Il sottosuolo continua a regalare "tesori" alla città. Proseguono a ritmo serrato gli scavi archeologici a corso Centocelle, dove durante i lavori di cantiere per il restyling della centralissima via, sono emersi importanti reperti storici. Prima a tornare alla luce è stata una parte di "Porta Campanella", vecchio accesso cittadino risalente al 1850, poi è emerso adiacente alla porta una parte di un muro perimetrale detto "Opera a corno" antecedente al 1600. Da ultimo gli scavi, condotti dall´archeologa Gigliola Possenti con la supervisione di un tecnico del restauro del Museo Nazionale di Civitavecchia, hanno scoperto un pozzo sempre risalente al 1800, cantenente una serie di suppellettili, molti dei quali ben conservati.
«Si tratta di reperti importanti per ricostruire e testimoniare la storia di Civitavecchia - ha commentato l´assessore ai Lavori pubblici Roberto Passerini che per agevolare i lavori ha messo a disposizione una squadra di operai dell´ufficio tecnico, le attrezzature necessarie e una pompa che dovrà aspirare l´acqua proveniente da una sorgente sotterranea che rallenta il recupero dei reperti - e che vorremmo che rimanessero sempre sotto gli occhi della gente. In questi giorni c´è stato un grosso interesse da parte di tanti cittadini, che stazionano davanti agli scavi e che vorrebbero che rimanessero a vista. Ed insieme al sindaco De Sio stiamo lavorando proprio in questo senso. Non vorremmo - ha proseguito Passerini - ripetere gli sbagli commessi da precedenti amministrazioni di coprire frettolosamente importanti ritrovamenti storico-arecheologici. Per questo stiamo facendo tutti i passi necessari per verificare la possibilità di lasciare la parte del muro seicentesco e di porta Campenella alla luce, coperta da una lastra di plexiglas. Abbiamo richiesto una relazione che testimoni il valore dei reperti alla Sovrintendenza ed uno studio di fattibilità all´architetto che sta seguendo i lavori del cantiere di corso Centocelle. Sarà proprio l´architetto Enza Evangelista che dovrà valutare la possibilità di coprire lo scavo con una lastra trasparente dopo aver creato un muro contenitivo e predisposto un´idoneo sistema di illuminazione. E che ovviamente, nello studio, dovrà quantificare la spesa».
Per adesso, dunque, non c´è ancora l´assoluta certezza che gli importanti scavi possano rimanere come patrimonio della città, ma l´intenzione sembra proprio essere quella. Un´intenzione in netta controtendenza con quanto avvenuto in passato, che non si limiterebbe a lasciare a vista il tratto di corso Centocelle, ma che vorrebbe riportare alla luce anche il tratto di via "basolata" e le fondamenta di domus romane che in piazza Vittorio Emanuele trovati nel 1992 e coperti con una aiuola. Una idea ques´ultima di cui si sarebbe già parlato anche in giunta.
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