''La grande quantita' di dati archeologici e paleobotanici - ha dichiarato il direttore tecnico, Tine' - restituiti dagli scavi, ha gia' consentito di rileggere la preistoria della Calabria e l'ulteriore estensione dell'area indagata, effettuata quest'anno, arricchira' ulteriormente il quadro delle conoscenze''. In particolare, spiega il capo della spedizione, ''tra gli orizzonti attraversati dallo scavo in corso si segnala la cospicua messe di materiali recuperata per uno dei periodi piu' oscuri dell'intera preistoria italiana, ma insieme anche uno dei cardini del nostro sviluppo culturale, ovvero il passaggio tra l'epoca neolitica e quella dei metalli''. ''Il cosiddetto neolitico finale - ha sottolineato Tine' - rappresenta, infatti, insieme la ''fine del mondo neolitico'' e l'alba del nuovo, straordinario ciclo culturale dell'eneolitico''. La scoperta e' la diffusione della metallurgia, spiega il direttore tecnico degli scavi, ''con tutte le sue implicazioni in termini economici, politici e sociali e' la grande novita' dell'eta' del rame, che in questa fase di transizione ha le sue radici''. Davvero straordinaria ed unica nell'attuale stato della ricerca preistorica il Italia la scoperta di una struttura a carattere abitativo, fondata su pali e con planimetria rettangolare absidata, che e' stata messa in luce su questi livelli della grotta di Saracena''. Dal prosieguo delle ricerche, ''con l'esplorazione degli strati propriamente neolitici della caverna, data anche la relativa ampiezza dell'area scavata - preannuncia Tine' - ci si attendono ulteriori importanti acquisizioni sulla piu' antica storia della Calabria''.