Nelle prime ore di oggi, il Ministro della Cultura Farouk Hosni, il Segretario Generale del Supremo Consiglio di Antichità Egiziano Zahi Hawass, il Responsabile per la Cultura Francese Denis Losche e ufficiali ed archeologi anziani egizi e francesi si prevede attendano all´inaugurazione di una speciale esposizione "Champollion, Legrain... Scoprendo la Terra d´Egitto" alla sala del centenario del Museo Egizio.
L´esposizione è giunta al Cairo dopo sei mesi nella capitale sulle Alpi Francesi, Grenoble, dove ha segnato il centenario della famosa scoperta, da parte dell´egittologo francese George Legrain, del complesso di Karnak. La ricorrenza coincide anche con il nono Congresso Internazionale di Egittologia.
Mediante i traguardi raggiunti dagli eminenti archeologi francesi Legrain e Jean François Champollion, gli abitanti del Cairo potranno gettare uno sguardo fresco sul magico e misterioso mondo dell´antico Egitto. La mostra si terrà al Museo Egizio per due mesi.
"Si tratta di una mostra importante che riflette le lunghe e stabili relazioni diplomatiche tra Egitto e Francia e del presidente egiziano Mubarak e della sua controparte francese, Jaques Chirac, specie nel campo dell´egittologia" ha dichiarato Hosni ad Al-Ahram Weekly. Ha dichiarato che negli ultimi cinque anni differenti esposizione faraoniche, Copte e Islamiche si sono tenute in Francia; l´ultima "La Gloria dei Faraoni", fu inaugurata da entrambe i presidenti lo scorso Ottobre, all´Istituito del Mondo Arabo di Parigi.
Venticinque statue di granito e calcare – solo alcuni dei 779 oggetti scoperti da George Legrain nel 1904 nella Sala dell´Ipostilo del Tempio di Amun-Ra a Karnak – giacciono qui in un´atmosfera di divinità e serenità. Illustrazioni fotografiche in bianco e nero mostrano uomini al lavoro nel corso degli scavi del 1904; che rimuovono blocchi di calcare, che spazzolano via la terra da una statua semi-sepolta nella sabbia, o tirano una spessa corda legata ad un grosso oggetto di granito. Un ritratto di Legrain insieme ad una breve biografia lampeggia su una parete.
Secondo Hawass, le 25 bellissime statue incise ritraggono i vari scaglioni delle antiche società egiziane dall´inizio del Medio Regno (2011 a.C.) fino alle invasioni romane d´Egitto nel 30 a.C.
"Sono una testimonianza della vita ordinaria dell´antico Egitto, dal momento che hanno rivelato dettagli di indumenti, capelli e abitudini come anche le comuni tradizioni." Ha dichiarato Hawass.
Tra i reperti più significativi in mostra si trova una raffinata statua di calcare di Prammatico I, fondatore della XXVI dinastia, nella forma di una sfinge; una statua di diorite grigia di Shapenoupet II, figlia del Faraone Piankhi della XXV dinastia, nella forma di una sfinge femminile con il busto di un toro; una statuetta di calcare bianco del musicante di Amun, Taheret, con i capelli ricci; ed una statua di quarzite gialla dell´alto sacerdote di Memphis, Khaemouset, figlio di Ramesse II.
Il direttore del Museo Egizio Wafaa El-Saddiq ha dichiarato al Weekly che alcuni degli oggetti illuminano un´importante tradizione religiosa degli egiziani delle "Divine Mogli di Amun", o principesse reali che diedero la loro vita per servire dio. "Questo era simile al monoteismo copto" ha dichiarato El Saddiq.
Nella seconda parte della mostra sono esposte alcuni oggetti personali di Champollion, che illustrano a loro modo il suo lungo cammino per risolvere il mistero del codice geroglifico.
Gihan Zaki, professore di egittologia alla Facoltà del Turismo all´Università di Helwan, che ha partecipato all´organizzazione della mostra, ha dichiarato che l´Istituto Francese per gli Studi Orientali (IFAO) ha prestato al museo una collezione di manoscritti originali di Champollion che mostrano i suoi primi tentativi di disegnare e comprendere i geroglifici in modo da poterli comparare con altri antichi scritti egiziani come gli scritti ieratici e copti. Una copia del primo libro di riferimenti geroglifici, La Grammaire Egyptienne si trova tra gli oggetti della mostra, con una lettera scritta dallo stesso Champollion a Dacier, capo dell´Accademia di Belle Lettere di Parigi, dove dichiara di essere riuscito a decifrare il linguaggio degli antichi egizi.
La città di Figeac, luogo di nascita di Champollion, ha concesso in prestito alla mostra il suo passaporto, certificati di nascita e battesimo e la sua tessera di identificazione di quando era studente al Dipartimento di Studi Orientali.
Grenoble, la città ove Champollion spese la sua giovinezza e dove sviluppò il suo gusto per gli antichi linguaggi ed il suo interesse per l´Egitto, ha prestato fotografie della sua casa di famiglia a Vif, sulla periferia di Grenoble. Queste mostrano la scrivania del famoso egittologo, la sua camera da letto e la libreria, come anche souvenir di famiglia e ritratti dell´uomo e di membri della sua famiglia. Copie dei suoi manoscritti originali, documenti e articoli sono anch´essi in esposizione.
L´organizzatore della mostra, Inji Fayed ha dichiarato al Weekly che Cristiane Desroches-Noblecourt sarà onorata di un riconoscimento dal ministro della cultura per il suo contributo all´Egittologia. Desroches-Noblecourt era capo del dipartimento di antichità egizie al Museo del Louvre, come anche insegnante di Egittologia. Giocò anche un ruolo importante durante le operazioni di recupero negli anni ´60 e lavorò incessantemente per proteggere i monumenti egizi e nubiani.
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