Ormai sembra quasi certo: secondo il parere della maggior parte degli studiosi odierni, biblisti geografi archeologi..., Tarsis era in Sardegna.
Centriamo l´attenzione sul noto Libro biblico di Giona. Uno dei più belli, assieme a quello umanissimo di Giobbe. Forse il più moderno, basta leggere anche solo l´incipit di questo delizioso scritto, in cui si descrive, in modo un po' ironico, il dramma spirituale di un profeta, di un uomo qualunque. Dice Dio a Giona: John, devi andare a Ninive, a oriente. Ma John, il trasgressivo, si impunta e fa di testa sua: Chi me lo fa fare! Va al porto, paga il costo della traversata e si imbarca in direzione Tarsis, all´estremo opposto di Ninive, verso le isole occidentali d´oltremare. Ecco le parole esatte del testo biblico. «Il Signore ordinò a Giona: "Va´ a Ninive...", ma Giona decise di andare dalla parte opposta, verso Tarsis. C´era a Giaffa una nave diretta verso quella città. Pagò il prezzo della traversata e simbarcò con i marinai» (Giona 1, 1-3). Teniamo a mente quel nome Tarsis, che ritorna parecchie volte nella Bibbia e per la maggior parte in un senso univoco e costante: un porto di mare ai confini del mondo occidentale allora conosciuto, divenuto ormai proverbiale nella mentalità collettiva. Altro esempio, nel Salmo 72, in cui si dice: «I re di Tarsis e di isole lontane porteranno doni» (al messia). Qui il salmista vede in visione i tempi del futuro liberatore di Israele, quando arriveranno amici del messia "perfino" da Tarsis. "Le isole"... di solito per gli ebrei di quel tempo (siamo circa al IX o X secolo avanti Cristo) indicano le terre ai limiti estremi del Mediterraneo: Sardegna, isole Baleari. Anche da questo passo si evince che Tarsis è una località portuale della costa mediterranea, ai limiti del mondo, a ovest della Palestina. Decriptando questi due passi biblici si arriva a determinare ragionevolmente che Tarsis, oltre che un porto di mare nel lontanissimo occidente, è un posto di mitiche ricchezze, divenuto (come si arguisce anche da altre citazioni bibliche) un bengodi proverbiale, sede di re potenti e liberi, che possiedono congrui mezzi di trasporto per grandi traversate marine, una località bene individuata che non può essere confusa alternativamente con l´India, con altri paesi orientali o altre zone geografiche... Segnaliamo che proprio a quel periodo viene fatto risalire l´apogeo della civiltà megalitica dei nuraghi, quelle torri poderose che personificano in un orizzonte culturale uniforme tutta la Sardegna; che nella coeva stele fenicia di Nora una delle più probabili letture cita una Tarsis in Sharden (b tršš: a Tarsis) b šrdn š (tra i Sardi); che in Sardegna esiste a tutt´oggi una località di origine fenicia (Tharros) e un idronimo (Tirso) la cui assonanza ci richiama invincibilmente alla Tarsis in questione (cfr "Tharsis", del sottoscritto - Ed. PTM, Mògoro). Sono assonanze troppo significative, che in una cultura come quella della Sardegna, così conservatrice e gelosa della propria identità e degli elementi tradizionali e perfino dei nomi primitivi, acquistano ancora maggior valore probativo. Indirettamente, da queste citazioni, riceve grande prestigio anche la sua remotissima civiltà, la cui localizzazione non aveva bisogno di precisazioni presso le popolazioni fenicie e palestinesi.
Certamente questi non sono argomenti definitivi riguardo alla "città" di Tarsis, ma che tuttavia sembrano "addendi" certi che aspettano unicamente l´esplicitazione della relativa "somma": Tarsis è da localizzare nella Sardegna sud occidentale, quella già superconosciuta e frequentata dai fenici del tempo di Giona.
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