La Basilica di San Michele maggiore, a Pavia, riuniva nel Medioevo (dalla fine del sec. IX a metà sec. XII) le due funzioni di chiesa destinata all'incoronazione dei re d'Italia e di santuario dell'Arcangelo Michele, protettore del regno e trasportatore delle anime verso il cielo ('psicopompo').
Le prerogative attribuite nel simbolismo medievale a san Michele, Principe degli Arcangeli, ne facevano il naturale successore, nella mitologia colta, del dio egizio Thot, custode della regalità e psicopompo, ossia trasbordatore degli spiriti dei guerrieri e dei potenti sino al cielo della vita eterna.
Thot (Theut, che si confonde talvolta anche con Djehuti) era una divinità lunare ed era anche il dio della saggezza. Era il protettore del disegno, della geometria, della saggezza, della medicina, della musica, dell'astronomia, e della magia, era l'inventore dei numeri, aveva creato la scrittura geroglifica e deteneva il controllo supremo sui maghi. Thot era anche dio delle leggi e del diritto. In veste d'avvocato, supervisore giuridico e difensore dei morti, partecipava alla pesatura dell'anima, il giudizio cui era sottoposto il defunto per sapere se era degno o meno di entrare nel mondo dell'Aldilà.
I suoi animali totemici erano il babuino e l'ibis, il primo perché gli Egizi avevano notato che si siede, all'alba, a guardare il sole che sorge, e il secondo perché al tramonto vola verso l'occidente. Quindi i due animali erano ritenuti 'compagni' del passaggio del Sole e della Luna tra i due mondi dei viventi e dell'Aldilà.
Nel Libro dei Morti dell'Antico Egitto il cuore del defunto era posto su una bilancia, sulla quale sedeva un babuino. L'animale doveva riferire al Dio quando la bilancia si trovasse in perfetto equilibrio.
In diversi templi di questo Dio della Luna venivano ospitati dei babuini sacri. Si credeva che i babuini fossero gli spiriti dell'alba, mutati in animali dopo aver intonato un inno al sole nascente.La tradizione di Thot si perpetuò nei secoli, fu attribuita dai greci a Hermes Trismegisto e poi dai romani a Mercurio, per abbinarsi al culto celtico di Lugh e a quello longobardo di Wotan e condensarsi infine nella figura dell'arcangelo Michele.
Il babuino era uno degli animali totemici di quel dio, insieme all'uccello ibis. I capitelli della chiesa, espressamente edificata per ospitare le incoronazioni regali, mostravano diverse figure scimmiesche in posizioni dominanti. Non a caso, proprio ai lati del portale principale della chiesa sono raffigurati tre babuini, nella funzione di "guardiani della porta". Non a caso il pilastro mediano della navata principale, sulla destra, è circondato, quasi "avvolto" da babuini, in tutti gli angoli dei suoi capitelli. San Michele dai mille colori, dai ricchi litostrati pavimentali e dai raffinati rilievi policromi, che ornavano ogni angolo dell'edificio. Qui i re venivano incoronati, qui si svolgevano i funerali dei potenti, perché l'antico psicopompo ne portasse l'anima verso il cielo: che importa se era l'Empireo, il Walhalla o il Paradiso?
Un'altra figura, molto misteriosa, s'intravvede ancora in una cordonatura del portale destro della navata principale. È un uomo nudo, visto di schiena, fiancheggiato da due spiriti o démoni, che sono raffigurati come nelle immagini funerarie dell'antico Egitto, con lunghe ali chine verso il suolo. I due démoni introducono le loro lingue nelle orecchie dell'uomo. Questa è la figura più 'anomala' che si possa osservare nei cordoni dei portali. Si tratta proprio del 'Portale del Passaggio', accanto al quale abitualmente veniva raffigurato San Cristoforo, e questa è un'immagine di 'passaggio', con i due démoni che ricoprono il ruolo del Caronte greco, traghettatori di anime tra i due mondi.
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