La Redazione di Antikitera vuol fare un'esperimento: a date periodiche al posto di pubblicare semplici "NEWS" proverà ad inserire diversi articoli su uno stesso argomento, per vedere se punti di vista diversi possano dialogare tra di loro ed aggiungere frammenti di verità altrimenti difficilmente individuabili. Il tema di oggi è uno dei piu' CLASSICI: La cintura di Orione e la particolare attrattività che ha esercitato nei popoli antichi. Uno studio che ci porterà a capire come questa costellazione ha svolto un ruolo fondamentale per i primi "agricoltori" e in tutte le società che son state da loro fondate.....buona lettura.
Le civiltà antiche allineavano i loro magnifici monumenti alle costellazioni. Numerosi monumenti sparsi in diversi angoli del mondo, fra tutti le Piramidi della piana di Giza, sembrerebbero oggi, attraverso le conoscenze di cui è dotato l'uomo moderno, allineati alla costellazione di Orione, forse la più conosciuta del cielo, grazie alle sue stelle brillanti e alla sua posizione vicino all'equatore celeste, che la rende visibile dalla maggior parte del mondo.
Le tre stelle della cintura d'Orione, sono coordinate di un piano celeste, mappato circa settemila anni fa, con sabbia e pietre? Oggi più che mai l'archeologo moderno ritiene che le civiltà antiche, e i costruttori dei magnifici manufatti architettonici sparsi in diversi angoli del mondo, avessero una conoscenza profonda delle costellazioni e delle stelle che li formano, portando a ritenere i "teorici degli antichi astronauti" che sul nostro piccolo mondo ci sono diversi indizi che fanno supporre che queste civiltà, oggi scomparse, avessero avuto contatti con civiltà extraterrestri. La costellazione di Orione, in particolare, è molto importante per le civiltà antiche, perché è collegata al luogo da cui veniamo e a quello presso cui stiamo andando.
La Nebulosa di Orione.
L'undici gennaio del 2006 il telescopio spaziale Hubble ha catturato un'immagine della Nebulosa di Orione, mai vista prima. Posta ad una distanza di circa 1.500 anni luce dalla Terra, la Nebulosa si estende per circa 24 anni luce ed è la regione di formazione stellare più vicina al sistema solare. Vecchie pubblicazioni si riferiscono a questa nebulosa col nome di Grande Nebulosa, mentre più anticamente i testi astrologici riportavano lo stesso nome della stella Eta Orionis, Ensis (la spada), la quale però è posta in un'altra parte della costellazione. Si tratta di uno degli oggetti più fotografati e studiati della volta celeste, ed è sotto costante controllo a causa dei fenomeni celesti che hanno luogo al suo interno; gli astronomi hanno scoperto nelle sue regioni più interne dischi protoplanetari, nane brune e intensi movimenti di gas e polveri. La Nebulosa di Orione contiene al suo interno un ammasso aperto molto giovane, noto come Trapezio.
Le osservazioni con i più potenti telescopi (specialmente il Telescopio spaziale Hubble) hanno rivelato molte stelle circondate da anelli di polveri, probabilmente il primo stadio della formazione di un sistema planetario. La nebulosa è stata riconosciuta come tale nel 1610 da un avvocato francese, Nicolas-Claude Fabri de Peiresc (1580-1637), anche se, date le dimensioni e la luminosità, era certamente conosciuta anche in epoche preistoriche. Tolomeo la identificava come una stella della spada di Orione, di magnitudine 3.
Mappa della costellazione di Orione.
Secondo le teorie di alcuni scienziati moderni è proprio presso la Nebulosa di Orione, miliardi di anni orsono, che potrebbero essere nati stelle e pianeti. Si tratta di un "asilo stellare", cioè il luogo in cui nascono le stelle. E' questa la parte della costellazione di Orione che viene maggiormente studiata dagli astronomi.
La costellazione di Orione, così come si vede dalla terra, consta di circa 130 stelle visibili ed è identificabile dall'allineamento di tre stelle che formano la cintura di Orione, queste tre stelle sono chiamate in diversi modi a seconda della tradizione: i Tre Re, i Re Magi, il rastrello, i tre mercanti, i bastoni. Esse sono, in particolare, la stella Alnilam, Alnitak, Mintaka.
La sagoma dell'eroe è invece delineata da nove stelle. Orione si trova accanto al fiume Eridano, con i suoi due cani da caccia Cane Maggiore e Cane Minore, combattendo contro il Toro. Anche un'altra sua preda, la Lepre, si trova vicino.
La costellazione di Orione venne venerata per migliaia di anni da moltissime culture di civiltà sparse in diversi angoli del nostro piccolo globo. Tale costellazione è una delle più semplici da riconoscere e da osservare e contiene un gran numero di stelle luminose, al punto che è perfettamente visibile senza difficoltà anche dal centro di una grande città. La sua forma ricorda molto quella di una clessidra e la sua caratteristica più rilevante, oltre al grande rettangolo verticale di stelle luminose, è l'allineamento di tre stelle di quasi pari luminosità poste al centro della figura, un segno che prende il nome di Cintura di Orione e che è ben impresso nell'immaginario collettivo di tutti i popoli della Terra.
La parte nordorientale di Orione confina col Toro e mostra un arco di stelle di terza e quarta magnitudine, che secondo la tradizione rappresenta lo scudo del gigante; questo gruppo costituisce infatti un asterismo noto come Scudo di Orione.
La costellazione di Orione è molto ricca di stelle brillanti e oggetti interessanti. Le stelle principali di Orione sono molto simili come età e caratteristiche fisiche, cosa che suggerisce che abbiano avuto un'origine comune (Betelgeuse è un'eccezione a questa regola). In effetti, l'intera costellazione di Orione è la più vicina zona di formazione stellare, ed è stata a volte considerata per intero un'associazione OB, ossia un gruppo di stelle giovani e blu, estremamente luminose e caldissime. Orione è molto utile per trovare altre stelle. Estendendo la linea della Cintura verso sudovest, si può trovare Sirio (α Canis Majoris); verso nordest, Aldebaran (α Tauri). Una linea verso est che attraversa le due spalle indica la direzione di Procione (α Canis Minoris). Una linea da Rigel verso Betelgeuse punta a Castore e Polluce, α e β Geminorum. Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale va da novembre a maggio; trovandosi esattamente a cavallo dell'equatore celeste, la sua visibilità è ottimale per tutti i popoli della Terra.
Orione è la più splendente delle costellazioni, caratteristica che ben si addice a un personaggio che secondo la leggenda fu il più imponente e il più bello degli uomini. La costellazione è messa in risalto dalle stelle brillanti Betelgeuse e Rigel, e ha tre stelle distintamente allineate che formano la cintura di Orione.
"Nessun'altra costellazione rappresenta più chiaramente la figura di un uomo", dice Germanico Cesare. Manilio la chiama "dorato Orione" e "la più potente delle costellazioni", ed esagera la sua brillantezza dicendo che, quando Orione si leva, "la notte simula la luminosità del giorno e ripiega le sue ali scure".
Manilio descrive Orione "che allunga le braccia su una vasta estensione di cielo e che si solleva verso le stelle con un passo altrettanto imponente".
In effetti, Orione non è una costellazione molto grande, occupa solo il ventiseiesimo posto in quanto a dimensioni (è più piccola, per esempio, di Perseo secondo i confini moderni tra le costellazioni), ma la brillantezza delle sue stelle dà l'impressione che sia molto più grande. Orione è anche una delle costellazioni più antiche, essendo nota ai primi scrittori greci, quali Omero ed Esiodo.
Persino nell'era spaziale Orione rimane uno dei pochi raggruppamenti stellari che i non astronomi riescono a riconoscere. In cielo Orione è raffigurato che affronta la carica del Toro sbuffante della costellazione confinante, nonostante il mito di Orione non faccia nessun riferimento a un tale combattimento.
La costellazione nacque con i Sumeri che videro in essa il loro grande eroe Gilgamesh che combatteva contro il Toro del Cielo.
Il nome sumero di Orione era URU AN-NA, che significa luce del cielo. Il Toro era GUD AN-NA, toro del cielo. Gilgamesh era l'equivalente sumero di Eracle, il che ci porta a un altro rompicapo. Essendo il più grande eroe della mitologia greca, Eracle merita una costellazione della brillantezza di questa, ma in realtà gli è assegnata una zona di cielo molto più scura. È possibile, allora, che Orione in realtà altro non sia che Eracle sotto mentite spoglie? Potrebbe essere, se si pensa che una delle fatiche di Eracle fu quella di catturare il toro di Creta e che in cielo è raffigurato un combattimento tra Orione e il Toro.
Tolomeo lo descrisse con un bastone e una pelle di leone, entrambi noti attributi di Eracle, e così è rappresentato nelle vecchie carte astrali. Ma, nonostante queste circostanze, nessun mitologo accenna a una possibile connessione fra questa costellazione ed Eracle. Secondo il mito, Orione era figlio di Poseidone, il dio del mare, ed Euriale, figlia del Re Minosse di Creta. Poseidone diede a Orione il potere di camminare sull'acqua.
Omero nell'Odissea descrive Orione come un gigantesco cacciatore, armato di un bastone indistruttibile di duro bronzo. In cielo i cani del cacciatore (le costellazioni del Cane Maggiore e del Cane Minore) lo seguono dappresso, all'inseguimento della Lepre. La costellazione di Orione nella sua interezza. Sull'isola di Chio, Orione corteggiò Merope, figlia del Re Enopione, apparentemente senza successo, dato che una notte, reso spavaldo dal vino, cercò di violentarla. Per punirlo, Enopione lo fece accecare e lo bandì dall'isola. Orione si diresse a nord verso l'isola di Lemno dove Efesto aveva la sua fucina. Efesto s'impietosì alla vista di Orione cieco e gli offrì come compagno e guida uno dei suoi assistenti, Cedalione. Con il giovane sulle spalle, Orione si diresse a est verso il punto in cui sorgeva il sole, dove, a detta di un Oracolo, gli sarebbe stata restituita la vista. E infatti quando all'alba i raggi prodigiosi del Sole caddero su quegli occhi spenti, Orione miracolosamente ebbe resa la vista. In un mito celeste Orione è legato all'ammasso stellare delle Pleiadi del Toro. Le Pleiadi erano sette sorelle, figlie di Atlante e Pleione. La storia che si racconta solitamente dice che Orione s'innamorò delle Pleiadi e le perseguitò con intenti amorosi. Ma secondo Igino, chi lui veramente voleva in realtà era la loro madre Pleione. Zeus agguantò tutto il gruppo e lo sistemò fra le stelle, dove Orione continua a incalzarlo ogni notte. Ci sono numerose e conflittuali storie sulla morte di Orione. Mitografi astronomi come Arato di Soli, Eratostene e Igino concordarono che vi fu implicato uno scorpione. Una versione, quella raccontata sia da Eratostene che da Igino, sostiene che Orione si vantasse di essere il più abile dei cacciatori. Egli disse ad Artemide, la dèa della caccia, e alla madre di lei, Latona, che poteva uccidere qualsiasi bestia sulla Terra. La Terra fremette d'indignazione e da una spaccatura del terreno fece uscire uno scorpione che punse a morte il gigante presuntuoso. Arato, invece, dice che Orione tentò di rapire la vergine Artemide e che fu lei a causare la spaccatura della Terra dalla quale uscì lo scorpione. Ovidio ha ancora un'altra versione: dice che Orione fu ucciso nel tentativo di salvare Latona dallo scorpione. Anche la dislocazione è diversa. Eratostene e Igino dicono che la morte avvenne a Creta, ma Arato la fa accadere a Chio. In entrambe le versioni il risultato fu che Orione e lo scorpione (la costellazione dello Scorpione) furono sistemati su lati opposti del cielo, in modo che mentre lo Scorpione sorge a est, Orione fugge sotto l'orizzonte a ovest. "L'infelice Orione teme ancora di essere ferito dal pungiglione velenoso dello scorpione", notò Germanico Cesare. Una storia molto diversa, anche questa raccontata da Igino, è quella che Artemide amava Orione e stava seriamente prendendo in considerazione la possibilità di rinunciare al voto di castità per sposarlo. Essendo i più grandi cacciatori maschio e femmina, avrebbero formato una coppia formidabile. Ma ad Apollo, il fratello gemello di Artemide, l'accoppiamento non piacque. Un giorno, mentre Orione nuotava, Apollo finse di voler mettere alla prova l'abilità di Artemide al tiro con l'arco e la sfidò a colpire un piccolo oggetto nero che ballonzolava fra le onde. Artemide lo trafisse al primo colpo e rimase inorridita nello scoprire che aveva ucciso Orione. Affranta, lo pose fra le costellazioni. Orione ripreso dalla sede del Very Large Telescope, nell'emisfero australe. C'è una storia strana e persistente a proposito della nascita di Orione, che spiega la versione più antica del suo nome, Urione (ancora più vicina all'originale sumero URU AN-NA). Secondo questa storia a Tebe viveva un vecchio agricoltore di nome Irieo. Un giorno egli offrì ospitalità a tre stranieri di passaggio che, guarda caso, erano gli dei Zeus, Poseidone ed Ermes. Dopo che ebbero mangiato, i visitatori gli chiesero se ci fosse qualcosa che desiderasse. Il vecchio confessò che gli sarebbe piaciuto avere un figlio e i tre dèi gli promisero di appagare il suo desiderio. Si misero tutti e tre in piedi davanti alla pelle del bue che avevano appena consumato e vi urinarono sopra, poi dissero a Irieo di seppellirla. Da quella, a tempo debito, nacque un bambino che Irieo chiamò Urione dato il modo in cui era stato concepito.
In qualsiasi tradizione, ed in particolare in quella Egizia, la costellazione di Orione viene spesso vista come un uomo che cammina a grandi passi.
I Greci lo vedevano come un cacciatore e molte altre culture come un gigante.
Secondo la mitologia Egizia le divinità provengono dalla costellazione di Orione, e più precisamente da Sirio, la stella più luminosa del cielo.
Gli antichi Egizi, in particolare, credevano che da Sirio ed Orione provenissero degli esseri con fattezze umane; che Osiride ed Iside abbiano dato inizio alla razza umana.
Sirio ed Orione, in particolare, rappresentano Iside ed Osiride.
Per gli antichi Egizi Osiride era Orione. Per gli antichi Egizi Orione era chiaramente collegata alla creazione, soprattutto a quella magica.
Nell'antico Egitto Orione ed Osiride sono la stessa identica cosa.
Gli Egizi credevano che Osiride un giorno avrebbe fatto ritorno da Orione.
Tutte le culture antiche erano convinte che qualcuno un giorno sarebbe ritornato; dopotutto ancora oggi noi aspettiamo che qualcuno faccia lo stesso.
Le storie Egizie sulla creazione, documentano le origine ultraterrene dell'umanità? Se così fosse, hanno lasciato le prove di queste origini forse incise sulla pietra?
Secondo i testi delle Piramidi il faraone egizio Unas regnò per trent'anni per poi fare rotta verso la costellazione di Orione. Unas lasciò il suo nome sulle rocce della prima cateratta (quella di Assuan) e nella sua piramide è inciso il più antico Testo delle Piramidi.
Questo nome è attribuito alla raccolta di testi trovati incisi all'interno di cinque piramidi di Saqqara ( oltre che in quella di Unas, in quelle di Teti, Pepy I, Merenre e Pepy II della sesta dinastia). Questi testi sono una raccolta di incantesimi grazie ai quali il faraone defunto poteva raggiungere, dopo la morte, il posto a lui riservato tra gli dèi.
Ultimo re della Quinta Dinastia, Unas ha costruito il suo complesso piramidale a Sud-Ovest vicino le mura che circondano il complesso di Djoser a Saqqara, esattamente all'angolo opposto del complesso di Djoser.
Il complesso consiste di una piramide principale, ad Est della quale è localizzato il tempio funerario ed una piccola piramide satellite. Una strada rialzata lunga connette il Tempio funerario con il Tempio della valle poco distante a Sud-Est della piramide. Nessuna piramide per la Regina è stata costruita. La piramide principale misura 57.75 metri per lato, con un pendio del 56° e originalmente alta 43 metri, più piccola delle piramidi di Djoser e di Userkaf. La piramide è stata costruita in una maniera simile a quella di Djedkare con la muratura del centro costituita da blocchi in pietra incassati in un telaio di calcare eccellente. Nel periodo del Nuovo Regno la piramide era già in decadenza, infatti antiche iscrizioni lasciate da Khaemwaset, il figlio famoso di Ramesse II e alto Visir di Menfi, gli assegnano la restaurazione del monumento.
Unas divenne grande, secondo la leggenda, cibandosi della carne dei suoi nemici mortali e uccidendo e divorando le divinità stesse. Gli antichi credevano, infatti, che mangiando la carne di grandi personaggi si potessero acquisire i loro poteri. Dopo aver divorato le divinità ed averne assorbito anima e poteri, Unas attraversò il cielo sino ad arrivare ad Orione.
Si tratta solo di leggende, o il faraone Unas ha viaggiato veramente nello spazio? Se Unas ha viaggiato veramente nello spazio, come ha fatto?
Gli antichi Egizi ci dicono chiaramente che la Grande Piramide non è stata costruita per essere una tomba ma per essere una specie di luogo di trasformazione.
Secondo l'egittologia classica le piramidi erano delle case - tomba, o per meglio dire delle macchine-tomba; il luogo in cui l'anima del faraone, attraverso un lungo ed articolato processo con contestuale giudizio, sarebbe riuscita a trascendere la vita terrena e raggiungere l'aldilà ed infine vivere in eterno, ricongiungendosi con quanti lo avevano preceduto nel viaggio ultraterreno teso a raggiungere il luogo in cui tutto ebbe inizio: la costellazione di Orione, luogo secondo cui gli egizi pensavano vivesse Osiride, signore dell'eternità.
La necropoli di Giza è situata nella piana di Giza, alla periferia de Il Cairo, in Egitto. Questo complesso di antichi monumenti dista 8 km circa dall'antica città di Giza, sul Nilo, e 25 km circa dal centro del Cairo in direzione sud-ovest. Al suo interno si trova la Piramide di Cheope (o Grande Piramide, fu la prima eretta a Giza. I lati della base, che è quasi esattamente un quadrato, misurano metri 230, 4; 230, 52; 230, 6; 230, 54. L'altezza originaria era 146, 7 m. I lati sono orientati secondo i punti cardinali con una precisione che ha sempre stupito: l'errore è circa 3'), l'unica tra le sette meraviglie del mondo antico giunta sino ai giorni nostri.
La fase principale di costruzione della necropoli avvenne attorno al XXV secolo a.C. e fu resa popolare ai tempi dell'Ellenismo nel momento in cui la Piramide di Cheope fu inserita da Antipatro di Sidone nella lista delle sette meraviglie del mondo. Gli scavi degli ultimi sessant'anni hanno notevolmente modificato il concetto di piramide. Lungi dall'essere un semplice tumulo di forma geometrica a sé stante e innalzato sopra un sepolcro regale, o, per dare una definizione più esatta, una tomba gigantesca a base quadrata con quattro lati triangolari uguali e uniti al vertice, essa ci appare oggi piuttosto come il fulcro di una vasta zona funeraria che comprende altre tre parti distinte. Prima di tutto ai margini del deserto e sovrastante il terreno coltivato, in modo da essere accessibile in barca durante la stagione della piena, sorgeva un tempio in valle, edificio di modeste dimensioni, ma non meno sontuoso. Di lì, un passaggio soprelevato, lungo sovente quasi mezzo chilometro, conduceva al tempio funerario vero e proprio che dava direttamente accesso al lato orientale della piramide dove una finta porta, o una stele arretrata imitante un portale, aveva lo scopo di permettere al defunto monarca di uscire a prendere la propria parte dei generosi prodotti dei molti fondi annessi al complesso funerario. Le pareti di questi tre elementi architettonici potevano essere adorne di rilievi e iscrizioni illustranti le varie attività che si svolgevano nelle tenute regali, le imprese del faraone e i riti quotidiani e festivi celebrati in suo onore.
Descrivere le piramidi di Giza come una delle sette meraviglie del mondo sembra quasi un sottovalutarle, perché la grande piramide supera in volume qualsiasi edificio eretto dalla mano dell'uomo, e in altezza (146 metri circa), tra i monumenti costruiti interamente in pietra, è superata solo dai campanili della cattedrale di Colonia. I nomi degli artefici dei tre giganti che si estendono diagonalmente attraverso l'altopiano desertico di Giza ci sono stati riferiti da Erodoto come Cheope, Chefren e Micerino. Benché siano tutt'altro che esatti ci sono divenuti così familiari che l'uso ne è pienamente giustificato. La grande piramide è già stata tante volte e così esaurientemente descritta che non occorre aggiungere altro se non che la disposizione interna presenta due radicali mutamenti nel progetto, fra i quali la meravigliosa grande galleria in pendio che sale alla vera camera sepolcrale, un'imponente sala di granito detta ora la camera del Re. Poco ci è noto della vita del costruttore della grande piramide, salvo questa testimonianza materiale del suo autocratico potere. Secondo una leggenda dell'antico Egitto, molto tempo prima dei faraoni, un dio arrivò dalle stelle, con altri della sua razza. Essi portarono in dono agli uomini il sapere e la forza. Poi tornarono alla loro casa fra le stelle. Solo uno rimase sulla terra, e insegnò al popolo del Nilo i segreti della propria gente. Quando morì fu sepolto in un luogo segreto: la tomba del "visitatore". Dietro la nascita dell'antico Egitto si nasconderebbe, dunque, la regia di una razza aliena tecnologicamente più avanzata? "Le pietre delle piramidi", volendo citare Jean-Charles Moreux (da "Non è Terrestre" di Peter Kolosimo, pagg. 178 - 180), "sono connesse con tanta esattezza (benché alcune siano lunghe sino a dieci metri), che si può passare una lama di temperino sulla loro superficie laterale senza scoprire il solco che le divide. Eppure non ci si servì di calce! Uno dei più grandi imprenditori degli Stati Uniti ha fatto notare che oggi noi non possediamo macchine capaci di produrre due superfici che si connettano fra loro perfettamente come sono connesse le pietre della Grande Piramide. "L'insieme della costruzione pesa circa 6 milioni di tonnellate occorrerebbero quindi 6000 locomotive capaci di trarre mille tonnellate ognuna per trasportarla. L'attuale disponibilità finanziaria dell'Egitto non basterebbe a pagare gli operai che fossero incaricati di demolirla. Il suo architetto, chiunque sia stato, mirava dunque ad erigere un monumento perenne. In realtà, nessuno ha ancora toccato l'audacia dei costruttori della Grande Piramide: sì pensi che questa montagna di massi supera di 40 metri il Duomo degli Invalidi, di 66 il Pantheon e di 77 le torri di Notre Dame di Parigi!". "Quanto all'orientamento", continua Moreux, "le facce della piramide avrebbero dovuto esser rivolte ai quattro punti cardinali; ma tanto non riuscì con esattezza, se non con la piramide di Cheope. Il problema è infatti arduo, e creò difficoltà assai gravi anche agli architetti più esperti. Abbiamo, è vero, la bussola, ma tutti sanno che l'ago calamitato indica il Nord magnetico: per ogni luogo e per ogni anno - anzi, per ogni giorno - occorre apportare rettifiche. "Resta il metodo astronomico, il Nord segnato dalla Stella Polare. Neppure questo è, tuttavia, un dato esatto, poiché quest'astro, che serve per orientarci in pratica, non si trova affatto al polo celeste: attualmente esso descrive attorno a questo "punto ideale", corrispondente al prolungamento dell'asse terrestre, un cerchio di 1 grado ed 8' di raggio; tra la Stella Polare ed il polo celeste potrebbero, in parole semplici, trovar posto due globi pari alla Luna. La stella che noi chiamiamo "polare", inoltre, non avrebbe potuto esser così definita 4 mila anni fa. A causa dell'oscillazione della Terra, l'asse del nostro pianeta punta successivamente in direzioni diverse, ed occorre un lasso di 25 mila anni perché venga ricondotto nella stessa posizione. Fra 13 mila anni la nostra stella polare sarà Vega, il bel sole azzurro della Lira; quando fu costruita la Grande Piramide, la stella polare era un astro della costellazione del Dragone. "Per stabilire il polo celeste bisogna perciò ricorrere ad altri metodi. Gli astronomi antichi non possedevano certo strumenti esatti come quelli che oggi usiamo. Il famoso Tycho Brahe, quando volle orientare l'osservatorio d'Urianenborg, commise, nonostante tutti i suoi calcoli, un errore di 18' d'arco; e dobbiamo notare che tanto avvenne nel 1577, solo tre secoli e mezzo fa. Sia per negligenza che per inettitudine, l'osservatorio di Parigi non è orientato meglio... ed è stato costruito nel 1666! "Ebbene, un'ulteriore, incredibile sorpresa attendeva gli astronomi: si scoprì che l'orientamento della Grande Piramide è esatto con un'approssimazione inferiore a 5'. Qui è assolutamente impossibile pensare ad una coincidenza, e bisogna ammettere che i costruttori egizi furono più abili di Tycho Brahe. "Andiamo oltre: per secoli gli scienziati d'ogni paese civile cercarono un meridiano ideale per la misurazione delle latitudini. La scelta cadde dapprima su quello di Parigi, poi su quello di Greenwich. Ed ora ci accorgiamo che, in realtà, il meridiano ideale è quello della Grande Piramide. Perché mai? "In primo luogo, è il meridiano che passa per la maggior parte di continenti e per la minor parte di distese marine. È il solo a partire dallo stretto di Bering e (circostanza ancor più singolare), se si calcola esattamente l'area abitabile dall'uomo, vediamo che la divide esattamente in due. È giusto, quindi, definirlo ideale, poiché è il solo ad essere fondato su dati naturali. "I costruttori della Grande Piramide avrebbero dunque percorso la Terra e disegnato carte geografiche del globo?". Non solo: l'altezza del monumento è in diretto rapporto (come vedremo) con la distanza del nostro globo dal Sole. E la distanza della Grande Piramide dal centro del pianeta è uguale alla distanza della costruzione stessa dal Polo Nord e, quindi, corrispondente alla distanza dal Polo Nord al centro della Terra. Resta quindi da chiederci come abbiano fatto a saperlo i progettisti, se il loro livello di conoscenza era quello dipintoci dalla scienza tradizionale.
Secondo i "teorici degli antichi astronauti", la prova che gli Egizi erano in grado di viaggiare nello spazio, attraverso il processo tecnologico che avveniva all'interno delle Pirmadi, si può dimostrare attraverso l'esame di un articolato sistema di pozzi di ventilazione rinvenuti all'interno della Grande Piramide che, non ci crederete, puntano direttamente verso le stelle di Orione e Sirio.
Le Piramidi della piana di Giza si suppone che siano allineate alle tre stelle della cintura di Orione.
Ciò sembrerebbe indicare che Orione fosse la meta dello "stargate" che stavano costruendo a Giza.
Perché la Grande Piramide ha dei pozzi di ventilazione che puntano verso Orione?
E' possibile che in realtà siano dei condotti intergalattici, che collegano la Terra con Orione? Se così fosse, potrebbe essere un ulteriore prova delle nostre origini extraterrestri?
El Castillo, noto anche come Piramide di Kukulcán, è una piramide a gradoni mesoamericana costruita nel centro Maya di Chichen Itza in Messico. Molte caratteristiche architettoniche hanno suggerito la presenza di elementi astronomici. Ognuno delle rampe di scale costruita ai lati della piramide ha 91 gradini. Insieme a quelli extra situati sulla piattaforma in alto, il totale ammonta a 365 gradini, che corrisponde possibilmente a uno per ogni giorno dell'anno (365, 25 giorni) o al numero delle orbite lunari: 10.000 rotazioni (365, 01 giorni). Un effetto visivamente sorprendente viene visto ogni volta a marzo e a settembre, un'ombra inusuale che nel periodo degli equinozi sembra scendere la balaustrata occidentale della rampa di scale situata a nord. L'effetto visivo è quello di un serpente che discende la scalinata, con la sua testa alla base illuminata. Inoltre la facciata ovest punta verso il tramonto, intorno al 25 maggio, tradizionalmente la data di transizione che delimita il periodo secco dalla stagione delle piogge.
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