Nella sua dichiarazione di apertura al meeting di esperti d´arte ed agenti specializzati organizzata dall´Interpol a Lione, Francia, il vice-direttore generale dell´UNESCO, Mounir Bouchenaki, ha preso in esame il comportamento tenuto dalla comunità internazionale fino a questo momento nei confronti dei saccheggi d´arte in Iraq, e ricordato agli astanti che i siti archeologici sono ancora a rischio.
"Ci dovremo concentrare su quello che è accaduto al Museo iracheno di Baghdad, al Museo di Mosul, ma dovremmo anche prestare attenzione a quel che sta probabilmente accadendo in altri siti archeologici iracheni come Hatra, Ur, Assur etc." I registri del museo di Baghdad sono intatti, e ciò semplificherà la compilazione di un database di oggetti – chiave per stabilire cosa è stato prelevato, e quindi riuscire a recuperarlo – malgrado questa sia una missione di portata notevole.
Mounir ha dichiarato che l´UNESCO ha assunto la guida nel coordinare le varie istituzioni e creare un database, e ha reso nota un´offerta svizzera di 250, 000 franchi (circa 190, 000 dollari), finalizzata alla realizzazione del progetto. Non è ancora chiaro in che modo questo database dovrà essere strutturato, chi lo compilerà e quale sarà la relazione con il catalogo orientale dell´Istituto Orientale disponibile on-line o con la "lista rossa" del Consiglio Internazionale dei Musei, sviluppata con parte dei 2 milioni di dollari che gli Stati Uniti hanno stanziato per proteggere e restaurare i siti ed i musei in Iraq.
Ronald K. Noble, segretario generale dell´Interpol, ha dichiarato agli astanti che, "lo scopo dell´incontro di questa settimana è definire una comprensiva strategia internazionale per identificare i tesori culturali saccheggiati da Baghdad e restituirli alle loro originarie sedi". Ha descritto come lavora l´Interpol e quello che è stato fatto fino ad ora. "E´ importante che i mercanti di oggetti d´arte o antichità rubati non possano mai dormire sonni tranquilli pensando che l´Interpol abbia dimenticato. L´Interpol non dimentica, e l´Interpol si dedicherà, per tutto il tempo che sarà necessario, al recupero di opere d´arte rubate e antichità."
Anche il Procuratore Generale degli Stati Uniti John Ashcroft ha preso parte all´incontro. Secondo un reporter dell´ Associated Press, Ashcroft ha dichiarato: "Dalle prove che stanno emergendo, vi è una forte probabilità che i saccheggi ed i furti degli artefatti sia stato perpetrato da gruppi criminali organizzati – criminali che sapevano precisamente quel che stavano cercando e dove trovarlo... Malgrado i criminali che abbiamo commesso il furto potrebbero aver trasportato gli oggetti oltre i confini iracheni, dovrebbero sapere che non sfuggiranno in questo modo alle maglie della giustizia."
Lo stesso rapporto è stato commentato da John Edward Curtis del British Museum, che ha appena visitato Baghdad, e ha dichiarato che la sorte di un numero di antichità compreso tra 100, 000 e 200, 000, come anche un numero sconosciuto di piccoli oggetti che gli ufficiali del museo hanno rimosso prima della guerra per mantenerli al sicuro, è incerta. Ciò implica che i dati recentemente diffusi, secondo i quali solo 30 o 40 oggetti d´arte mancherebbero dal museo, nei fatti, si riferiscono solo ai pezzi che si trovavano ancora nelle sale d´esposizione.
La completa dichiarazione di Ashcroft è stata pubblicata sul sito web dell´Interpol.
I suoi commenti seguono l´annuncio della scorsa sera, secondo il quale gli Stati Uniti hanno preparato una risoluzione per il Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti che richiede che i paesi prestino particolare cura nella ricerca delle Antichità Irachene, proibendone l´importazione, e restituendo al museo qualsiasi ritrovamento. Questo rapporto della Reuters dichiarava che la misura sarà probabilmente resa operativa questa settimana.
Johnatan Foreman, un corrispondente da Baghdad per il New York Post, sostiene che le truppe degli Stati Uniti fossero impegnate a sorvegliare il Ministero del Petrolio di Baghdad, mentre avveniva il saccheggio del museo
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