Sepolta in profondità nella Valle dei Papiri, coperta dalla lava solida del Vesuvio, si trova una delle più raffinate librerie del mondo antico. Ma gli scavi potrebbero distruggere più di quel che salvano.
Sembravano pezzi di carbone quando l´ingegnere militare svizzero ed il suo team, che per primo esplorò la città sepolta di Ercolano nel XVIII secolo, vi si imbatterono. E come detriti antichi, furono gettate in mare. Ma prima di essere coperti da una cascata di roccia vulcanica sciolta a più di 400 gradi di temperatura, questi oggetti ora anneriti, erano parte della biblioteca della più grande villa della città, dove il suocero di Giulio Cesare s´intratteneva con le gemme epigrammatiche del suo filosofo epicureo personale, Filodemo.
Vi erano papiri della letteratura del mondo antico, come gli archeologi 250 anni or sono tardivamente compresero. Circa 1, 800 sono stati recuperati fino ad ora, e seppure sia i papiri che l´inchiostro siano carbonizzati, le moderne tecniche termiche di recupero delle immagini hanno reso possibile decifrarli, con l´aiuto sostanzioso della tecnologia informatica.
La metà di essi hanno svelato i loro segreti. Nessuno probabilmente entrerà nella lista dei best seller: per lo più si tratta di lavori di filosofi epicurei, come Filodemo. Ma seppure questi morì circa un secolo prima della disastrosa eruzione del Vesuvio, i papiri scoperti fino ad ora potrebbero ben provenire dalla sua libreria privata. Ma gli esperti sospettano che solo una frazione dei papiri all´interno della Villa dei Papiri, come è nota, siano stati finora scoperti. Nuovi scavi negli anni ´90 hanno rivelato due pavimenti della villa precedentemente sconosciuti, sotto quelli già esplorati. Ma poiché l´intera villa è scavata nel tufo, la pietra dura che si ottiene con l´indurirsi del flusso piroclastico, un nuovo impegno sarà richiesto ad ingegneri ed archeologi per trovare quel che rimane e riportarlo alla superficie.
Un gruppo di studiosi classici è stato recentemente convocato per riprendere senza indugio gli scavi all´interno della Villa dei Papiri. Grazie alla preservazione operata dalle lave del Vesuvio, si tratta senza dubbio della biblioteca più antica del mondo. E nessuno ha un indizio di quel che si trova al suo interno. E´ noto che il suo proprietario, quando Filodemo era in vita, era Lucio Calpurnio Piso Cesonino, senatore e ricco personaggio che intratteneva l´alta società romana in questa favolosa cittadina lambita dal mare. La villa era piena di bellissime statue, vasi ed altre opere d´arte, molte delle quali si trovano al museo di Napoli.
E´ altamente probabile che Piso possedesse un´ampia libreria, trattandosi di un uomo ricco e di cultura: e non costituita semplicemente di opere epicuree, ma anche altri scritti, greci e romani, cui un uomo di gusti letterari doveva essere familiare: commedie e tragedie greche, per esempio, o i dialoghi di Aristotele, o la Storia di Roma di Livio. Data la sopravvivenza della collezione di Filodemo, si è sostenuto, il resto della libreria potrebbe trovarsi in condizioni simili. Carbonizzata ma accessibile.
La villa fu costruita a qualche centinaio di iarde di distanza dalla città di Ercolano. Le antiche case, raggruppate insieme ad antichi negozi, templi e taverne, erano costruite di pietre color crema: sono ancora visibili, senza tetto e con piante e fiori selvatici che spuntano dai muri, strutturalmente nel complesso in buono stato. Tutti i siti sono visitabili dai turisti, eccetto la Villa dei Papiri, aperta solo a gruppi particolari e con permessi particolari. Dietro un´ampia entrata di cemento ed un massiccio cancello d´acciaio, quel che resta della Villa dei Papiri è avvolta in un sonno incrostato di roccia. Gli scavi devono essere valutati e studiati con grande precisione, perché, seppure il patrimonio ancora nascosto sia immenso, il rischio di perderlo per sempre è altrettanto grande. Paradossalmente, per lo stato della tecnologia, il solo modo per assicurare la sopravvivenza di quel che emerge dalla villa, è lasciarla esattamente dove si trova, incastonata nella roccia.
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