Paestum (Salerno) - E' tornato a casa il vaso Assteas, il cratere a campana datato intorno al V secolo a.C., restituito all'Italia dal museo americano Paul Getty due anni fa e che ha girovagato in diverse mostre in varie città italiane.
Il vaso, alto più di 70 centrimetri, a vernice nera e decorato con la storia del Ratto di Europa, è stato consegnato al Museo Archeologico Nazionale di Paestum, in occasione della XII edizione della Borsa Mediterranea del turismo archeologico (19-22 novembre), che tutti gli anni si svolge a Paestum.
Il cratere è uno dei pezzi più importanti dei circa 80 capolavori restituiti dal museo Getty di Malibu al nostro Paese. Si tratta infatti di uno dei rari manufatti firmati dal celebre Assteas, artista greco trasferito a Paestum con la sua bottega. Proprio per la sua decorazione con il Ratto di Europa, l'opera è stata esposta al Quirinale in occasione dei cinquant'anni dalla firma della Carta Europea.
Il prezioso reperto fu rinvenuto nel 1970 a Sant'Agata dei Goti (Benevento) da un tombarolo che lo vendette sul mercato antiquario per un milione di lire e un maiale. Fu acquistato da un collezionista privato svizzero nel 1978 e dal museo Getty nel 1981. E' stato poi individuato al museo americano come il vaso Asteass attraverso lunghe indagini svolte dai carabinieri per la tutela del patrimonio artistico.
Alla cerimonia di riconsegna erano presenti gli stessi protagonisti della trattativa, ossia i carabinieri del Comando Tutela del Patrimonio Culturale, il Comandante Massimiliano Quagliarella, che per primo inviò l´informativa che diede origine all´indagine, e il responsabile del nucleo regionale tenente Carmine Elefante, con la Soprintendente Archeologica Maria Luisa Nava e la direttrice del museo Marina Cipriani.
Molti dei vasi firmati da Assteas sono disseminati in musei stranieri, ma il museo di Paestum è quello che custodisce la più grande raccolta di vasi figurati attribuiti all´officina di ceramisti che hanno operato a Paestum dalla fine del V agli inizi del III secolo a.C, cioè prima, durante e successivamente all´attività di Assteas.
Hanno partecipato alla presentazione anche il direttore della scuola di specializzazione in archeologia classica, medievale e orientale dell´Università di Salerno Angela Pontrandolfo e il professore Emanuelo Greco, Direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene, prestitosa istituzione che quant'anno compie cento anni. Proprio in occasione di questo anniversario, il professor Greco ha lanciato l'allarme per i tagli ai finanziamenti annunciati dal governo, che potrebbero compromettere l'attività futura della Scuola.
Infine, nell'ultimo giorno della Borsa di Paestum, è stata presentata la commovente sepoltura di una sacerdotessa bambina, scoperta nell'ultima campagna di scavo conclusa lo scorso settembre sull'altopiano dell'antica cultura Nazca, in Perù. Un ritrovamento che aggiunge un altro enigma al già misterioso complesso cerimoniale sepolto di Cahuaci, sul quale da anni lavora l'archeologo bresciano Giuseppe Orefici.
Ricca di un raffinato corredo funebre con un simbolismo intrigante ancora da interpretare appieno, quella sepoltura, come ha spiegato lo stesso Orefici, consiste in un pozzo che si apre su un altare con numerosi sacrifici alle divinità. La tomba stessa, riferibile all'anno 350 d.C., è un tempietto in miniatura, e nel pozzo, insieme a ricche offerte, fu seppellito il corpo di una fanciulla quattordicenne, abbigliata e decorata con grande raffinatezza ma vistosamente denutrita: rappresentazioni di orche marine sui tessuti, volto dipinto e ingioiellato, monili e collane in oro, ametiste, turchesi, lapislazzuli e altro materiale esotico proveniente da lontano, ma anche ossa fragilissime tipiche di un soggetto sofferente di grave denutrizione, e articolazioni delle spalle deformate come da una prolungata posizione forzata a braccia alzate e aperte in posizione di preghiera; un particolare, quest'ultimo, che ha indotto gli studiosi ad attribuire la salma ad una sacerdotessa bambina.
"Un dettaglio che gli archeologi impegnati nello scavo hanno trovato particolarmente toccante - racconta Orefici - è costituito da alcune teste di uccellini, deposte accanto al corpo della fanciulla, con il becco legato da un laccio: non avrebbero mai più dovuto cantare, nemmeno dell'oltretomba, per il lutto e il dolore provocato dalla morte della fanciulla. Sul volto spicca un grande ornamento nasale d'oro, con un foro aperto in corrispondenza della bocca: rappresenta sei colibrì, tre per lato, che si avventano su due serpenti arricciati ai lati delle narici. In tutta la cultura Nazca, solo in altre due tombe sono stati rinvenuti ornamenti nasali del genere, entrambi sul volto di personaggi di altissimo rango".
Orefici scava da anni nel grandissimo complesso cerimoniale di Cahuaci, che ha già illustrato in precedenti convegni scientifici: si tratta di edifici e monumenti destinati unicamente al culto delle divinità, che ad un certo punto, verso il 500 d.C., furono seppelliti cerimonialmente, sigillati con parecchie offerte sotto la chiusura, e abbandonati. Secondo l'interpretazione dello studioso, l'abbandono di quei templi sta a significare l'abbandono delle divinità stesse da parte dei fedeli, a causa di tre calamità naturali che avevano colpito il popolo e che hanno lasciato segni devastanti sul complesso stesso di Cahuaci: un violentissimo terremoto e due terrificanti inondazioni. Poichè era venuto meno il ruolo di protezione e di concessione di favori degli dei agli uomini, gli uomini decisero di non voler più mantenere il culto di quelle divinità, e lasciarne deserto il luogo di culto, non senza deporre offerte di addio.
L'edizione della Borsa Mediterranea del turismo archeologico di quest'anno, organizzata dalla Provincia di Salerno e dalla Regione Campania, con il sostegno tra gli altri del Ministero dei Beni Culturali, l' Organizzazione Mondiale del Turismo e l'Unesco, ha ospitato 90 tour operator di 17 paesi accredati, tra i quali la Francia, l'Austria, la Cina, il Giappone, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Germania. Duecento gli espositori accreditati, provenienti da tutte le regioni italiane e da 30 paesi stranieri, tra i quali per la prima volta il Cile, la Giamaica, il Giappone e l' Indonesia. Ospite ufficiale della XII edizione, il Portogallo.
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