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19 Aprile 2003 ARCHEOLOGIA
National Geographic News
L´ « ossario » del fratello di Gesù prossimo ad essere riconosciuto autentico
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Le molte questioni sollevate in relazione all´autenticità di una cassetta di pietra di 2000 anni or sono, che si ritiene avere custodito una volta le ossa di Giacomo, fratello di Gesù, potrebbero essere prossime alla risoluzione.

La cassa reca l´iscrizione "Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù". Ciò ha dato luogo ad una controversia tra gli studiosi biblici e gli archeologi, fin da quando è stata per la prima volta riportata nel numero di Novembre/Dicembre del 2002 della Rivista di Archeologia Biblica. L´autenticità dell´ossario stesso è generalmente accettata, ma molti studiosi si chiedono se tutta, o parte, dell´iscrizione non possa essere una contraffazione.

"L´artefatto è fino a questo momento stato esaminato al Royal Ontario Museum, e ha passato tutti i test ai quali è stato sottoposto" ha dichiarato Ben Witherington, professore di Nuovo Testamento presso l´Asbury Theological Seminary di Wilmor, Kentucky, e co-autore di The brother of Jesus (Il Fratello di Gesù N.d.T.). Il libro, pubblicato il 18 marzo, descrive il ritrovamento stesso, e quello che esso ci dice circa i tempi biblici, e le origini della cristianità.

"L´ossario di Giacomo è testimonianza del fatto che la gente del tempo avesse una grande fede nella resurrezione di Gesù" ha dichiarato Witherington. "In antichità, la crocifissione era il modo più umiliante e disonorevole di morire, e la gente riteneva che il modo in cui si moriva riflettesse il modo in cui si era vissuto.

"Se la vita di Gesù si fosse semplicemente conclusa sulla croce, nessuno avrebbe mai voluto includere il suo nome in un luogo d´onore come un ossario."

Per un periodo di 90 anni, dal 20 a.C. al 70 d.C., il costume funerario ebraico era quello di porre il corpo in una grotta per un anno circa e quindi raccogliere le ossa e porle in una cassa di pietra –ossario- che sarebbe quindi stato posto in una nicchia nella tomba di famiglia.

Sono state trovate parecchie centinaia di casse simili provenienti da quel periodo, 215 delle quali recanti un´iscrizione. Solo due casse menzionavano un fratello.

"Fino a questo momento, con tutte le iscrizioni che abbiamo, solo un´altra menziona un fratello" ha dichiarato Andre Lemaire, un paleografo all´Università della Sorbona di Parigi. "Ciò suggerisce che il fratello in questione fosse una persona eminente, importante".

Lemaire ha scoperto l´ossario mentre esaminava la collezione di Oded Golan, un ingegnere di Tel Aviv con una passione per le reliquie dei tempi biblici. Golan acquistò l´artefatto da un commerciante di Gerusalemme negli anni ´70.

L´assenza di informazioni circa la provenienza dell´artefatto solleva dubbi presso alcuni studiosi. Per gli specialisti di antichità, sapere dove qualcosa si trovasse originariamente, offre una serie di dettagli che potrebbe essere usata nell´autenticazione dell´oggetto.

"Il commerciante che lo vendette era un uomo di reputazione discutibile, noto a vari musei e agenzie governative per episodi di appropriazioni indebite" ha dichiarato Weric Meyers, archeologo presso la Duke University.

Meyers non discute che la cassa sia autentica e se si dati al primo secolo. La cassa è stata inizialmente testata in Israele dagli scienziati del Geological Survey Group, che l´hanno stimata di circa 2000 anni. E´ l´iscrizione però che divide il mondo accademico tra scettici e sostenitori.

"Sono più convinto che mai che l´artefatto sia stato manomesso, e che la parte dell´iscrizione che menziona il fratello di Gesù sia stata iscritta in data più tarda".

Witherington sostiene che gli esami hanno rivelato una grande quantità di informazioni circa la provenienza della cassa.

"E´stata fatta con calcare di Gerusalemme proveniente dal Monte Scopus, e i detriti incrostati sulle sue pareti interne provengono piuttosto specificamente da una regione di Gerusalemme; ciò si accorda bene all´ipotesi che la cassa provenga da Silewan, come il venditore di antichità aveva dichiarato originariamente a Oded Golan" ha aggiunto.

Golan però non sa offrire una testimonianza sicura circa quale mercante d´arte gli vendette la cassa circa 30 anni or sono.

Il dubbio proviene dal fatto che metà dell´iscrizione è stata ripulita in differenti momenti di tempo. La frattura si legge presso la parola "fratello", e la parte "fratello di Gesù" sembra essere scritta in forma leggermente più corsiva che l´inizio Casella di testo: Gesù e Giacomo. Se Gesù sia il figlio di Dio è un problema teologico, dice Andre Lamaire, l´uomo che ha per primo tradotto l´iscrizione sull´ossario di Giacomo. Ma gli storici non dubitano dell´esistenza di Giacomo né dell´esistenza di Gesù; entrambe sono menzionati frequentemente nei primi racconti storici. A seguito della morte di Gesù, nel 29 d.C., Giacomo assunse la guida della chiesa cristiana di Gerusalemme, fino a che egli stesso fu martirizzato nel 62 d.C. Secondo il racconto biblico, era uno dei primi apostoli che videro Gesù dopo la sua resurrezione. E´ sempre citato come fratello di Gesù, sia nella Bibbia che nei racconti storici contemporanei. In Matteo 13:55-56, per esempio, si legge che Gesù aveva quattro fratelli e due sorelle. Ma l´esatta natura di questa parentela – se fossero cioè effettivamente fratelli, fratellastri o solo cugini – è ancora oggetto di interpretazione. "Se sei cattolico, penserai che erano cugini, perché la Verginità di Maria è un dogma ufficiale della dottrina della chiesa" dice Witherington. "Ma vi sono molti problemi nei dati storici al riguardo". "Quando Giacomo è citato come ´fratello di nostro signore´ nel Nuovo Testamento, la parola usata significa ´fratello di sangue´. Dal contesto oltre che dalla letteralità della traduzione si evince che non si voleva indicare niente di diverso da questo." Una seconda interpretazione è che Giacomo e gli altri fratelli e sorelle nominati, fossero figli avuti da Giuseppe da un suo precedente matrimonio. L´iscrizione sull´ossario però smentisce anche questa teoria, sostiene Witherington. Se Gesù fosse solo il figlio di Maria, e non di Giuseppe, che è quello che sostiene il racconto biblico, o se Giacomo fosse solo figlio di Giuseppe, ma non di Maria, non vi sarebbero tra i due relazioni di sangue. In altre parole, l´iscrizione sulla cassa depone contro la teoria della chiesa di Roma che Gesù e Giacomo fossero solo cugini, ma anche contro la teoria Ortodossa secondo la quale erano figli di Giuseppe da un precedente matrimonio.dell´iscrizione.

Queste discrasie alimentano l´idea che l´iscrizione sia stata incisa da due mani differenti.

"Un non-professionista in Israele ha visto una fotografia della cassa ed ha iniziato a far circolare la sua interpretazione che fosse un lavoro a due mani" ha dichiarato Ed Keall, direttore del dipartimento del Vicino Oriente e Antiche Civiltà del Royal Ontario Museum.

I dubbi, ha dichiarato, si sono diffusi come una malattia contagiosa quando i rapporti della scoperta sono stati pubblicati per la prima volta.

"Abbiamo esaminato la cassa con grande attenzione, e l´abbiamo sottoposta ad esami analitici usando il microscopio alla luce polarizzata, luce ultravioletta, un microscopio a 60 ingrandimenti, ed un microscopio elettronico" ha dichiarato Keall.

"Mi sento alquanto tranquillo quando dico che l´ossario stesso e la sua iscrizione sono totalmente autentiche, ed ogni cosa che abbiamo trovato è adeguata alla considerevole età.

"E´ ovvio che qualcuno ha grattato la parte dell´iscrizione di Giacomo- ha aggiunto Keall - Ma è come quando ci si spazzola i denti, non importa quanto tenti di fare un buon lavoro, vi sono sempre piccoli pezzi che rimangono. E questo è vero per quanto attiene all´iscrizione; vi sono ancora frammenti e pezzi lasciati nelle piccole screpolature e fratture, e sono del tutto confacenti al resto della concrezione."

La conferenza di studiosi del testo biblico svoltasi in dicembre al Royal Ontario Museum ha permesso ad un grande numero di professionisti di antichità di osservare la cassa, e molti erano convinti della sua autenticità.

Ma non tutti. L´aspetto e la conformazione dei due lati lunghi della cassa sono significativamente differenti, e ciò complica il quadro. Il lato più danneggiato ha due piccoli decori incisi, ed un po´ di pittura rossa. Il lato con l´iscrizione è decisamente meno consumato. Meyers sostiene che questa sia una prova che l´iscrizione sia stata incisa in data successiva.

"Vi è una spiegazione ragionevole per questo" ha dichiarato Witherington.

"La maggior parte dell´opera di costruzione del tempio di Gerusalemme, è stata ultimata per il tempo in cui Gesù era ancora un bambino" ha detto. "I costruttori prelevavano blocchi di pietra per creare ossari incisi. Non aspettavano che qualcuno morisse per scolpire una cassa per una persona adulta, ovvero ciò che ci troviamo per le mani al momento attuale. Ne incidevano piuttosto un certo numero, e le lasciavano all´esterno, esposte agli elementi, che in Gerusalemme possono essere anche piuttosto impetuosi. Giacomo fu martirizzato nel 62 d.C. e probabilmente i suoi congiunti non potevano affrontare l´acquisto di una cassa costosa, così ne comprarono una che era già stata incisa, cioè avente già una sua iscrizione, e la posero in un luogo protetto dagli elementi."

Keall ha una spiegazione alternativa per le differenze nell´erosione dovuta a fenomeni atmosferici.

"Credo che i decori si trovassero sul lato frontale della cassa, e l´iscrizione sul retro" ha dichiarato. "Quando la cassa fu piazzata nella sua nicchia nella grotta, è comprensibile che la parte frontale sia stata soggetta agli elementi più che la posteriore."

Vi saranno comunque sempre degli scettici.

"Sono stati svolti tutti gli esami possibili per determinare il suo carattere e la sua autenticità, ma vi saranno sempre nuvole ad oscurare il sole, e vi saranno sempre coloro che solleveranno dubbi e perplessità per il semplice fatto che l´ossario non è stato recuperato in uno scavo archeologico regolare" ha dichiarato P.Kyle McCarter, un paleografo della John Hopkins University.

"Ma questa non è una situazione insolita. Ci è capitato già tante volte che ormai ci siamo abituati".