È stata aperta un'inchiesta sui reperti trovati anni fa nel territorio di Allai. La notizia arriva direttamente dalla segreteria del ministro ai Beni culturali Sandro Bondi al quale si è rivolto, con una nota scritta, un gruppo di persone che vuole vederci chiaro su una vicenda che sta assumendo quanto mai i contorni di un giallo. Prima infatti la battaglia per il riconoscimento dell'autenticità di questi reperti, messa in dubbio dalla Sovrintendenza, poi il sequestro degli stessi e ora la mancanza di notizie su che fine abbiano fatto. Della vicenda è stata interessata la Procura della Repubblica di Oristano. Questa per ora l'unica certezza. Arriva direttamente dal Ministero al quale si sono rivolti per un intervento trentaquattro firmatari di una nota (residenti in vari centri, Carbonia, Olbia, Nuoro, Roma, Ladispoli, Munchengladbach per citarne alcuni). Inoltre della vicenda si discute anche su Facebook (il social network più usato al mondo) dove il dibattito sui reperti di Allai vede iscritte oltre cento persone. I reperti sono stati rinvenuti tempo fa nel lago Omodeo in secca e in località Is Nabrones da Armando Saba, dipendente della Regione e appassionato di archeologia. Da subito sono stati ritenuti interessanti, in particolare un dischetto con una scrittura che corre a spirale dall'esterno verso l'interno e che potrebbe cambiare il corso della storia. Secondo Gigi Sanna, ex professore di greco e latino del Liceo classico De Castro e appassionato della storia nuragica, sarebbero etruschi. Lo studioso, nominato dal Comune di Allai responsabile tecnico - scientifico dei reperti, si è spinto anche oltre. Ha infatti individuato nelle incisioni di alcuni di questi ritrovamenti la chiave di lettura per interpretare i segni incisi sul Piombo di Magliano (Toscana) e sul Fegato di Piacenza, due importanti testimonianze che conservano tanti segreti della storia, della religione e della lingua etrusca. A ciò però si sono sempre contrapposti i dubbi avanzati dalla Sovrintendenza che però, nel gennaio 2008, inviò nel centro del Barigadu i carabinieri per prendere in consegna i reperti. Da allora non si è più saputo niente. «Si dice che la Soprintendenza li abbia spediti a Milano - si legge nella nota indirizzata al Ministro - da un non meglio identificato esperto etruscologo». Nella lettera si legge inoltre: «Il grande epigrafista tedesco Herbert Sauren accennò una interpretazione della iscrizione a spirale. Segnalò che o si tratta di un falso geniale ed estremamente colto oppure si è davanti a una prova della frequentazione etrusca nella vallata ora sommersa dal lago Omodeo». Cosa che, se fosse vera, implicherebbe riscrivere anni di storia. «In ogni caso - conclude il documento - la Soprintendenza non si può arrogare il diritto di tacere ancora, dopo un anno che i ciottoli sono nelle sue mani».
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