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28 Settembre 2004 ARCHEOLOGIA
La redazione di La Porta del Tempo
Un'antica benedizione
tempo di lettura previsto 5 min. circa

Le parole sono tra le più familiari ed ecumeniche nelle liturgie di Giudaismo e Cristianità. Alla chiusura di un servizio liturgico, il rabbino, il sacerdote o il pastore, recitano, con minime variazioni, la confortante e fortificante benedizione:

"Ti benedica il Signore e ti protegga; il Signore faccia brillare il suo volto su di te, e ti sia propizio; il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace."

Una scoperta archeologica del 1979 aveva condotto gli studiosi a credere che la Benedizione Sacerdotale, come è definita nel versetto dei Numeri 6:24-26, fosse il primo passaggio biblico mai trovato in antichi reperti. Due sottili strisce d´argento, ognuna avvolta strettamente come un rotolo in miniatura, e recanti iscritte queste parole, sono state scoperte in una tomba fuori da Gerusalemme ed inizialmente datate al tardo VII o inizio VI secolo a.C. – circa 400 anni prima dei famosi Rotoli del Mar Morto. Ma i dubbi persistono. L´argento era crepato e corroso, e molte parole delle sole poche righe intere nell´iscrizione debolmente scalfita, erano illeggibili. Alcuni critici sostengono che il reperto risalga al III o II secolo a.C. ed in questo modo sia di importanza minore nello stabilire l´antichità del concetto religioso e del linguaggio liturgico che divenne parte della Bibbia Ebraica.

Così i ricercatori dell´Università della California Meridionale hanno ora ri-esaminato le iscrizioni usando le più evolute tecniche fotografiche e di definizione dell´immagine computerizzata. Le parole incise non avevano fatto saltar via tutto l´argento. Ma i ricercatori hanno dichiarato di aver potuto finalmente "leggerle completamente e analizzarle con precisione di molto superiore" e hanno confermato che erano, in effetti, le prime.

In un rapporto degli studiosi pubblicato questo mese, il team di ricercatori ha concluso che la migliorata lettura dell´iscrizione ha confermato la loro maggiore antichità. Lo scritto, ha riportato il team, proviene, in effetti, da un periodo appena precedente la distruzione di Gerusalemme del 586 a.C. ad opera di Nabucodonosor e dal successivo esilio degli Israeliti in Babilonia.

I ricercatori hanno ulteriormente riaffermato che i rotoli "preservano le prime citazioni conosciute dei testi trovati anche nella Bibbia Ebraica, e che ci offrono i primi campioni di dichiarazioni confessionali concernenti Yahweh".

Alcune delle righe precedentemente illeggibili sembrano rimuovere ogni dubbio circa il proposito effettivo dei rotoli d´argento: erano amuleti.

Completamente srotolati, il più grande dei due "amuleti" misura circa 10 cm di lunghezza ed 2.5 di larghezza, e l´altro circa 3 cm per tre. Le parole iscritte, hanno spiegato i ricercatori, erano "intese ad offrire una benedizione per proteggere chi la indossa dalle forze del male".

Il rapporto del Bollettino delle Scuole Americane di Ricerche Orientali è stato curato dal dr. Gabriel Barkay, l´archeologo dell´Università di Bar-Ilan in Israele che ha scoperto il manufatto, e da collaboratori associati con il Progetto di Ricerca Semitica dell´Università della California Meridionale. Il direttore del progetto è il Dr.Bruce Zuckermann, un professore di linguaggi semitici all´Università della California Meridionale che ha lavorato con Marilyn Lundberg, una specialista della Bibbia Ebraica e con il Dr. Andrew Vaughn, uno storico della bibbia al Gustavus Adolphus College, di St.Peter, Minnesota.

Un nuovo articolo per il numero del prossimo mese di Near Eastern Archaeology descrive la nuova tecnologia usata nella ricerca. L´articolo è firmato dagli stessi autori, insieme a Kenneth Zuckerman, il fratello di Zuckerman ed uno specialista nella fotografia di antichi monumenti.

Altri studiosi non affiliati alla ricerca ma familiari con l´argomento, concordano con le conclusioni del gruppo. Hanno dichiarato che è un sollievo avere avuto confermata l´antichità e autenticità dei reperti, considerato che altre iscrizioni dai tempi biblici hanno sofferto della loro provenienza incerta.

Gli studiosi hanno anche notato che le prime iscrizioni ebree erano una rarità, e hanno definito la ricerca sugli amuleti un contributo significativo alla comprensione della storia della religione nell´antico Israele, particolarmente al tempo della Monarchia Giudea, 2, 600 anni or sono.

"Queste fotografie offrono una definizione dell´immagine molto superiore rispetto all´osservazione ad occhio nudo" ha dichiarato il Dr. Wayne Pitard, professore di Bibbia Ebraica ed Antiche Religioni del Vicino Oriente all´Università dell´Illinois.

Pitard ha dichiarato che le prove dell´antichità della benedizione sono ormai stringente, malgrado questo non significhi necessariamente che il Libro dei Numeri esistesse già a quel tempo. Probabilmente è così, ha aggiunto, ma se non lo è, possiamo comunque affermare che almeno alcuni elementi del libro erano correnti prima dell´esilio di Babilonia. Una parte della sacra Torah del Giudaismo (i primi cinque libri della Bibbia), i Numeri, includono una narrazione delle peregrinazioni degli Israeliti dal Monte Sinai alla riva orientale del Fiume Giordano. Alcuni studiosi ritengono che la Torah fosse stata compilata ai tempi dell´esilio.

Molti altri studiosi, i cosiddetti minimalisti, che hanno influenza principalmente in Europa, sostengono che la Bibbia sia invece un´invenzione relativamente recente di coloro che presero il controllo della Giudea alla fine del IV secolo a.C. In quest´ottica, gli eventi narrati nei primi libri della Bibbia sarebbero ampiamente romanzati, in modo da offrire ai nuovi sovrani un ruolo nella storia del paese e sostenere così le loro pretese sui territori.

"La nuova ricerca sulle iscrizioni suggerisce che questo non è vero" ha dichiarato Pitard. Infatti, il team di ricerca nota nel suo rapporto che le immagini migliorate con le tecniche digitali mostrano che le righe del VII secolo della benedizione erano "effettivamente più vicine ai paralleli biblici di quanto precedentemente riconosciuto".

Il Dr. P.Kyle McCarter della John Hopkins University, uno specialista in antichi scritti semitici, hanno dichiarato che la ricerca "potrebbe porre fine alla controversia su queste iscrizioni."

Uno studio ravvicinato, ha dichiarato McCarter, ha mostrato che la scrittura a mano è uno stile antico della scrittura ebrea e che le lettere provengono da un antico alfabeto ebraico, che smise di essere usato dopo la distruzione di Gerusalemme. La successiva scrittura ebraica usualmente adottava l´alfabeto aramaico. Vi fu un´eccezione ai tempi del governo romano, attorno al I secolo prima e dopo Cristo, quando furono fatte rivivere le lettere dell´antica scrittura ebraica. Ma McCarter scarta la data più recente per le iscrizioni.