Un anfiteatro, una cisterna, un palazzo imperiale ed un edificio: sono i luoghi riportati alla luce da uno scavo svolto nel porto di Traiano dagli archeologi dell'Università di Southampton in collaborazione con la British School at Rome, la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Ostia e l'Università di Cambridge.
Il progetto, denominato "Portus Project" e diretto dal Prof. Simon Keay, docente di Archeologia romana presso l'Università di Southampton, si è concentrato su un'area mai indagata scientificamente in precedenza e ha comportato complessivamente sei mesi di scavo, svolto negli ultimi tre anni. In questo arco di tempo sono riemerse importanti vestigia di quello che era il porto di Roma Imperiale, snodo commerciale fondamentale per la vita della città. Era proprio in questo porto, che si estendeva su circa 65 ettari, che arrivavano, infatti, derrate alimentari, schiavi, bestie selvatiche, marmi e molti altri beni.
"Già intorno al 1866, il famoso archeologo Rodolfo Lanciani, che aveva visitato questa aerea, aveva ipotizzato la presenza di un teatro in questo punto, " spiega il Professor Keay sottolineando come l'anfiteatro, di forma ellittica lungo 42 metri e largo 38, risalga al III secolo d.C.
"Diversamente dagli altri anfiteatri che si potevano vedere in lontanza, questo edificio era situato all'interno del Palazzo Imperiale. Aveva un carattere intimo e probabillmente rispondeva alle necessità ludiche di chi gestiva il complesso, forse un ufficiale. Non sappiamo ancora che tipo di spettacoli si svolgessero qui, se lotte fra gladiatori e bestie o solo con bestie o gare navali. Purtroppo ci sono rimaste solo le fondamenta perchè la parte superiore è stata demolita nel IV-V secolo per edificare le mura di cinta del porto, " continua il Professor Keay precisando come la presenza di un anfiteatro in un porto sia un fatto abbastanza raro.
I lavori di scavo hanno riguardato anche le parti limitrofe dell'anfiteatro e qui sono emersi degli ambienti raffinati che appartenevano ad un palazzo imperiale. E proprio in queste stanze sono stati rinvenuti reperti importanti come una testa di marmo raffigurante probabilmente Ulisse, un grande capitello corinzio e altri pezzi marmorei di pregio che adornavano il palazzo stesso. "Il palazzo era decisamente una residenza lussuosa dove si può ipotizzare che l'imperatore vivesse di ritorno dai suoi viaggi. Aveva pavimenti rivestiti di marmo e marmo ed affreschi sulle pareti, " puntualizza il Professor Keay.
Di tutto rilievo anche lo scavo della cisterna, un tempo situata proprio sui moli, che ha fatto completamente riemergere un edificio di tre piani al cui interno si trovano ancora resti di pilastri. All'esterno, da segnalare invece la presenza di un opus spicatum sui pavimenti.
Quanto all'edificio di considerevoli dimensioni che sorge proprio dietro l'anfiteatro, gli studiosi non sono ancora riusciti a stabilirne la funzione.
A pochissima distanza dallo scavo, ma non più nella parte demaniale, si trova invece il famoso bacino di Traiano, noto per la sua forma esagonale che agevolava l'attracco delle antiche navi romane. Costruito dall'imperatore all'inizio del II secolo d.C., il bacino fu nel tempo abbandonato a causa del progressivo insabbiamento della costa laziale. Caduto in completo stato di abbandono nel corso del medioevo ed invaso dalle paludi, il porto di Traiano è stato bonificato nel ventesimo secolo. Attualmente si trova nella tenuta di proprietà della famiglia Sforza Cesarini che ne permette la visita due volte a settimana.
Oltre ai luoghi appena scavati, il Porto di Traiano vanta una darsena, una basilica paleocristiana, i magazzini Severiani e quelli Traianei, canali di collegamento e l'imponente portico di Claudio.
Il sito archeologico è aperto per delle visite guidate due volte al mese ( il 1° sabato e l'ultima domenica di ogni mese). Necessaria la prenotazione al numero tel.0665010089. La visita dura tre ore ed è gratuita. Per raggiungere l´area Archeologica del Porto di Traiano: Via Portuense n. 2360. (30/09/2009-Letizia Guadagno-ITL/ITNET)
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