La cucina neandertaliana non sarà stata da ristorante stellato, ma secondo il paleontologo John Speth della University of Michigan è assai probabile che i nostri antichi cugini sapessero come fare uno stufato, pur non disponendo neppure di pentole in pietra.
"Con ogni probabilità i Neandertal erano in grado di bollire", ha detto il paleontologo durante un recente convegno della Society for American Archaeology a Austin, Texas. "Sapevano utilizzare il fuoco e sono vissuti per molto tempo".
L'opinione diffusa è che la capacità di bollire il cibo sia per ammorbidirlo che per estrarre grasso dalle ossa sia stato un dei vantaggi che ha garantito il successo di Homo sapiens, mentre i Neandertal si estinsero; ma stando alle evidenze tratte dalle ossa, lance e resti di cibo, Speth è convinto che anche i nostri cugini bollissero il loro cibo.
I Neandertal, dice Speth, avrebbero potuto utilizzare borse di pelle o vassoi di corteccia di betulla, grazie al fatto che l'acqua bolle al di sotto del punto di infiammabilità di quasi ogni contenitore, persino di corteccia o di pelle.
La scoperta del'acqua calda
Pur concordando sull'abilità dei Neandertal con legna e fuoco, altri studiosi come Mary Stiner della University of Arizona di Tucson non sono affatto certi delle loro capacità culinarie.
L'uso del fuoco da parte degli esseri umani, in Europa, risale a circa 300 mila anni fa; ma secondo la gran parte delle ricerche, l'usanza di bollire, che si basa sulla tecnica di scaldare pietre in facolari e poi buttarle nell'acqua, sarebbe comparsa in tempi troppo recenti per i Neandertal: le testimonianze in questo senso arrivano a 26.000 anni fa, mentre i nostri cugini si sarebbero estinti circa 30.000 anni fa. L'uso poi di recipienti in argilla poi compare solo 20.000 anni fa.
Betulla bollente
Ma a che servono le pentole? Speth suggerisce che i Neandertal bollissero il cibo in vassoi fatti di corteccia di betulla intrecciata, una tecnologia utilizzata da popolazioni preistoriche per estrarre sciroppo di acero dagli alberi.
Le testimonianze archeologiche indicano che i Neandertal utilizzavano catrame di legno di betulla come adesivo per le punte di lancia già 200.000 anni fa: un materiale la cui preparazione richiede capacità di cuocere in un ambiente privo di ossgeno, dice il paleontologo Michael Bisson della McGill University, in Canada.
"Mi sono bruciato quando ho tentato di produrlo io", dice Bisson, aggiungendo che i Neandertal avevano un'enorme capacità di manipolare la betulla. Con ogni probabilità, arritolavano dei "sigari" di corteccia e li infilavano in buche per cuocere il catrame in un ambiente anossico. Infatti, se il catrame in cottura viene a contatto con l'ossigeno esplode, spiega Bisson.
A sostegno della sua teoria sulla bollitura del cibo, dice Speth, c'è anche il fatto che le ossa di animali trovate negli insediamenti neandertaliani sono quasi sempre privi di segni di morsicatura, il che ne proverebbe la cottura.
Inoltre, uno studio apparso nel 2011 su Proceedings of the National Academies of Science indica che alcuni cereali trovati fra i denti di un Homo neandethalensis sepolto nella Grotta di Shanidar in Iraq sembrano essere stati sottoposti a cottura.
Svezzamento precoce
Nel corso della stessa conferenza, il paleontologo Andrew White ha presentato alcune testimonianze archeologiche del fatto che i Neandertal svezzassero i figli in età piu precoce rispetto alle madri sapiens. Questa transizione così anticipata dal latte al cibo potrebbe essere un ulteriore indizio del fatto che i nostri cugini bollissero il cibo, rendendolo così più digeribile per i piccoli.
Speth ha confessato di aver avuto l'idea della bollitura guardando il programma televisivo Survivorman dove il protagonista, bloccato in Africa orientale con a disposizione solo acqua fangosa, la faceva bolire in una busta di plastica.
"Chi ha detto che dalla TV non si impara niente?", dice Speth. "Ho pensato che se noi possiamo far bollire l'acqua in una busta di plastica, i Neandertal potevano ben farlo in un vassorio di corteccia".
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