PALERMO - Un rostro in bronzo, quasi certamente utilizzato da una nave romana nella prima Guerra Punica contro i Cartaginesi; 19 anfore di fattura greca, romana e punica e tre ceppi d' ancora romani in piombo. E' il materiale recuperato dal Comando carabinieri Tutela Patrimonio Culturale in collaborazione con la Procura di Trapani. A detenerli era una persona che e' stata rintracciata dagli inquirenti, ai quali ha indicato anche la zona di mare dove sarebbe avvenuto il ritrovamento. La stessa dove, secondo gli studiosi, si svolse nel 241 a. C. la battaglia delle Egadi tra la flotta romana e quella cartaginese. L' operazione investigativa corona gli sforzi di tanti anni di ricerche e studi nel campo della tutela archeologica subacquea, intrapresi dall' assessorato per i Beni Culturali della Regione Siciliana. I reperti sono stati consegnati in custodia giudiziale a Sebastiano Tusa, direttore del servizio per i Beni Archeologici della Soprintendenza di Trapani. E' lo stesso Tusa a illustrare le caratteristiche del rostro: ''Si tratta di un oggetto assolutamente unico nel suo genere, tant' e' che nel Mediterraneo se ne conosce soltanto un altro ritrovato nei pressi di Atlit, in Israele. E' formato da un pezzo unitariamente fuso in bronzo che si andava ad inserire nel punto di congiunzione tra la parte finale prodiera della chiglia e la parte piu' bassa del dritto di prua. Esso era inoltre agganciato alla parte lignea dello scafo, mediante numerosi chiodi di cui si trova ancora traccia sul suo bordo''. ''La parte anteriore del rostro - spiega ancora lo studioso - e' costituita da un possente fendente verticale rafforzato da ben tre fendenti laminari orizzontali. Questa era lo strumento micidiale che veniva inserito con forza sulle fiancate delle navi nemiche per determinarne il rapido affondamento grazie alle falle che generava. Per le sue caratteristiche tipologiche e tecniche il rostro si data nell' ambito del III terzo secolo a.C.''.
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