"Amplior Urgo et Capraria, quam Graeci Aegilion dixere, item Igilium et Dianium, quam Artemisiam, ambae contra Cosanum litus" - "Più grande Urgo e la Capraria, che i Greci chiamarono Egilion, poi Igilio e Dianio, che chiamarono Artemisia, entrambe di fronte al litorale di Cosa" (Plinius Secundi, Naturalis Historiae Liber III Cap VI)
Giannutri Island: a Roman villa, a mosaic and a mysterious woman."Larger Urgo and the Capraria, which the Greeks called Egilion, then Igilio and Dianio, whiche they called Artemisia, both in front of the coast of Cosa " - (Plinius Secundi - Naturalis Historia)
Giannutri è una piccola isola dell'arcipelago toscano situata di fronte al Monte Argentario. Il nome dell'isola, sin dall'antichità classica, faceva riferimento alla sua particolare forma a mezzaluna e di conseguenza alla falce lunare attributo della dea Artemide o Diana, Artemisia (in greco δÏÏεμιÏία). Non è un caso infatti che nella città di Cosa sul litorale proprio di fronte, sia stata rinvenuto un piccolo tempio, ricavato dal giardino di una villa di epoca Giulio-Claudia (40-50 d.C), con all'interno una statua della dea. Giannutri, il cui nome moderno è riferibile all'epoca medievale, dopo il IV secolo scomparve però dal panorama storico. Nessuno ne parlò mai più, non ci sono fonti nè accenni di nessun tipo, cadde così nell'oblio dopo essere stata abitata per almeno tre secoli da facoltose famiglie romane.
Giannutri is a small island in the Tuscan archipelago, located in front of Monte Argentario. The name of the island, from the classical antiquity, refers to its particular half moon shape and consequently to the lunar scythe, attribute of the goddess Artemis or Diana, Artemisia (in Greek δÏÏεμιÏία). It is not a coincidence that in the town of Cosa on the coast right across, it was found a small temple in the garden of a villa of Julio-Claudia era (40-50 d.C), which contains a statue of the goddess. Giannutri, whose modern name refers to the medieval era, after the IV century disappeared from the historical landscape. No one ever spoke about it again, there are no sources or hints of any kind, it fell into oblivion after having been inhabited by wealthy Roman families for at least three centuries.
Nell'antichità classica l'isola fu raramente menzionata. Il suo essere un'isola difficilmente difendibile avendo facili approdi ed essendo completamente priva di sorgenti di acqua dolce, non la rese mai interessante se non come approdo di fortuna lungo le rotte mercantili da e verso la Gallia /Francia. I ritrovamenti sottomarini, decine i relitti rinvenuti, da navi romani a navi medievali, ne confermano questa sua caratteristica, ma alla fine del I sec d.C divenne la sede di una delle più belle ville di "otium" di età romana. La villa rappresenta una delle migliori testimonianze di residenza "attrezzata" edificata senza risparmio di energie in un sito difficile completamente privo di acqua, di materie prime e con un terreno difficile e irregolare. Il complesso fu edificato dalla potente famiglia dei Domizi Enobarbi, della quale faceva parte Gneo Domizio, marito di Agrippina e padre del futuro imperatore Nerone.
- In classical antiquity the island was rarely mentioned. Its being an island hardly defensible having easy landing and being completely devoid of fresh water's springs, it was never an interesting place, it was only used as a makeshift landing along the merchant routes to and from Gaul / France. The submarine finds are rich of dozens of wrecks from Roman ships to medieval ships, which confirm this characteristic, but at the end of the first century AD it became the site of one of the most beautiful villas of "otium" of the Roman age. The villa represents one of the best testimonies of "equipped" residence built without saving energy and resources on a difficult site completely free of water, raw materials and on a difficult and irregular terrain. The complex was built by the powerful Domizi Enobarbi family, which included Gneus Domitius, husband of Agrippina and father of the future emperor Nero.
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