Gli archeologi dell'Autorità israeliana per le antichità hanno scoperto un antico laboratorio di lampade a olio in ceramica vicino a Beit Nattif, un villaggio a circa 20 km (12, 4 miglia) a sud-ovest di Gerusalemme.

Gli archeologi hanno trovato centinaia di lucerne in ceramica, stampi per lampade in pietra e statuette in terracotta nel sito di Beit Nattif.

"Le statuette e i motivi sulle lampade della regione di Beit Nattif raccontano la storia delle colline della Giudea nel periodo successivo alla rivolta di Bar Kokhba", ha detto il dottor Benyamin Storchan, un archeologo dell'Autorità israeliana per le antichità.

"Dagli scritti di Giuseppe Flavio, sappiamo che durante il periodo del Secondo Tempio, Beit Nattif era un centro amministrativo regionale, una delle 10 principali città sotto il dominio asmoneo".

"Dopo il fallimento della rivolta di Bar Kokhba e l'acquisizione da parte dei romani della regione, la popolazione ebrea locale delle colline della Giudea fu notevolmente ridotta. A sua volta, la regione fu colonizzata dai pagani. Le numerose statuette portate alla luce nel sito lo attestano. "

"Allo stesso tempo, un piccolo numero dell'area delle lampade ad olio in ceramica decorata con simboli distintamente ebraici come lo shofar, il bruciatore di incenso e la menorah a sette rami."

Le lampade Beit Nattif risalgono al periodo tardo romano (III-IV secolo d.C.).

"Il frammento ci dice che la vita ebraica ha continuato a esistere sulle colline della Giudea, ben dopo il fallimento della ribellione", ha detto il dottor Storchan.

"Il laboratorio di lampade a olio ha prodotto queste lampade in risposta alla continua domanda nella regione."

"Durante questo periodo, iniziò a emergere anche il cristianesimo e alcune delle lampade a olio Beit Nattif portano motivi di pesce, uno dei simboli del cristianesimo".

"Pertanto, l'enorme varietà di lampade e statuette dimostra che la popolazione locale comprendeva un misto di pagani, cristiani ed ebrei".