Una lapide del 16°, posta all'interno del chiostro della Chiesa di Santa Maria La Nova, potrebbe indicare il luogo di sepoltura di Vlad III, principe di Valacchia, noto con il soprannome di "impalatore", ma passato alla storia con l'appellativo di Conte Dracula.Secondo gli storici, Vlad III, principe di Valacchia, sarebbe morto in battaglia.
Dopodiché, il famigerato principe, detto l'impalatore, sarebbe stato sepolto nel Monastero di Snagov. La sepoltura, infatti, è ricoperta di immagini e simboli della casato di Transilvania.
Tuttavia, una nuova ricerca condotta da un gruppo di studiosi dell'Università di Tallinn, Estonia, ritiene di avere in mano i documenti che provano la vera ubicazione della tomba di Dracula: il chiostro della Chiesa di Santa Maria La Nova, nel cuore di Napoli antica.
"Nel 1476, il conte Vlad Tepes Dracula, appartenente all'ordine del Dragone come il re di Napoli Ferrante D'Aragona, scomparve durante una battaglia contro i turchi e venne dato per morto", spiegano i ricercatori al Mattino. In realtà, Vlad fu fatto prigioniero dai Turchi.
"Una delle sue figlie, Maria, all'età di sette anni venne adottata da una donna napoletana e condotta nel regno di Napoli. Qui, in seguito, sposò un nobile napoletano della famiglia Ferrillo. La coppia ottenne in regalo i territori di Acerenza in Basilicata".
Come riporta il Daily Mail, i documenti mostrano che Maria pagò un riscatto ai turchi per ottenere la liberazione di suo padre, il quale fu portato a Napoli e qui sepolto alla sua morte, nella tomba attualmente attribuita al nobile Ferillo.
Già dal 1500 circolava un'immagine della tomba del Conte Vlad Tepes che raffigurava un dragone. Gli studiosi e gli storici si sono scervellati su qual disegno per più di 500 anni, cercando di capire dove avrebbe potuto trovarsi quella lapide. In quale angolo del globo erano custodite le spoglie di Dracula?
La svolta è giunta negli ultimi mesi, quasi per caso. Una studentessa napoletana, Erika Stella, per la sua tesi di laurea si è inoltrata nel chiostro di Santa Maria La Nova, e ha scattato una foto ad una lapide che le sembrava "strana" e si è messa a cercare tracce e indizi del particolare rilievo.Grazie a quella foto si è imbattuta negli studi dei ricercatori estoni e ha inoltrato loro, via mail, l'immagine che li ha sconvolti. Dopo aver cercato a lungo quella traccia, eccola arrivare per mano di una giovane che sta realizzando una tesi di laurea: secondo gli studiosi è la conferma di due ipotesi: 1) il conte Dracula non morì in battaglia ma venne fatto prigioniero dai turchi; 2) la figlia Maria riscattò il papà prigioniero e lo portò in Italia. Alla morte lo fece seppellire a Napoli.
Tra i ricercatori ci sono anche gli italiani fratelli Glinni (uno, Giandomenico, ricercatore a Tallinn, l'altro, Raffaello, studioso di storia) e il direttore scientifico del museo delle Antiche Genti, Nicola Barbatelli.
Al momento è stata inoltrata una richiesta al Ministero dei Beni Culturali per richiedere di aprire la tomba e arrivare, finalmente, alla fine della loro centenaria caccia al tesoro. L'attesa è trepidante, ma i ricercatori sono certi di quello che dicono per diversi motivi: prima di tutto il marmo.
I bassorilievi, che apparterrebbero alla tomba di Ferrillo, il "genero" di Dracula, sono densi di riferimenti, ma non dell'uomo che Ferillo è stato in vita; sarebbero, invece, più in linea con il profilo del Conte Vlad.
"La rappresentazione è lampante. Ricordate che il conte si chiamava Dracula Tepes: vedete che qui c'è la rappresentazione di un drago, Dracula appunto, e ci sono due simboli di matrice egizia mai visti su una tomba europea", spiega Glinni. "Si tratta di due sfingi contrapposte che rappresentano il nome della città di Tebe che gli egiziani chiamavano Tepes. In quei simboli c'è scritto Dracula Tepes, il nome del conte. C'è bisogno di altre conferme?"
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