ROMA – La popolazioni rurali nel Vicino e Medio Oriente solitamente credono che l´arrivo degli archeologi presupponga la ricerca di un tesoro. Ma si sono ormai abituate al lavoro di una missione archeologica italiana che conduce scavi ad Arslantepe - un remoto e antico sito presso la città di Malatya e alla sorgente dell´Eufrate nella Turchia sud-orientale – da più di 40 anni. Quantità minime d´oro, per lo più nella forma di piccoli ornamenti, sono venute alla luce ad Arslantepe, ma il sito ha svelato grande ricchezza di informazioni sullo sviluppo di una delle più antiche civiltà urbane del mondo, ed una impressionante lista di "primi": il primo palazzo conosciuto, le prime spade, i primi lucchetti dentati funzionanti con chiavi e la prima tomba principesca con quelli che sembrerebbero i rischi di sacrificio umano.
Il palazzo contiene alcune delle più antiche e meglio preservate pitture murali. Furono eseguite su superfici gessate, e consistono in rappresentazioni stilizzate di esseri umani ed animali. Al sito sono state scoperte un´antica paletta da pittore ed una pietra piatta con una depressione centrale che ancora reca tracce di colore.
Queste scoperte si datano tutte a più di 5, 000 anni or sono. Il Portale del Leone di stile Neo-Ittita che avrebbe dato ad Arslantepe (La Collina del Leone) il suo nome turco, venne dopo. Costruito attorno a 3, 000 anni or sono, il portale attualmente si trova all´entrata del Museo delle Culture Anatoliche di Ankara. Ma la maggior parte degli affascinanti antichi reperti di Arslantepe sono custoditi presso il Museo Archeologico di Malatya.
Per celebrare il 700° anniversario della sua fondazione, l´Università La Sapienza di Roma, i cui archeologi hanno condotto lo scavo turco, stanno organizzando un´esposizione dedicata al sito, riferendo la sua storia ed esponendo più di 180 oggetti provenienti da essa. L´esposizione, presentata con ammirevole lucidità in Inglese ed Italiano dal leader della missione, Marcella Frangipane e dai suoi colleghi, continuerà ai Mercati di Traiano fino al 9 gennaio.
I cereali erano coltivati nelle aree attualmente note come Siria, Libano, Israele e Palestina a partire dall´VIII millennio a.C., ed in Anatolia dal 7000-6000 a.C. Ciò condusse alcuni dei nostri antenati a lasciare una vita da cacciatori raccoglitori nomadi, e portò alla formazione dei primi villaggi e città. Arslantepe fu fondata attorno al 4, 250 a.C. fino a quando fu più o meno abbandonata con il crollo dell´Impero Assiro (614-610 a.C.), entro il quale territorio era compresa.
Come risultato di questa lunga occupazione, si trovano al sito strati sopra strati di edifici e detriti umani accumulati nel tempo, poiché quel che era nato come un villaggio sulla piana crebbe fino a raggiungere le dimensioni di un tumulo che misura attualmente 30 metri di altezza.
Da quel che può essere evinto dal primo periodo di scavo di Arslantepe, il sistema sociale era inizialmente per lo più egualitario, con abitanti che vivevano in condizioni domestiche simili. Per il 4, 000 a.C. apparve un tempio di dimensioni ragguardevoli, che sembrò anch´esso giocare un ruolo significativo nella conservazione e distribuzione del cibo. Sono state dissotterrate migliaia di giare da conservazione, bottiglie e coppe di taglia standard per la misurazione e la distribuzione del cibo, probabilmente su base giornaliera.
Differenti prodotti erano conservati in contenitori di ceramica di varie forme e dimensioni, coperte con tessuti e sigillate da un segno d´argilla. In seguito, perfino le chiusure delle porte delle sale di conservazione erano sigillate, alcune venivano chiuse con lucchetti usando chiavi di legno di un tipo ancora oggi in uso in Medio Oriente e Africa. Così, le riserve di cibo potevano essere controllate accuratamente, razionate se necessario, e la rimozione non autorizzata di grano ed altri beni testimoniata dalla scoperta di sigilli infranti.
Nel corso dell´evoluzione degli Arslantepe, i mutamenti nelle sistemazioni domestiche rivelano che non solo i lavori divennero più specializzati, ma che particolari gruppi ed individui iniziarono a prendere il sopravvento e a governare sugli altri. Ciò diede eventualmente luogo all´insorgere, attorno al 3400-3350 a.C., del primo palazzo complesso conosciuto, che assolveva ad una funzione residenziale, ma che consentiva di svolgere nello stesso luogo anche funzioni politiche, amministrative, economiche e cerimoniali.
Gli archeologi sono più propensi a credere ad improvvise distruzioni cataclismatiche, rispetto ad un lento e gentile declino. Attorno al 3, 000 a.C., Arslantepe fu afflitta da una versione, in scala ridotta, del disastro che condusse alla preservazione di così tanti reperti a Pompei. Il palazzo fu bruciato da un grande fuoco, e si conservarono così migliaia di oggetti sotto pareti e soffitti crollati. Tra essi, spade meravigliosamente modellate e rifinite, fuse in leghe di rame e arsenico in un solo pezzo (una di esse con un manico d´argento) e punte di freccia.
La distruzione del palazzo fu probabilmente il risultato di una violenta rivoluzione interna, oppure di un attacco da parte pastori nomadi che vivevano ancora accanto alla popolazione di Arslantepe. E mentre queste lance potevano ragionevolmente essere usate principalmente per la caccia, le spade suggeriscono fortemente che per quel periodo fosse emersa una classe dirigente che usava la forza per controllare i suoi sottoposti e per difendersi da essi.
Non molto tempo dopo quest´evento, si ebbe un seppellimento reale di un uomo nei suoi 30 o 40 anni, dotato di ricchi beni seplocrali come contenitori di ceramica, armi, ed ornamenti d´oro e argento. Sopra e attorno al coperchio di pietra del sarcofago si trovavano tre ragazze ed un ragazzo nella sua adolescenza, che mostra segni di trattamenti violenti e che furono probabilmente sepolti vivi. Varie ipotesi sono state avanzate per spiegare il fenomeno, tra cui che i giovani fossero imparentatati al capo nella tomba e sacrificati per unirsi a lui nell´oltretomba, o che fossero i suoi eredi e furono uccisi in un colpo di stato da parte dei rivali della famiglia.
Per circa un secolo, i pastori che vagavano tra le piane e le montagne circostanti sembrano aver iniziato a spostarsi nell´area, e sul lungo periodo la città fu ripopolata ed i suoi abitanti si riorganizzarono. Arslantepe probabilmente cadde sotto il governo dell´Impero Ittita, e quando questo crollò, sopravvisse come regno indipendente. In seguito divenne uno stato tributario al potente impero assiro. Quando il suo monarca non riuscì a pagare quanto dovuto, l´Imperatore Assiro Sargon II, nel 712 a.C., saccheggiò la città, che, secondo una testimonianza geroglifica contemporanea, "si spaccò come un vaso di ceramica", quindi deportò la popolazione "come un gregge di pecore", prese prigioniero il re e la sua corte, e portò via gran quantità di bottino.
La città non si riprese più e gradualmente i suoi resti furono sovrastati, trasformando le tracce della presenza umana in quel che sembrava semplicemente una figura topografica sul vasto panorama anatolico. Grazie al lavoro abile e creativo della missione italiana, la sua storia di 3, 500 anni è stata vividamente riportata alla vita.
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