Sono state trovate in Italia, in particolare nei pressi del vulcano di Roccamonfina, in Campania, le prime impronte lasciate da una specie di Homo, il genere cui apparteniamo noi stessi. Secondo gli autori, che hanno pubblicato una breve comunicazione sulla rivista Nature, Paolo Mietto, Marco Avanzini e Giuseppe Rolandi (rispettivamente dell'università di Padova, del Museo tridentino di scienze naturali e dell'università di Napoli) le impronte sono state impresse su un terreno con un'età che va dai 385.000 ai 325.000 anni, e l'uomo (o gli uomini) ha camminato su una colata lavica che, secondo Giuseppe Rolandi dell'università di Napoli, era calda (circa 50-70 °C) quando le impronte sono state lasciate. Dopo il passaggio, l'intero tracciato è stato ricoperto di cenere vulcanica che il tempo ha eroso per lasciare, ai nostri giorni le tracce allo scoperto. Solo il caso ha permesso poi di segnalare il fatto agli esperti, perché in zona la camminata preistorica era conosciuta semplicemente come "impronte del diavolo".
Chi era? Secondo Marco Avanzini, e in attesa di datazioni più precise, le impronte dovrebbero essere di Homo heidelbergensis, una specie che visse in Europa e Africa da 500.000 a 125.000 anni fa e dalla quale potrebbe essere derivato l'uomo di Neanderthal. Non era quindi un nostro antenato diretto, ma uno dei primi uomini veri e propri che hanno colonizzato l'Europa. A giudicare dalla distanza tra le singole orme, gli individui che hanno lasciato le impronte dovevano essere alti non più di un metro e mezzo. Accanto alle impronte umane si sono trovate anche altre orme di animali, anche se non è stato possibile definire se si trattasse di erbivori o carnivori.
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