I pugni chiusi in segno di sofferenza, la postura scomposta ed i segni delle botte sugli scheletri di quattro adolescenti, vittime di un feroce rituale: e' lo scenario svelato dagli archeologi che lavorano al sito turco di Arslantepe, nella valle dell' Eufrate, che hanno scoperto la tomba con resti di sacrifici umani piu' antica della storia, datata 3000 a.C..
''I primi sacrifici umani che si conoscevano - spiega Marcella Frangipane direttrice della missione archeologica italiana che agli scavi del palazzo di Arslantepe lavora da 27 anni - sono quelli della necropoli reale di Ur in Mesopotamia, che si datano pero' 5 o 6 secoli piu' tardi''.
Secondo quanto spiegato dalla studiosa, oggi a Firenze per intervenire ad un convegno organizzato dalla rivista ''Archeologia viva'', la tomba, l' unica di tutto il palazzo, ha una forma tondeggiante con un diametro di cinque metri. Sul fondo era stata costruita una cista con grossi monoliti di pietra dove era stato deposto, su una tavola di legno, un uomo dall' eta' di circa 35-40 anni, alto un metro e 75 (altezza d' eccezione per quelle popolazioni). Tutt' attorno alla testa della salma erano state conficcate, come in un rituale, 7 punte di lancia, mentre accanto al cadavere erano stati appoggiati 60 oggetti, tutti in metallo, tra cui una spada, tre pugnali e quattro asce.
Queste armi insieme ad altre spade trovate nel palazzo di Arslantepe datate 3300 a.C. sono le piu' antiche della storia, e testimoniano la prima forma di ''metallurgia'', in una lega ottenuta dalla combinazione di rame ed arsenico, la sostanza tossica di cui erano ricche le miniere dell' Anatolia.
A testimoniare la regalita' delle spoglie del defunto anche un diadema in argento e rame battuto e spilloni e fermacapelli in argento ed in oro, oltre a collane con pezzetti di cristallo di rocca e corniola e molti vasi, alcuni uguali a quelli trovati all' interno del palazzo; altri erano tipici delle popolazioni nomadi e dedite alla pastorizia di origine caucasica che costruirono il loro villaggio fortificato sui resti del palazzo di Arslantepe, dopo il grande incendio che distrusse la struttura nel 3000 a.C., epoca di costruzione della tomba.
A coprire la salma doveva esserci una sorta di sudario, testimoniato dai frammenti di tessuto trovati sparsi un po' ovunque, che documentano la diffusione dell' arte tessile, quando una delle attivita' piu' diffuse era la pastorizia. Dall' analisi delle ossa di animali trovati nel palazzo emerge, infatti, che le pecore costituissero l' 80% della fauna.
Appoggiati sopra la copertura della cista c'erano invece gli scheletri di quattro adolescenti con segni evidenti di maltrattamenti subiti nei giorni precedenti a quella morte terribile. A provarlo sarebbe un inizio di saldatura appena accennata delle ossa fratturate. Alcuni di loro stringevano i pugni mentre altri avevano le mani alzate, come a segnalare una grande sofferenza.
''Probabilmente erano stati picchiati e poi calati nella fossa - ha spiegato Frangipane - in un rituale davvero feroce''. Due degli adolescenti, un maschio di 15-16 anni ed una ragazza di 13-15 erano probabilmente congiunti dell' adulto. In testa portavano infatti diademi con la stessa decorazione del morto, ed avevano anche spilloni di rame ed argento e fermacapelli d' argento.
''Abbiamo tentato anche di fare il Dna sui resti per stabilire se vi fosse un legame di parentela - ha proseguito l' archeologa - ma le ossa erano molto mineralizzate e la materia organica si e' persa completamente''. All' altra estremita' della cista c' erano gli scheletri di due ragazze, tra i 13 ed i 15 anni, prive di ornamenti e quindi probabilmente ancelle.
''Quando abbiamo fatto questo ritrovamento - ha detto l' archeologa - la fossa era piena di terra. L' imboccatura della tomba e' andata persa perche' successivamente in questa zona sono state costruite le case di un villaggio''. La riproduzione della tomba e gli oggetti che vi erano conservati saranno visibili nel museo in corso di allestimento a Malatja (la citta' piu' vicina al sito).
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