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19 Gennaio 2006 STORIA
innovations report
ANTICHI LAGHI DEL SAHARA
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Il Sahara non è sempre stato il luogo arido e inospitale che è oggi – era una volta una savana pulsante di vita, secondo i ricercatori dell´Università di Reading e Leicester.

Otto anni di studi nell´area del deserto della Libia di Fazzan, ora uno dei luoghi più asciutti ed inaccessibili della terra, hanno rivelato oscillazioni nel suo clima, atti a causare periodi considerevolmente più umidi, durati per migliaia di anni, in cui il deserto si mutò in una savana ed i laghi offrirono acqua per popoli e animali.

Ciò, a sua volta, ci offre indizi cruciali sulla storia degli umani nell´area e sul modo in cui questi antichi abitanti interagirono con i mutamenti ambientali quando la terra ricominciò ad asciugarsi intorno a loro.

Nel loro articolo "Antichi laghi del Sahara" che appare sul numero di gennaio-febbraio della rivista American Scientist, il Dr Kevin White dell´Università di Reading ed il Professor David Mattingly dell´Università di Leicester hanno spiegato come hanno impiegato la tecnologia satellitare e le evidenze archeologiche per rivelare nuovi indizi circa l´ambiente passato del Sahara e la preistoria umana nell´area.

"Il clima del Sahara è stato altamente variabile nel corso dei millenni e siamo stati in grado di offrire elementi molto più specifici di questi mutamenti" ha dichiarato White. "Nel corso degli ultimi 10, 000 anni, vi sono state due distinte fasi umide, separate da un intervallo di condizioni altamente variabili, ma generalmente asciutte tra circa 8, 000 e 7, 000 anni or sono. Un altro periodo tendenzialmente asciutto si verificò attorno a 5, 000 anni or sono, conducendo all´ambiente che noi conosciamo."

I ricercatori hanno determinato dove si trovavano una volta le superfici d´acqua, usando immagini radar del deserto prelevate dallo spazio. Queste immagini mostravano fiumi, laghi e sorgenti ora sepolte sotto le sabbie delle dune. Quando questi corpi si asciugarono migliaia di anni or sono, il risultante deposito di minerali cementò insieme i sedimenti del lago e questi strati induriti sono rintracciabili solo mediante l´uso di immagini radar.

"Queste informazioni sono essenziali perché gli archeologi hanno necessità di concentrare i loro sforzi presso gli antichi fiumi, laghi e sorgenti, dove le persone usavano aggregarsi per la loro necessità di base di acqua" ha dichiarato il Dr White. "Abbiamo trovato ampie quantità di strumenti di pietra attorno alle antiche fonti d´acqua, ad indicare che vi furono almeno due fasi di occupazione umana."

I primi umani nell´area furono cacciatori-raccoglitori paleolitici che vissero nel Fazzan tra 400, 000 e 70, 000 anni or sono. Sopravvissero cacciando prede grosse e piccole in un paesaggio che era considerevolmente più umido e verde di adesso.

Una prolungata fase arida da circa 70, 000 a 12, 000 anni or sono condusse apparentemente gli umani fuori dalla regione, ma da allora tornarono le piogge – insieme ai popoli.

Circa 5, 000 anni or sono il clima ricominciò ad asciugarsi, ma questa volta i popoli si adattarono sviluppando civiltà agricole con città e villaggi concentrati attorno alle oasi. Questo processo culminò con l´emergere della società Garamantiana nel I millennio a.C.

Il Prof. Mattingly ha dichiarato: "Abbiamo dato una visione completamente nuova di questa società elusiva. I Garamanti erano noti agli antichi romani come una razza di guerrieri del deserto, ma l´archeologia ha mostrato che avevano agricoltura, città, e sistemi straordinariamente avanzati di estrazione idrica che permise alla loro civiltà di progredire per circa 1, 000 anni mentre la terra si asciugava attorno a loro."

Coltivavano una varietà di cereali, come grano e orzo, ed altri prodotti come la palma da dattero, vino, olive, cotone, e ortaggi.

Quando il clima del Sahara iniziò ad asciugarsi, continuarono ad estrarre l´acqua da ampie falde acquifere sotterranee e la trasportarono mediante un complesso sistema di canali.

"Il fatto che i Garamanti svilupparono questo geniale sistema di irrigazione mostra che la nostra abilità ad applicare soluzioni ingegneristiche per trattare con i mutamenti climatici non è un fenomeno moderno" ha dichiarato il Dr. White. "Il graduale prosciugarsi delle sorgenti e l´essiccazione del paesaggio circostante devono essere apparsi tragici, e fu allora che capirono di dover sviluppare metodi sofisticati per sopravvivere.

"Ma perfino questa società notevolmente adattabile – una delle prime civiltà urbane nel deserto – non riuscì a resistere per sempre a simili proibitive condizioni ambientali. In un momento imprecisato attorno al 500 d.C., la società dei Garamanti crollò ed il loro sistema di irrigazione cadde in disuso.