VENEZIA - Venezia avrebbe origini romane. A confermare questa ipotesi sarebbero recenti studi del Dipartimento di Geografia dell'università di Padova, commissionati dalla Regione. L'antenata dell'odierna Venezia, la città di Altino, è stata riportata alla luce su una mappa e nella sua totalita: ponti, mura, abitazioni, e poi costruzioni monumentali quali il teatro, la basilica e il foro.
Questa la città romana che occupava la zona della laguna settentrionale nel primo millennio A.C.
Una città che aveva già un sofisticato sistema architettonico completamente adattato all'ambiente lagunare. Infatti, grazie a uno studio pubblicato sulla rivista Science e basato su foto aeree anche a infrarossi, è stata ricostruita nel dettaglio la topografia di questa città che risale al primo millennio A.C. e fu assimilata dai romani nel II secolo AC.
Lo studio di telerilevamento è stato condotto dall'equipe coordinata da Paolo Mozzi del dipartimento di Geografia dell'Università di Padova, insieme, tra gli altri, ad Andrea Ninfo.
La città di Altino, nota dal XIX secolo, era già abitata nel primo millennio A. C. dai paleoveneti, poi nel II secolo A. C. fu annessa a Roma. I Romani ampliarono la città, valorizzando la zona attraverso interventi di bonifica. «Noi ne abbiamo ricostruito la struttura, tracciato la mappa - spiega Mozzi - perché finora ci si limitava a sapere che Altino era lì ma senza sapere come fosse fatta».
Le foto usate nello studio danno una visione di quello che c'è subito al di sotto del terreno arato e sono state scattate nel 2007 in un periodo di grave siccità, per questo hanno reso possibile vedere bene i resti sotto il terreno (che corrispondono alla città di epoca romana). Ne emerge un quadro molto dettagliato: «vediamo una cinta muraria - descrive Mozzi - un teatro, un anfiteatro fuori le mura, la basilica, il foro con il mercato, poi una strada principale connessa con la via Annia. Si vede inoltre un canale che taglia in due la città e va in direzione della laguna. Considerando il livello del mare in età romana - continua Mozzi - quel canale doveva essere connesso con la laguna, inoltre era connesso con i fiumi e quindi rappresentava un punto di raccordo tra sistemi fluviale e lagunare».
A ridosso delle mura, inoltre, il canale forma una porta acquea e le mura diventano ponte. «Con dimensioni comparabili a quelle di Pompei - spiega Mozzi - Altinum è la sola grande città Romana nel Nord Italia e una delle poche in Europa che non è stata sotterrata dalle città sorte successivamente, medievali e moderne ed è per questo che possiamo vedere così bene le strutture cittadine dell'epoca romana», si vedono addirittura le case e le strade interne.
«I nostri risultati indicano l'esistenza di una complessa struttura urbana con varia e spettacolare architettura che si è adattata alla peculiarità dell'ambiente lagunare - si legge su Science. Questi dati mostrano che i Romani riuscirono con successo a sfruttare l'ambiente anfibio parecchi secoli prima che la città di Venezia cominciò ad emergere sull'arcipelago in mezzo alla laguna».
C'è tuttora un lavoro in corso in accordo con la Regione Veneto e la Sovrintendenza, spiega Mozzi, per verificare lo stato di conservazione delle strutture nel sottosuolo, considerando che Altino è stata "smontata" e spogliata dei suoi materiali preziosi per costruire la vicina Torcello e Venezia. Un'opera di scavi sarebbe troppo complicata, conclude Mozzi, ma questo lavoro e le nostre ricerche in corso permetteranno di capire quanto c'è di intatto di questo importante patrimonio storico e archeologico.
Gli scavi per riportare alla luce Altino. «Nelle prossime settimane - spiega Franco Miracco, portavoce del presidente del Veneto Giancarlo Galan - Regione, Sovrintendenza e università di Padova illustreranno un progetto archeologico, storico e museale e daranno il via a una vera e propria campagna di scavi».
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