E' stata realizzata nella regione del Wolayta, nell'Etiopia meridionale, dai componenti dell'associazione culturale che da anni collabora con il Museo di Storia naturale della Maremma e con l'Universita' di Firenze.
Durante una campagna di scavo effettuata nel 2002, nel sito preistorico Harurona Cave (Gesuba, Wolayta), gia' documentato dall'associazione nel 1995, vennero alla luce migliaia di strumenti in ossidiana che gli esperti hanno collocato cronologicamente in un periodo di oltre 12.000 anni fa. Considerata l'importanza di questa scoperta fu presentato un progetto di ricognizione di tutto il territorio circostante, autorizzato dal ministero del Turismo etiope e parzialmente finanziato dal nostro ministero degli Affari Esteri. Importante il coinvolgimento della nostra Ambasciata d'Italia in Etiopia che, tramite il Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura, Emiliano Longhi, ha curato i rapporti diplomatici con le autorita' locali. Il team della spedizione, composto da otto studiosi, e' partito per Addis Abeba il 17 novembre 2003 ed e' tornato in Italia il 7 dicembre. Facevano parte della squadra il coordinatore Carlo Cavanna, il direttore scientifico Luca Bachechi, gli archeologi Debora Moretti, Roberto Torre, Antonio Landi, gli speleologi Gildo Lombardi, Igino Castelli e Giovanni Cannavale. La ricognizione vera e propria si e' svolta in gran parte a piedi, per la mancanza di vie transitabili con mezzi meccanici o animali, e con il determinante ausilio di guide locali. In questo periodo di tempo sono state visitate e documentate numerose localita' di interesse preistorico, speleologico e naturalistico; tra queste sono stati individuati 21 nuovi siti di archeologia preistorica: 17 siti con stele falliche, singole o multiple, 2 localita' con rappresentazioni d'arte rupestre all'aperto e 2 grotte, una delle quali con presenza di incisioni rupestri. Sono stati, inoltre, individuati un ponte naturale scavato dal torrente Menisa nella roccia vulcanica, tre cascate che precipitano per circa duecento metri ognuna, una rupe dove la leggenda vuole che un antico re locale facesse dei sacrifici umani, delle misteriose e lunghissime muraglie che si snodano lungo l'altopiano, l'affascinante fiume Omo che solo nel 1896 Vittorio Bottego riusci' a cartografare.Al ritorno in Italia e' stato realizzato un sito web che documenta le scoperte e le testimonianze storiche e archeologiche dei siti. Vi si puo' trovare la mappa dell'area, i tratti da percorrere, le posizioni geografiche, i tempi di percorrenza e tante fotografie. Il sito è visitabile all'indirizzo: www.ethiopiatrekking.com.
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