L'esistenza di un santuario extraurbano ubicabile in prossimità del vicus publicus esistente, fuori dall'area del pomerium, e collegato al tratto occidentale delle mura urbiche della città e la presenza di una Porta Occidentalis (posterula) di accesso alla città, in asse con via di Nola e Porta di Nola all'interno di un arco cronologico coevo ascrivibile tra III e II secolo a.C.
Sono queste le ultime scoperte emerse dagli studi dei ricercatori dell'Università Suor Orsola Benincasa, coordinati dall'archeologo Mario Grimaldi e da Umberto Pappalardo, direttore del "Centro Internazionale per gli Studi Pompeiani Amedeo Maiuri" del Suor Orsola.
Due grandi novità inserite in un'idea progetto di restauro, valorizzazione e soprattutto di successiva fruizione della Casa di Marco Fabio Rufo che l'Università Suor Orsola Benincasa presenterà Martedì 29 Aprile alle ore 15.30 nella Sala Consiliare del Comune di Pompei in occasione del convegno dedicato al tema"Pompei tra Archeologia, religiosità e turismo. Progettando la Pompei del XXI secolo: identità e futuro".
Al convegno, che sarà aperto da Aldo Aldi, Commissario prefettizio del Comune di Pompei, da Umberto Pappalardo, direttore del "Centro Internazionale per gli Studi Pompeiani Amedeo Maiuri" dell'Università Suor Orsola Benincasa e dall'Arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo, prenderanno parte Massimo Osanna, Soprintendente Archeologo di Pompei, Rosaria Ciardiello, docente di Antichità pompeiane all'Università Suor Orsola Benincasa, Mons. Pietro Caggiano, direttore del Santuario "Beata Vergine del Rosario" di Pompei, Paola Villani, presidente del Corso di Laurea in Progettazione e gestione del Turismo culturale dell'Università Suor Orsola Benincasa, Maria Rosaria Napolitano, docente di Economia e gestione delle Imprese all'Università del Sannio, e Mario Grimaldi, docente di Geoarcheologia e coordinatore degli scavi archeologici del Suor Orsola a Pompei.
Dal 2004 l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, sede sin dal 1997 dell'unica cattedra italiana specificamente dedicata all' "Archeologia Pompeiana" e presente a Pompei con il "Centro Internazionale per gli Studi Pompeiani Amedeo Maiuri", è presente a Pompei con un progetto di studio e ricerca condotto su due aree di grande interesse per la comprensione dello sviluppo urbanistico dentro e fuori le mura di Pompei: le aree occupate a sud della Porta Marina (villa Imperiale, Granai) e nell'Insula Occidentalis.
Particolare rilevanza è stata data alla digitalizzazione delle superfici murarie in corrispondenza dell'arco visibile nel corridorio realizzato all'interno e in fase, con la cortina muraria in tufo grigio ascrivibile alla fase di III secolo a.C., di rinforzo e ripristino della precedente fase in calcare delle fortificazioni. Qui sono state realizzate riprese atte a documentare con esattezza i piani orizzontali anche in riferimento al sottostante ambiente e alla rampa.
Le indagini condotte sin qui nell'area del giardino della Casa di Marco Fabio Rufo hanno infatti dimostrato altresì la presenza di particolari realtà di enorme valore conoscitivo per la conoscenza delle fasi di vita della città di Pompei, quale ad esempio la collocazione di quanto ipotizzato e poi accantonato per lo stato della ricerca del tempo da Amedeo Maiuri.
Si pensi all'identificazione del vano d'apertura, presente e visibile nel corridoio, realizzato in fase con le mura in tufo grigio di una porta minore (posterula) occidentale nelle mura urbiche in asse con la via superiore delle Terme e via di Nola. L'esistenza di una Porta Occidentalis sarebbe da porre dunque in relazione alla realizzazione della seconda cortina interna delle mura in tufo grigio adoperate e realizzate per ripristinare la precedente cortina in calcare, alla quale si congiungono in più tratti (Casa di Maius Castricius, Villa imperiale), in fase con la creazione di uno specus per la conduzione esterna dell'acqua reflua proveniente dal sistema di pendenze dell'incrocio di vie che proprio dinanzi l'ingresso della Casa di Marco Fabio Rufo, trovano il loro punto di espurgo.
In conclusione le nuove ricerche condotte nell'area esterna delle case dell'Insula Occidentalis nell'ultimo decennio comprovano l'esistenza nell'area in oggetto di un santuario extraurbano ubicabile in prossimità del vicus publicus esistente, fuori dall'area del pomerium, e collegato tratto occidentale delle mura urbiche della città in fase con la presenza di una Porta Occidentalis (posterula) di accesso alla città, in asse con via di Nola e Porta di Nola all'interno di un arco cronologico coevo ascrivibile tra III e II secolo a.C.
Gli studi e le ricerche condotte sinora in quest'area hanno così il duplice scopo di aggiungere un altro tassello alla storia di questa parte di città e di tentare di avviare un processo graduale, in piena sinergia con gli organi competenti preposti, che miri al restauro, alla valorizzazione e soprattutto alla successiva fruizione della casa in oggetto e di questo tratto delle mura rendendole per la prima volta visitabili ad un grande pubblico.
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