Il progetto riguarda le regioni Campania, Basilicata, Puglia e Calabria per un investimento pari a 7, 5 milioni di euro. In sostanza la prima grande iniziativa di catalogazione e mappatura dei siti archeologici sottomarini del sud. I dati che verranno raccolti costituiranno una banca dati che avra' il duplice scopo di migliorare le conoscenze scientifiche in campo archeologico e di incrementare la tutela dei tesori subacquei. Il ministero mettera' a disposizione poi tali dati con tutti gli organi deputati al controllo delle acque: Arma dei carabinieri, Guardia di finanza, Capitanerie di porto e Guardia costiera. Il progetto che e' stato affidato a otto imprese sulla base di una gara internazionale (capofila del raggruppamento e' la Nautilus di Vibo Valentia) prevede l'utilizzo di tecnologie all'avanguardia. Oltre i cento metri viene ad esempio utilizzato il mini sommergibile 'Remora' e ancora oltre i Rov, mezzi che consentono di lavorare fino a 610 metri di profondita'. Ad illustrare i primi risultati del progetto in corso che ha interessato finora i mari della Campania e della Puglia, e' stato il ministro per i Beni e le Attivita' Culturali, Giuliano Urbani. ''Grande ricchezza di relitti -ha spiegato il ministro- li ha 'offerti' il mare della Puglia. Ma anche l'isola di Capri ha riservato grandi sorprese''. Nelle acque che circondano l'isola sono stati infatti fatti tre ritrovamenti di eta' romana, risalenti a quasi 2.000 anni fa. Il primo relitto giace un fondale sabbioso ad una profondita' di 92 metri e presenta un carico di anfore tripolitane riferibili al I secolo dopo Cristo. Trovato poi un giacimento archeologico che si eleva dal fondale per oltre 3 metri ed e' composto da almeno cinque tipologie di anfore differenti e per la quasi totalita' di contenitori impiegati per il trasporto e il commercio della frutta. Anche questi sono databili al I secolo dopo Cristo. Al IV secolo dopo Cristo, invece, risalgono anfore per contenere salse di pesce ritrovate sempre nei mari di Capri. Finora sono 37 i siti documentati e posizionati in Campania e 37 quelli documentati e posizionati in Puglia. Un tale lavoro, ha spiegato ancora il ministro Urbani, servira' non solo a scoprire la ricchezza dei nostri mari ma a riqualificare il turismo. Il ministero, nell'ambito del progetto, si impegna a recuperare quei relitti ritenuti ''eccezionali'' dagli stessi archeologi che stanno lavorando al programma di censimento e di ricerca. Un lavoro, come ha spiegato Giovanni Torchia, responsabile per l'esecuzione del progetto, che fa comprendere anche lo stato dei nostri mari e della fauna ittica.
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