CHICAGO – La giovane donna cerca rifugio presso la porta, in una camera interna della villa – forse pensando di fuggire nella campagna, lontano da pomice e ceneri che piovevano dal Monte Vesuvio.
Invece, fu colpita da un getto di gas vulcanici surriscaldati, ceneri e frammenti di roccia che la portarono a morte quasi immediata. La donna fu seppellita con la maggior parte delle sue proprietà, tra esse una collana d´oro e smeraldi, monete e due braccialetti d´oro a forma di serpente.
Nelle vicinanze, quattro vittime ritenute i servitori o forse schiavi morirono nello stesso modo. Uno di loro si copriva il volto con entrambe le mani; due cani morirono poco distante.
Il gruppo rimase congelato nel tempo per più di 1, 900 anni, per essere riscoperto solo nel 1984, durante uno scavo a Terzigno, una città nella periferia di Pompei.
Ora queste testimonianze del passato saranno visibili in "Pompei: storie da un´eruzione" una mostra che apre sabato al Field Museum di Storia Naturale di Chicago, la sua prima tappa negli Stati Uniti. La mostra tenta di esaminare la vita e la morte degli abitanti di Pompei nel 79 d.C., dopo la violenta eruzione del Monte Vesuvio in Italia. E per fare questo, la mostra riproduce sfarzosi affreschi dai colori brillanti, gioielleria, oggetti della vita di tutti i giorni, come strumenti, chiavi e lampade; e – ciò che è più suggestivo – calchi ricavati dal vuoto lasciato quando i corpi delle vittime furono disintegrati.
La mostra si focalizza su due città nell´area ricca di agricoltura della baia di Napoli. Ercolano era una località di mare di circa 5, 000 persone, costellata di ville dei patrizi romani. Nove miglia a sud, Pompei era una città cosmopolita di forse 20, 000 abitanti, centro per il commercio di vino, olio d´oliva e raccolti.
Il modo di vita sofisticato scomparve nell´agosto del 70 d.C., quando il monte Vesuvio eruttò attorno all´1 p.m.
La maggior parte di coloro che non furono uccisi nell´eruzione iniziale, perirono a causa del crollo di edifici, per soffocamento quando i materiali vulcanici bloccarono porte e finestre, o dalle esalazioni venefiche di nuvole arroventate di gas tossici e ceneri.
Per il modo in cui la catastrofe si sviluppò nel corso di due giorni, la gente ebbe il tempo di raccogliere i beni che considerava di valore o necessari alla sopravvivenza.
In un gruppo di 33 corpi presso l´uscita di Pompei, gli archeologi hanno trovato una lampada, chiavi di ferro, un pugnale di bronzo, e statuette di dei e dee. Il corpo di una donna aveva con sé una piccola fortuna, comprendente una bella collana con un raffinato motivo. Ed in un ricovero per barche presso Ercolano, dove molti residenti avevano sperato di trovare scampo dalla furia del vulcano per mare, una vittima fu trovata in possesso di una piccola cassetta di strumenti chirurgici, forse un dottore che sperava di offrire aiuto.
Ma le case e le opere recano indizi della vita nell´Impero Romano.
Una statua ritraeva la madre dell´imperatore. Un´altra riproduce un satiro che tiene un fiasco di vino ed era usato come fontana in un cortile.
Affreschi splendidamente preservati sono pezzi centrali della mostra – e non provengono solo dalle ville patrizie. Le pitture murali di un ristorante ritraggono quattro scene – inclusa una prostituta che saluta un cliente e diversi ospiti che giocano a dadi.
Gli altri elementi principali della mostra sono i calchi dei corpi, ad esempio una famiglia di quattro persone, uccise dal crollo di una casa, e due donne che si guardano l´un l´altra, avvolte in posizione fetale – la più giovane con il capo posato sulla spalla dell´altra.
La mostra è organizzata dalla Sovrintendenza archeologica di Pompei, che custodisce molti dei reperti. Altri appartengono alla collezione del Museo Archeologico di Napoli. Dopo la conclusione al Field Museum, il 26 marzo 2006, l´esposizione si sposterà alla volta di quattro musei Giapponesi. Ci si aspetta che torni ancora negli Stati Uniti nel 2008.
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