Circa 1.7 milioni di anni or sono, un antenato dell´uomo, l´Homo erectus, iniziò ad abitare le paludi e gli altipiani di Java. Tanto è noto dalle ossa di più di 100 individui dissotterrati sull´isola indonesiana dal 1891. Ma la cultura del primo "Uomo di Java" rimane un mistero. Nessun reperto più antico di un milione di anni era mai stato trovato – fino ad ora.
Al Congresso sulla Preistoria indo-pacifica tenutosi a Manila dal 20 al 26 marzo, l´archeologo Harry Widianto del Centro di Ricerca Archeologica Nazionale di Yogyakarta, Indonesia, ha mostrato ai colleghi gli strumenti di pietra trovati nei sedimenti che egli dice furono lasciati lì attorno a 1.2 milioni di anni or sono, e che furono probabilmente creati 1.6 milioni di anni or sono. La scoperta, presso un famoso sito di ominidi chiamato Sangiran, nel Bacino di Solo della Java centrale, "apre una nuova finestra sulla vita dell´Uomo di Java" ha dichiarato il paleoantropologo Russell L Ciochon dell´Università dell´Iowa. Seppure gli ominidi evolsero apparentemente in Africa, l´Indonesia è un Giardino dell´Eden, con una ricchezza di fossili di H.erectus. La sorprendente scoperta due anni or sono degli "hobbit" – il piccolo H.floresiensis delle Isole di Flores – aggiunge una controversia sull´evoluzione degli ominidi in questo settore del mondo.
Nel 1998, Widianto trovò scaglie di pietra presso lo strato Grenzbank di 800, 000 anni or sono a Sangiran, i cui sedimenti risalgono a circa 2 milioni di anni. Quindi nel settembre 2004, il suo team, in uno strato datato per estrapolazione dalle rocce attorno a circa 1.2 milioni di anni or sono, dissotterrò, nei due mesi seguenti, circa 200 scaglie – lunghe diversi centimetri, primariamente costituiti di calcedonia, di colore oscillante da beige a rosso sangue – in una sezione di sabbia di 3 metri per 3 depositati da un antico fiume.
La scoperta, non ancora pubblicata, potrebbe essere perfino più clamorosa di quanto Widianto abbia realizzato, ha dichiarato Ciochon. Il suo team, che lavora anche a Sangiran, ha usato metodi radiometrici argon-argon ad altissima precisione, e datato così gli strati vulcanici sovrastanti i livelli scavati da Widianto, da 1.58 a 1.51 milioni di anni or sono – considerando cioè le scaglie risalenti ad almeno 1.6 milioni di anni. Se le scaglie fossero rimaste indisturbate per tutto quel tempo, sostiene Ciochon, rappresenterebbero "una delle più antiche evidenze di manifattura umana di reperti di pietra al di fuori dell´Africa". La loro antichità corrisponderebbe alle più antiche scaglie trovate in Cina, a Majuangou, datate a 1.66 milioni di anni or sono.
Ma non tutti sono convinti. Seppure le scaglie siano abrase, probabilmente dall´acqua, alcune scaglie di calcare sono notevolmente affilate. "La differenza nelle condizioni di preservazione potrebbe indicare che abbiamo a che fare con un deposito secondario di scaglie di differenti età mischiate insieme", avverte l´archeologa Susan Keates, dell´Università di Oxford, UK, che ha preso parte all´incontro. Altri invece dissentono. "Credo che lo scavo sia affidabile, perché i depositi sono spessi ed indisturbati" ha dichiarato Hisao Baba, curatore di antropologia al Museo Nazionale delle Scienze Giapponese, e presso l´Università di Tokio, il cui team ha partecipato alla scoperta dei fossili di H.erectus e scaglie a Java.
Le scaglie di Sangiran sono "fondamentalmente differenti", più piccole – di quelle ottenute dall´H.erectus in Africa, ha dichiarato Ciochon. Le evidenze, sostiene, suggeriscono che l´Uomo di Java avesse da coprire grandi distanze per raggiungere piccoli depositi di selce e così creava piccoli strumenti finemente lavorati, in contrasto con gli strumenti più grandi trovati in Africa. Considerando la scarsità di materiali di scarto a Java, Ciochon ha dichiarato che si tratta di una tecnologia "sensibilmente raffinata". Widianto riprenderà gli scavi a giugno. "Andremo sempre più a fondo, risalendo sempre più indietro nel tempo" promette.
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