Destano non poche perplessità le modalità progettuali con cui i nostri amministratori e tecnici comunali hanno affrontato la manutenzione di piazza Roma, a Milazzo. Ci riferiamo in particolare alla mancata realizzazione di scavi archeologici in un sito del nostro territorio comunale che più volte ha offerto preziosi reperti, alcuni dei quali risalenti persino alla tarda età del bronzo (XII-XI sec. a. C.).
Fu durante i lavori di esecuzione del monumento ai Caduti, negli anni Venti, che si registrò il primo rinvenimento archeologico. Venticinque anni dopo, precisamente nell´ottobre del 1950, durante i lavori per la posa delle tubazioni dell´acquedotto diretti dal barone ing. Domenico Ryolo – cui oggi è intitolato l´Antiquarium di via Impallomeni ed al quale presto sarà intitolato l´istituendo Museo Archeologico ubicato nella medesima via – venivano scoperte, di fronte all´odierno condominio Lorenzini, ben 17 tombe, primo nucleo di due necropoli risalenti a periodi diversi, necropoli che via via sarebbero state riportate alla luce grazie all´appassionata opera del Ryolo, coadiuvato, ma solo in un secondo tempo, dall´archeologa Madeleine Cavalier.
Oggi, nonostante questi eclatanti precedenti, si è proceduto alla progettazione della manutenzione di piazza Roma senza minimamente preoccuparsi degli scavi archeologici – la piazza è in gran parte ancora inesplorata – che avrebbero potuto impinguare non poco il corredo espositivo del suddetto istituendo Museo, arricchendo nel contempo l´offerta turistica della nostra Città. Un danno all´offerta culturale e museale ed a quella turistica della nostra Milazzo, dunque.
Un fatto grave ed inquietante, perché ci riporta indietro nel tempo, quando mancava la sensibilità verso l´archeologia e quando – fatto ancor più grave – i rinvenimenti archeologici venivano occultati impunemente, pur di lasciare via libera all´avanzata del cemento. A tal proposito circola in città una voce, che si fa sempre più insistente e che desideriamo venga presto smentita dai nostri amministratori.
Pare infatti che, tentando di ovviare alla carente progettualità del Comune di Milazzo, la Sovrintendenza ai BB. CC. e AA. di Messina, sezione archeologica, avesse manifestato sin dall´apertura dell´attuale cantiere la volontà di intervenire con un´accurata campagna di scavi, allo scopo di mettere in salvo i reperti eventualmente riaffiorati dal sottosuolo. Ma sembra che questa lodevole iniziativa, rischiando di compromettere il taglio del nastro, che sarebbe potuto slittare ben oltre la data delle prossime elezioni amministrative, sia stata abilmente soffocata da una variante al progetto, la quale, modificando radicalmente l´impianto dell´intervento di manutenzione, avrebbe previsto furbescamente l´innalzamento del piano di calpestio della piazza con la realizzazione di qualche fila di gradini onde evitare di scavare nel sottosuolo, rendendo in tal modo impotente la stessa Sovrintendenza.
Se tutto ciò fosse vero sarebbe piuttosto inquietante, oltre che irrispettoso della vocazione culturale e turistica di Milazzo che verrebbero così sacrificate da meri interessi elettoralistici.
Cogliamo dunque l´occasione per invitare chi ci amministra a fare chiarezza su quanto appena riferito, se cioè questi fatti corrispondono a verità o se, come invece ci auguriamo, sono semplicemente volgari illazioni – ispirate da avversari politici privi di scrupoli – che meritano di essere seccamente smentite.
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