunge l´archeologo inglese, richiama molti altri cerchi di pietre magine in Galles, ma a Stonhenge fu ridistribuita almeno quattro volte, fra il 2500 ed il 2000 a.C., per aggiustare la disposizione generale del monumento in modo da allinearlo ai fenomeni dei due solstizi, adattandolo allo spostamento delle traiettorie celesti dovute alla precessione degli equinozi.
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