Un´esposizione di importanza mondiale è stata inaugurata questa settimana in Calabria, nella punta d´Italia.
Il soggetto è la Magna Grecia, nome dato alle regioni d´Italia che furono colonizzate dagli antichi Greci attorno a 2, 500 anni or sono.
A giudicare dalla storia della Magna Grecia, le migrazioni della moderna Europa sembrerebbero non essere niente di nuovo: per gli antichi Greci, ad esempio, il sud dell´Italia era l´America.
Molto tempo prima del fiorire dell´Impero Romano, navigavano ad ovest alla ricerca di nuove terre da colonizzare.
Si insediarono attorno alla ospitale linea costiera di Calabria e Sicilia, dominando le tribù locali, costruendo immensi templi ai loro dei e fondando colonie di lingua greca.
Ad ogni modo, le loro città e culture furono in seguito distrutte dai Romani. Solo in tempi molto recenti, gli archeologi sono stati in grado di ricostruire la loro storia.
Si tratta di un puzzle intrigante con molti pezzi ancora mancanti.
Salvatore Settis dell´Università di Pisa, una dei principali archeologi italiani, ha portato insieme a Catanzaro più di 800 pezzi di sculture di marmo e terracotta della Magna Grecia.
Furono originariamente scavati e recuperati dal mare attorno alle coste dell´Italia meridionale, ma sono ora sparse in musei e collezioni private di tutta Europa.
Vi sono anche monete d´oro e d´argento, antiche mappe, libri, iscrizioni e vasi greci, come anche busti, incisioni che ritraggono offerte votive alle divinità greche, i cui templi una volta arricchivano il panorama italiano.
Alcuni dei più raffinati templi greci possono ancora essere visti presso Paestum, a sud di Napoli.
L´area attorno, ha restituito alcune delle più sorprendenti scoperte archeologiche, comprese pitture murali, elaborati contenitori di bronzo per miele, vino ed olio, ed iscrizioni che offrono importanti indizi su questo mondo antico, ormai quasi scomparso.
La mostra di Catanzaro può vantare anche i due grandi fogli di bronzo, conosciuti come le Tavole di Heraclea, recuperati nel 1732 ed ora custoditi presso il Museo di Napoli. Le Tavole recano iscrizioni antiche in greco su un lato, e sull´altro, un testo databile a diverse centinaia di anni più tardi, in Latino.
Offrono una delle prime evidenze documentali delle vite degli antichi abitanti di lingua greca di questa parte del Mediterraneo.
Settis ha dichiarato che, come nativo della Calabria, è sempre stato affascinato da un´eredità inattesa della Magna Grecia: il grande numero di antiche parole Greche sopravvissute per più di 2, 000 anni nel suo dialetto locale.
"Furono gli aristocratici inglesi che si infatuarono delle sculture greche scavate nel sud dell´Italia nel tardo XVIII secolo.
"Il console inglese a Napoli, Sir William Hamilton, fu uno dei primi seri collezionisti di arte greca dall´Italia" ha dichiarato Settis.
"Gli archeologi italiani ed i collezionisti iniziarono ad essere interessati a questo genere di articolo nel corso del XIX e XX secolo. Il ricordo di questo mondo a lungo perduto è ora stato risuscitato."
Catanzaro, situata proprio sulla punta dello stivale italico, è una capitale piuttosto inospitale, costruita sui due lati di una gola profonda, e non compare normalmente tra le città d´arte delle carte turistiche italiane.
Ad ogni modo, le autorità italiane sperano che i visitatori stranieri che si recheranno alla nuova mostra, potranno essere interessati a conoscere i resti scoperti di recente nella città vicina di Scolacium. Si tratta della città che i romani costruirono quando conquistarono la Magna Grecia e fondarono le loro colonie sulle rovine del precedente insediamento greco.
La tenuta di un proprietario terriero è stata convertita in un piccolo museo con esposti alcuni raffinati pezzi di scultura romana, recuperati nel corso di scavi recenti.
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