Lungi dal risolvere il giallo archeologico del momento, potrebbero volerci anni per chiarire a chi appartengono i resti, riferibili almeno a 5 diverse persone, trovati nella grande tomba di Anfipoli
Continua in Grecia quello che il New York Times ha definito "un reality show archeologico", lo scavo del tumulo di Kasta che tiene col fiato sospeso il mondo degli appassionati.
Nella blogosfera e sui media circolano dalla scorsa settimana illazioni sui resti di donna trovati nel mausoleo di Anfipoli, nel nord della Grecia, secondo cui le ossa potrebbero appartenere a Olimpiade, la madre di Alessandro il Grande, giustiziata quando aveva circa 60 anni. Le voci fanno seguito a un comunicato del Ministero della Cultura e dello Sport ellenico, in cui si conferma che in una camera sepolcrale della tomba sono state rinvenute ossa umane riconducibili a cinque diverse persone, tra le quali una donna sulla sessantina.
La scoperta delle ossa, lungi dal chiarire la destinazione d'uso e il proprietario del tumulo, ha contribuito semmai a creare ancora più mistero attorno alla tomba più grande mai scoperta in Grecia.
Come è noto, gli archeologi che scavano il sito hanno datato il sepolcro all'ultimo trentennio del IV secolo a. C., tra il 325 a. C. (due anni prima della morte del condottiero macedone Alessandro Magno avvenuta nel 323) e il 300 a. C..
Dai 550 pezzi di ossa umane recuperati nella camera sepolcrale, i ricercatori hanno finora identificato, oltre alla donna, due uomini di età compresa tra 35 e 45 anni, un neonato di sesso sconosciuto, e un piccolo nucleo di resti cremati che molto probabilmente apparteneva a un adulto, di genere e età sconosciuti.
Solo un quarto (157) dei resti sono abbastanza intatti per consentire ai ricercatori di individuare sesso, età e altezza degli individui cui si riferiscono, mentre sarà difficile dare un'identità a tanti frammenti di vertebre e altri resti scheletrici. Nella camera di sepoltura sono stati ritrovati anche un numero imprecisato di resti di animali, tra i quali ossa di cavalli o asini.
A complicare l'interpretazione dei resti è il fatto che nessuno scheletro, o parte di scheletro, è stato trovato nel luogo di sepoltura originale e tutti risultano privi di significativi oggetti di corredo.
Solo parte delle ossa della donna è stata trovata in una piccola sepoltura pavimentale presente nella camera, ma il cranio e la mandibola, come i resti delle altre quattro persone, erano dispersi in uno strato di due metri e mezzo di sedimenti all'interno della camera. Gli archeologi attribuiscono questa situazione di grande confusione in egual misura agli scavi dei primi tombaroli e a fenomeni tellurici.
È dunque colpa dei saccheggiatori e di Madre Natura se lo strumento di studio più elementare nell'archeologia, la stratigrafia (e la relativa datazione di oggetti in base alla sequenza nella sepoltura), è compromesso e/o comunque insufficiente per capire se, e come, i cinque individui presenti nella camera di sepoltura sono legati l'un l'altro.
Per rispondere a queste domande, i ricercatori hanno in programma di datare i resti tramite la spettrometria di massa con acceleratore, una tecnica utilizzata per misurare radionuclidi naturali, e tentare di estrarre il DNA da campioni di ossa. L'analisi isotopica dovrebbe anche fornire informazioni sulla dieta di ogni individuo e l'ambiente in cui ha vissuto.
Chi si aspetta risposte rapide, tuttavia, potrebbe rimanere deluso: questa ricerca è parte di un programma pluriennale che coinvolge l'analisi di circa 300 gruppi di resti umani prelevati da altri siti e antiche sepolture della zona di Anfipoli.
La cautela è d'obbligo tra gli specialisti del settore, soddisfatti per la prudenza dimostrata dai colleghi greci. "C'è margine per una migliore comprensione della biologia dei cinque individui della tomba e per un dibattito più accurato", afferma Bruno Frohlich, antropologo fisico dello Smithsonian.
Altre sepolture in attesa di scoperta?
Se da una parte le analisi di laboratorio sui resti degli occupanti della tomba potrebbero richiedere diversi anni, un'altra recente scoperta sulla collina di Kasta suggerisce che la squadra di archeologi sarà occupata a lungo sul sito, e non soltanto per le ulteriori operazioni di studio, documentazione e conservazione della tomba che devono far seguito allo scavo preliminare.
Gli studi geofisici effettuati negli ultimi mesi indicano, con buona probabilità, che l'imponente tumulo, con una circonferenza di 497 metri, possa contenere diverse altre strutture artificiali, tutte da sondare e scavare, in particolare nella zona ovest rispetto all'apertura attuale della tomba.
Molti specialisti e addetti ai lavori sono piuttosto incuriositi dal comportamento del governo greco, parco di informazioni, se non addirittura reticente su tutto ciò che riguarda la tomba, dagli elementi decorativi ai progressi sugli scavi. Il Ministero della Cultura ha addirittura vietato a Katerina Peristeri, l'archeologa a capo del team di ricerca, di rilasciare interviste.
"Se ci si affretta si corre il rischio di commettere errori che potrebbero essere fatali" aveva ammonito il ministro greco della Cultura Konstantinos Tasoulas nel corso di una conferenza stampa dello scorso novembre. Ma il ministro ha anche rassicurato i giornalisti ansiosi di nuove rivelazioni che le informazioni sulla tomba continueranno ad emergere, anche se lentamente: "Questo è il fascino dell'archeologia."
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